Autore Redazione
giovedì
25 Ottobre 2018
12:43
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Eventi - Piemonte

Gli incubi in gabbia. Recensione di “Dame Oscure” allo Spazio Kor

Gli incubi in gabbia. Recensione di “Dame Oscure” allo Spazio Kor

ASTI – Una gabbia, due storie che si intrecciano e che attingono a immagini della letteratura noir, due piani narrativi di altissima tensione.

Con “Dame Oscure. Una storia gotica” di e con Debora Virello è iniziata la stagione PUBLIC allo Spazio Kor, inserita nell’ampio progetto PATRIC, finanziato dalla Fondazione San Paolo, che ha visto coinvolte le realtà  del Teatro di Dioniso, del Comune di Asti, del Festival Asti Teatro 40, dell’Associazione Craft e del Teatro degli Acerbi, per un’unica strategia per il teatro contemporaneo .

Dame oscure”, diretto, insieme a Pietro de Pascalis, dalla stessa autrice e protagonista, si inserisce nel filone di Parole d’artista, curato dal teatro di Dioniso e intitolato “Narrazioni femminili”. E di narrazione femminile si tratta, nell’accezione profonda di svelamento interiore e di intreccio di quotidianità, invenzione letteraria e incubo. Debora Virello passa dal piano della realtà svilente di un matrimonio infelice, che limita la passione creativa della scrittrice, a quello del racconto gotico, che nasce dai tasti della sua macchina da scrivere. I collegamenti tra vita e invenzione sono sottili e improvvisi, sottolineati da un’insofferenza crescente nel primo caso e dall’uso del microfono e di un tono noir nel secondo. Le figure dell’immaginario gotico sono molte, dalle reminiscenze vampiresche al riferimento a “Il giro di vite” di Henry James, a topoi inquietanti come il cane nero o la casa stregata. Ciò che emerge è l’utilizzo insolito dell’atmosfera dark al fine di far emergere un conflitto interiore e un bisogno di libertà. La protagonista dosa splendidamente il crescendo di tensione e ne fa il mezzo per esprimere la frustrazione matrimoniale opposta alla passione per il romanzo horror della sua protagonista. Mentre in un primo tempo la suspense è tutta nel racconto di fantasia, man mano la dimensione dell’incubo avvolge entrambi i piani. “In principio è stato il sangue” ed è con un finale agghiacciante (nel vero senso della parola e bisogna andare a teatro per scoprirlo) che termina, ma non in senso liberatorio, una vera vertigine tenebrosa.

Tutto concorre all’atmosfera oscura, dalla gabbia/voliera che solo alla fine si apre e collega realtà e finzione, costrizioni e libertà, alla musica inquietante, alle luci spettrali. “Dame oscure” non lascia tregua e gli stilemi noir ben riconoscibili non rassicurano, perché diventano originale veicolo di espressione di inquietudini nuove e complesse. Impossibile sviare l’attenzione, Debora Virello è essenziale e calamitante, come il suo testo.

Ma le serate allo Spazio Kor proseguono anche dopo lo spettacolo, in un clima conviviale,  tra i tavolini del foyer. La giornalista e scrittrice astigiana Manuela Caracciolo, Giorgio Ghibaudo, scrittore e editor, ed Elena Serra, attrice e regista torinese, facente parte del Teatro di Dioniso, responsabile della programmazione artistica di PAROLE D’ARTISTA/NARRAZIONI FEMMINILI, insieme a Debora Virello,  hanno concluso la serata con una conversazione sulla scrittura, sul racconto e, naturalmente, sullo spettacolo appena rappresentato.

Succedono tante cose allo Spazio Kor, l’impressione è quella di uno scrigno prezioso che racchiude infinite ricchezze.

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