Autore Redazione
venerdì
3 Febbraio 2017
05:00
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Politica - Alessandria

Nessun appiglio “tecnico” per bloccare ancora i conferimenti a Clara e Buona. Il sindaco Rossa aspetta però “il confronto politico”

Giovedì sono state intanto depositate a Palazzo Rosso le firme dei 2000 cittadini che chiedono di sospendere "incondizionatamente" l'utilizzo di "qualsiasi cava" nel territorio comunale
Nessun appiglio “tecnico” per bloccare ancora i conferimenti a Clara e Buona. Il sindaco Rossa aspetta però “il confronto politico”

ALESSANDRIA – Dalla riunione di mercoledì a Torino non sono spuntati appigli tecnici cui aggrapparsi per mantenere l’ordinanza che da fine novembre sta stoppando i camion del Terzo Valico diretti alla cava Clara e Buona di Alessandria. Secondo  i tecnici di Regione Piemonte, Arpa, Aipo, Comune e Provincia di Alessandria “ci sono tutte le condizioni per riprendere i conferimenti del materiale di scavo“.   Clara e Buona è inserita nel piano cave redatto dal Ministero dell’Ambiente e c’è regolare autorizzazione ai conferimenti. Arpa ha rimarcato che l’alluvione non ha provocato danni ambientali e per i tecnici la difesa spondale si deve realizzare contestualmente al riempimento della cava. Nessuna irregolarità neppure nel “taglio del setto di separazione” tra le due aree di scavo dopo l’esondazione del fiume Bormida a Clara e Buona.

In base alla relazione tecnica, condivisa anche dal Presidente della Regione Piemonte Sergio Chiamparino e dal Commissario Iolanda Romano, il sindaco Rossa, quindi, “potrebbe ritirare l’ordinanza del 29 novembre scorso”.

Per ora il primo cittadino, però, non fa marcia indietro. Del comunicato stampa arrivato dalla Regione giovedì sera Rita Rossa non sapeva nulla, ha spiegato, “ne prendo atto ma aspetto di vedere un documento ufficiale”.  Prima di ritirare l’ordinanza il sindaco vuole poi avere il richiesto confronto in Regione per approfondire la vicenda dal punto di vista “politico”.“ Io non sono contraria alla realizzazione del Terzo Valico ma credo che ci debba essere un’attenzione maniacale rispetto ai tratti di trasparenza, sicurezza e verifica, soprattutto in un contesto in cui il Cociv ha perso molta credibilità. Per questo voglio avere un momento di confronto politico, per capire come affrontiamo questa cosa”.

“Il problema è la richiesta dei danni. Arrivare all’imposizione di quel verbale esporrebbe non solo me ma anche l’Ente al rischio di dover risarcire anche decine di milioni di euro”
(Rita Rossa)

Quella del sindaco “non è un’ostinazione vuota” anche se è “consapevole” di andare incontro “a un grosso rischio“. La relazione tecnica è un atto difficile da contrastare in un Tribunale e il Cociv le sue intenzioni le ha già messe nero su bianco nella notifica di ricorso al Tar. Il problema ovviamente è la richiesta dei danni. Stoppando i camion, secondo il Cociv, starei bloccando un’opera di interesse nazionale. Arrivare all’imposizione di quel verbale da parte del Tar esporrebbe non solo me ma anche l’Ente, cioè i cittadini, al rischio di dover risarcire anche decine di milioni di euro. 

Insomma, “non cedere alle indebite pressioni esterne” e mantenere l’ordinanza, così come hanno chiesto i 2000 cittadini che hanno deciso di sostenere la petizione promossa da Alessandria No Amianto Terzo Valico, dai circoli Legambiente della Val Lemme, Ovadese e Valle Stura e Pro Natura Alessandria, “non è così semplice”. 

“Un sindaco non può fermare l’opera. Dire agli alessandrini ‘firmate perché si può si fare’ diventa una strumentalizzazione politica”
(Rita Rossa)

I Tribunali guardano al diritto e la Città di Alessandria, ha ricordato ancora il sindaco, prima dell’ordinanza di fine novembre aveva già provato a bloccare i camion diretti nelle cave alessandrine con una delibera. “Quell’atto esiste, così come esiste però anche il verbale della Conferenza dei Servizi della Regione che aveva detto che non aveva alcuna legittimità“.

Con la raccolta firme, secondo Rita Rossa si starebbe quindi chiedendo “una cosa impossibile”. “Un sindaco non può fermare l’opera. L’ha detto chiaramente per la Tav anche il primo cittadino di Torino, che è del Movimento 5 Stelle. A sostenere la raccolta firme ci sono consiglieri comunali, e magari anche assessori, che questa cosa però la sanno. Dire agli alessandrini ‘firmate perché si può si fare’ diventa una strumentalizzazione politica da campagna elettorale perché le firme dovrebbero forse essere raccolte per sollevare un altro problema: l’assenza di margine d’azione dei sindaci su questi temi“.

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