Autore Redazione
venerdì
31 Marzo 2023
15:47
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Vivere il Pavese - Pavia

La Bottiglia di Leida: da prototipo delle idee di Volta a gioco di società

La Bottiglia di Leida: da prototipo delle idee di Volta a gioco di società

PAVIA – Il Museo per la Storia dell’Università, tra le sue antichissime collezioni, conserva un reperto di inestimabile valore. Si tratta della Bottiglia di Leida, un marchingegno sperimentale del XVII secolo che ha affascinato studiosi e appassionati di storia per secoli grazie alla sua bellezza, ma anche per la curiosa storia intorno alle sue origini e funzioni. La Bottiglia di Leida infatti è uno strumento scientifico di fondamentale importanza nella filosofia naturale del Settecento. Il flaconcino di vetro venne scoperto nel 1745 nella città olandese di Leida e di fatto è stato un efficace strumento per stimolare l’indagine del mondo naturale rimettere in moto l’interazione tra la parte razionale (cioè l’interpretazione dei fenomeni) e la parte sperimentale applicativa (cioè gli strumenti).

Inizialmente, si pensava che la Bottiglia potesse essere utilizzata per elettrizzare l’acqua all’interno di essa, per ottenere un liquido dalle proprietà curative o revitalizzanti. Tuttavia, la scoperta avvenne in maniera graduale, quando alcuni ricercatori olandesi cercarono di capire l’elettricità e le sue proprietà. In verità l’effetto della bottiglia venne scoperto per un errore ballare; di uno studente dilettante in particolare, che non seguì la regola secondo cui un oggetto per essere caricato efficientemente, modificato ed efficace, deve essere tenuto isolato. Questo studente, invece, tenne la Bottiglia in mano, e successe qualcosa di incredibile. Quando toccò il chiodo che andava a pescare l’acqua per prenderne la carica elettrica presa da una macchina elettrostatica, ricevette una scossa fortissima e imprevedibile. La Bottiglia infatti avrebbe dovuto “scaricarsi” lungo il corpo dello sperimentatore che la reggeva in mano. Questo effetto sorprendente fu raccontato al professor di Leida, che rimase allarmato dall’accaduto.

Non solo l’efficacia della scossa era sorprendente, ma anche la sorpresa teorica, perché non doveva comportarsi così. La Bottiglia di Leida diventa quindi uno strumento molto importante per gli studiosi dell’epoca, che cercavano di capire come rivitalizzare la teoria elettrica. Tra i primi a cimentarsi nella spiegazione della Bottiglia c’è Benjamin Franklin, che spiegherà nei suoi diari come la parte interna sia caricata positivamente, e quella esterna negativamente. In questo modo si genera a tutti gli effetti un corto circuito che scarica la Bottiglia, e questo spiega la scossa.

La Bottiglia di Leida diventa così nel Settecento la base per molti altri strumenti. Lo stesso Volta la utilizzò come campione per realizzare molte delle sue invenzioni come l’elettroforo, il condensatore elettrico e la pila. Questi tre oggetti, infatti, hanno una struttura simile alla Bottiglia di Leida, che viene così vista come uno strumento di vera e propria filosofia naturale che ribalta la teoria elettrica.

Oggi la Bottiglia di Leida è ancora oggetto di studio e di ammirazione, e la sua importanza è riconosciuta in tutto il mondo. Strutture come il Museo per la Storia dell’Università di Pavia ne hanno fatto una delle loro attrazioni principali ricostruendo l’oggetto per farlo provare ai visitatori e alle scuole, con le dovute cautele. La sua rilevanza è stata riconosciuta non solo dal punto di vista scientifico, ma anche sociale, come gioco di società nel XVIII secolo in grado di suscitare stupore e divertimento. In questi esperimenti, le persone cercavano di far svenire le dame per poi rianimarle con la scarica elettrica. Questo clima giocoso e divertente, tipico del Settecento si univa alla curiosità scientifica, creando un’atmosfera unica, forse difficile da comprendere per i nostri occhi moderni. Ma alla fine, è importante ricordare che anche attraverso questi giochi, la scienza ha fatto passi avanti nel campo dell’elettricità e della fisica, dimostrando che la conoscenza può essere acquisita in modi diversi e inaspettati.

Giacomo Pelizza

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