Autore Redazione
venerdì
11 Ottobre 2019
18:30
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Politica - Alessandria

Segni del tempo, di infiltrazioni e un piccione nel Teatro che ha bisogno di un futuro

Conclusa da tempo la bonifica, il Teatro Comunale di Alessandria sta lentamente ammuffendo, forse anche nella memoria della maggior parte degli alessandrini
Segni del tempo, di infiltrazioni e un piccione nel Teatro che ha bisogno di un futuro

ALESSANDRIA – In un teatro il termine “piccionaia” dovrebbe avere tutt’altro significato. Nella triste storia del Comunale di Alessandria il piccione svolazzante sulle teste dei membri della Commissione Cultura della Regione Piemonte e dei consiglieri comunali del capoluogo ha aggiunto desolazione ai segni delle infiltrazioni d’acqua e alle ragnatele aggrappate a soffitti e pareti.

A oltre tre anni e mezzo dalla fine della bonifica la sensazione è il Teatro Comunale di Alessandria stia lentamente ammuffendo, forse anche nella memoria della maggior parte degli alessandrini.

Il Teatro, però, è una risorsa non solo culturale e non solo per l’Alessandrino, ha ricordato il consigliere regionale del Pd, Domenico Ravetti, che ha portato i colleghi piemontesi della VI Commissione presieduta da Paolo Bongioanni a visitare il Comunale.

Dal sopralluogo dei consiglieri non sono emerse soluzioni immediate o con tempi certi.Ma almeno ieri è stata sistemata l’infiltrazione d’acqua in Sala Zandrino che avevano denunciato due anni fa” ha punzecchiato Vittoria Oneto. L’ex assessore alla Cultura del Comune di Alessandria, oggi consigliere di minoranza del PD, ha ascoltato la presa di impegno del sindaco Gianfranco Cuttica di Revigliasco ma resta fortemente critica sulla gestione del teatro praticamente dimenticato negli ultimi due anni”.

Risolvere i problemi del Comunale “non è come fare una passeggiata in Corso Roma” ha sottolineato il sindaco di Alessandria.  Ancora aperta è, ad esempio, la questione del diritto di superficie, in capo ad Aspal in liquidazione. La società, ha spiegato l’avvocato Massimo Bianchi, “è prossima” a chiudere tutte le partite “del dare e avere”, anche per quanto riguarda la gestione del personale. Operazioni che possono preludere alla questione teatro. La partita con il Comune, però, riguarda debiti di “svariati milioni”, che in parte rientrano nel dissesto. C’è poi il valore stesso del diritto di superficie, da perizia stimato in un milione e 100 mila euro.

Oggi, però, è il momento di pensare al futuro del teatro. Il sindaco Cuttica  già quest’anno aveva provato a stanziare risorse per il Comunale ma le grane con i bilanci e la Corte dei Conti hanno obbligato ad azzerare quella voce. Il primo cittadino “ci riproverà nel 2020“, ha garantito.

Il Comune, in ogni caso,non può sostenere da solo la gestione del teatro. Una struttura progettata quando si poteva “spendere e spandere” e che sconta i limiti di una architettura anni ’70 che di certo non aveva guardato al risparmio e all’efficienza energetica. Il teatro deve rimanere un polo culturale ma sugli ampi spazi del Comunale lo sguardo può essere allargato, ha concordato il consigliere regionale Ravetti, che guarda anche alla vicina Università.

L’ipotesi è di mettete insieme più soggetti, pubblici e privati e lavorare per provare a intercettare fondi europei. Prima”, però, va risolto il problema del diritto di superficie “che è una vera grana, altrimenti anche lo stesso Ravetti, quando era consigliere di maggioranza, e le precedenti amministrazioni avrebbero trovato una soluzione” ha puntualizzato piccato l’Assessore regionale alla Cultura, Vittoria Poggio.

Il membro della Giunta Cirio “non si espone” e non fa promesse ma “da alessandrina e da assessore” ha garantito l’impegno della Regione per dare un futuro al teatro di Alessandria. Sulla questione teatro, comunque, non c’è colore politico e anche il Movimento 5 Stelle si è detto pronto a fare la sua parte, “a ogni livello istituzionale per sostenere la rinascita del Teatro di Alessandria e propone la strada dei fondi del Decreto Crescita.

In una situazione complessa, intanto, il Teatro di Alessandria pare il surreale protagonista di una sorta di Aspettando Godot con unico spettatore, un piccione.

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