Autore Redazione
sabato
24 Novembre 2018
16:57
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Politica - Acqui Terme

Nato in Spagna e figlio di due mamme. Acqui non trascrive nascita e bimbo è ancora “invisibile”

DemA Alessandria ha denunciato la mancata trascrizione da parte del Comune di Acqui Terme del certificato di nascita di un bambino nato in Spagna da due mamme italiane. La replica del sindaco Lucchini "Nessun diniego politico, DemA strumentalizza le vite delle persone"
Nato in Spagna e figlio di due mamme. Acqui non trascrive nascita e bimbo è ancora “invisibile”

ACQUI TERME –  È nato circa un mese fa ma il figlio di due mamme italiane rischia di diventare “un apolide“. Il bambino ha visto la luce in Spagna, ma non è cittadino spagnolo perché le sue madri sono entrambe italiane. Il piccolo, al momento, non ha neppure un documento italiano perché l’Ufficio Anagrafe del Comune di Acqui Terme non ha trascritto l’atto di nascita spagnolo.

La storia del bimbo è stata riportata da demA Alessandria che venerdì sera l’ha ascoltata dalle due mamme del bimbo durante l’assemblea pubblica organizzata da demA Alessandria a Palazzo Robellini e incentrata proprio sul tema delle famiglie omogenitoriali e i loro diritti. In videochiamata da Barcellona, ha spiegato l’attivista di demA Alessandria Matteo Bottino, le due mamme hanno spiegato di aver consegnato il 5 novembre il certificato di nascita spagnolo al Consolato italiano che lo ha poi trasmesso al Comune di Acqui, ultima residenza di una delle mamme. Attesi nove giorni, le madri hanno scritto a Palazzo Levi ma ancora oggi non avrebbero avuto risposta.

Senza l’iscrizione all’Anagrafe e documento di identità, ha sottolineato Matteo Bottino, il bambino non potrà lasciare la Spagna e tornare in Italia con le sue mamme e non avrà neppure assistenza sanitaria.  Anche una delle nonne del bambino si è quindi attivata e si è presentata personalmente all’Anagrafe di Palazzo Levi ma, ha riportato sempre demA Alessandria, il personale avrebbe negato la trascrizione. “Hanno risposto verbalmente che non è possibile perché non è consentito dalla legge e Acqui Terme è un piccolo Comune e non una grande città come Torino, Napoli o Roma dove i sindaci trascrivono gli atti di nascita dei figli di coppie dello stesso sesso”. Una risposta “sbagliata e falsa” per l’attivista di demA Alessandria.Svariate sentenze, tra cui due della Corte di Cassazione, hanno autorizzato la trascrizione degli atti di nascita avvenuti all’estero perché non sono contrari all’ordine pubblico e soprattutto perché deve prevalere l’interesse del minore, che è quello di vedersi riconosciuto lo status di figlio di entrambi i genitori, indipendentemente dal loro sesso e dalla modalità con cui l’hanno concepito, quindi anche se con procreazione medica assistita come in questo caso”.

DemA Alessandria ha quindi chiesto al sindaco di Acqui, Lorenzo Lucchini, l’immediata trascrizione dell’atto di nascita del bambino e di accompagnare le “scuse” alla famiglia all’impegno a far entrare il Comune di Acqui Terme in RE.A.DY, la Rete Nazionale delle Pubbliche Amministrazioni Anti Discriminazioni per orientamento sessuale e identità di genere per formare il personale a fornire “risposte corrette e adeguate. “L’iscrizione all’Anagrafe dei figli delle coppie omosessuali è possibile ed è una strada già percorsa – ha rimarcato Matteo Bottino – Il sindaco di Acqui non deve inventarsi nulla, deve solo seguire il buon esempio dei suoi colleghi che l’hanno già fatto”.

Ad Acqui Terme, il sindaco Lorenzo Lucchini ai microfoni di RadioGold si è impegnato ad approfondire la vicenda e dare una risposta alle due mamme ma non ha celato l’amarezza per “la bagarre politica” sollevata da demA Alessandria.Il diniego non è politico e credo sia stato dettato da mancanza di strumenti tecnici”. Il primo cittadino, ha aggiunto, farà tutte le dovute verifiche rispetto alle procedure amministrative e, soprattutto, si confronterà internamente con gli altri membri del Movimento 5 Stelle e, solo a quel punto, esprimerà la sua valutazione “politica”. “È il primo caso che mi si presenta e devo valutarlo sia dal punto di vista amministrativo che da quello politico. Io so che all’interno del nostro gruppo c’è sempre stata una grande apertura. Io, però, ho il dovere di fare una consultazione interna per capire se il mio grado di apertura è uguale a quello del resto del gruppo. Nel caso ci fosse una condivisione potremmo certamente muoverci anche verso la strada dei corsi di formazione. Io non escludo nulla ma, ripeto, mi riservo di analizzare la vicenda all’interno del mio gruppo politico”.

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