Autore Redazione
giovedì
22 Gennaio 2015
09:20
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Debernardi (Moderati): “Troppi dubbi sul bilancio di Farm.Al: perché nessuno ci risponde?”

Debernardi (Moderati): “Troppi dubbi sul bilancio di Farm.Al: perché nessuno ci risponde?”

CORRIERE AL – “Dopo quasi un anno, sono ancora in attesa di ricevere una risposta in merito alle mie osservazioni sul bilancio di Farm.Al: ma naturalmente mai perdere la speranza, prima o poi magari qualcosa mi diranno!”. L’avvocato Paola Debernardi dell’azienda che gestisce le farmacie ex comunali (e di cui il comune di Alessandria ancora detiene una quota del 20%) è stata membro del consiglio di amministrazione per poco più di un anno (“dall’ottobre del 2013 al novembre 2014”), in ‘quota’ Moderati. “Poi il cda è decaduto, il numero dei consiglieri è stato ridotto, ed io non sono stata rinnovata. Il che però non toglie che i cittadini di Alessandria avrebbero diritto di ricevere risposte chiare in merito ai criteri di gestione di un’azienda in cui il comune ha ancora una quota significativa di proprietà”. Per continuare a leggere CLICCATE QUI 

 

Facciamo un passo indietro però: oggi Farm.Al è controllata all’80% da privati, che fanno capo al Gruppo Provera: importante player del comparto, che ha anche acquisito, negli anni scorsi, le ex farmacie comunali di Novara, oltre ad essere presente in altri settori di mercato, dalle case di riposo (Il Platano di Alessandria, ad esempio), al mondo dei dispositivi di sicurezza per grandi alberghi, all’edilizia. All’epoca della vendita delle farmacie comunali alessandrine (fine 2008, pieno quinquennio Fabbio) ampie furono le polemiche prima sull’opportunità o meno di cedere una quota di maggioranza ai privati, e poi anche sulle modalità di cessione, con un meccanismo di partecipazioni societarie estere, trust maltesi e quant’altro, su cui si accese una vivace bagarre, comunque conclusasi con la dichiarazione diGiovanni Provera: “L’80% di Farm.Al è completamente nelle mani mie, di mia moglie e dei miei figli. Chiunque sostenga il contrario è in errore, non so se in buona o cattiva fede”.

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