Autore Redazione
giovedì
4 Luglio 2019
11:50
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Calcio - Sport - Alessandria

Addii e ritorni nel calcio alessandrino

Purtroppo anche quest'anno qualche società della provincia non farà più divertire i propri tifosi... meno male che non è così dappertutto.
Addii e ritorni nel calcio alessandrino

ALESSANDRIA – Per molti appassionati di sport il calcio è il miglior sport del mondo. Ogni squadra ha i propri tifosi, sia i club di serie A, che riescono a riempire stadi con migliaia di persone, sia società di categorie inferiori con un numero ristretto di tifosi. Ma non importa: quando un tifoso ama la propria squadra, farebbe di tutto per lei. Un tifoso abbraccia una squadra perché magari ha giocato da piccolo in quella società, molto più semplicemente perché è la squadra del proprio paese o perché lì gioca il migliore amico o il fratello. Si crea un legame indissolubile fra il tifoso e la squadra, un rapporto così forte che ogni emozione produce una reazione: la squadra segna un gol e i tifosi esplodono di gioia; la squadra subisce un gol e i tifosi si disperano; la squadra accede alla categoria superiore e i tifosi festeggiano come se fosse capodanno; la squadra retrocede e i tifosi o parlano d’altro per settimane. Ma cosa succede se la squadra, causa di tutte queste altalene di emozioni dovesse fallire o non iscriversi alla stagione successiva?

Lascerebbe un vuoto incolmabile nei cuori dei tifosi ed è quello che oggi stanno vivendo i supporters della Molinese, che, dopo 34 anni di storia, non si è iscritta a nessun campionato. Nessuno ha accolto l’appello lanciato dalla dirigenza alla fine della passata stagione. La speranza era che qualcuno volesse mantenere viva la storia bianco celeste iniziata nel 1985 e che ha visto la vittoria dei campionati di Terza Categoria 1997/98 e 2016/17, la promozione ai Play Off di Terza Categoria 2013/14 e due trofei disciplina 1986/87 e 1992/93. Come si legge sulla pagina Facebook ufficiale della squadra di Molino: “Si è chiusa una stupenda parentesi di calcio fondata su passione, amicizia, amore per lo sport, valori fondanti per vivere il calcio a livello dilettantistico”.

Dolorosa anche la condizione dei tifosi del Calcio Derthona. Speravano di vedere l’unione con l’HSL Derthona, per far tornare grande il nome di Tortona, di farla tornare in auge come prima del 216 quando il Derthona Fbc 1908 era ancora vivo. Invece hanno appreso solo negli ultimi giorni che non esisterà più la società.

Prima di tutto va ricordato che non si è mai voluto prender tutti gli incarichi affidati – spiegano i dirigenti sul sito ufficiale – ma gli imprenditori che insieme hanno voluto creare questa iniziativa hanno deciso affidarci questa responsabilità che abbiamo accettato solo per puro spirito di servizio, ma come già detto subito in via temporanea. Poi tutta la nostra gestione è stata caratterizzata dal volere unire le forze calcistiche cittadine, quindi vista l’impossibilità è stata una naturale scelta, anche perché da tifoso del Derthona non avrei mai portato una squadra al Coppi a giocare contro un altro Derthona.”

Certo, vedere il tramonto di due realtà così belle della provincia fa male. Fa male a tutti quelli che amano il calcio. Queste sono le notizie che rendono, in modo consapevole o no, la giornata più brutta a tutti gli amanti di questo fantastico sport. Ma si può sempre ricominciare.

Lo dimostra il Bergamasco. Moreno Zuccarelli ha infatti deciso di andare in Terza Categoria per aiutare il Bergamasco a tornare fra le grandi (qui la sua intervista a Radio Gold)

Un’altra bellissima realtà che si riaffaccia nel mondo calcistico è il Predosa Calcio. Dalla prossima stagione il presidente Fronterrè Jacopo, Il ds Carucci Gianluca e l’allenatore Guazzone Fabrizio insieme al suo vice Tallarico Mattia riporteranno il calcio a Predosa. I biancocelesti hanno già ufficializzato diversi colpi importanti, a dimostrare quanto la società abbia in mente un progetto serio e importante. A Predosa sono infatti già arrivati Daniele Nunziante, Antonio Cariddi, Jonathan Marrafino, Francesco Di Tonno, Luca Annaloro, Gabriele Cosentin e Joseph De Vito.

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