Autore Redazione
giovedì
8 Giugno 2017
05:01
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Cronaca - Alessandria

Una marcia per non dimenticare Simona, morta 3 giorni dopo il parto

Famigliari e amici di Simona Casciano, morta a 38 anni tre giorni dopo il parto, questo giovedì sera si muoveranno in corteo dall'ospedale di Alessandria fino al Tribunale
Una marcia per non dimenticare Simona, morta 3 giorni dopo il parto

ALESSANDRIA – Marceranno dall’ospedale al tribunale di Alessandria per tenere vivo in tutta la città il ricordo di Simona Casciano. I famigliari e gli amici della mamma di 38 anni morta tre giorni dopo il partoquesto giovedì sera attraverseranno in silenzio le vie del centro storico.

Il primo passo lo muoveranno alle 19.45 in via Venezia, a pochi metri dall’ingresso dell’ospedale civile dove, il 13 febbraio del 2016, il cuore di Simona aveva smesso di battere. Solo tre giorni prima, nella notte tra il 9 e il 10 febbraio, la donna aveva dato alla luce la sua prima figlia. L’immensa gioia per l’arrivo di Arianna, una bella bambina di 3,5 Kg, era stata però offuscata dai dolori accusati da Simona appena uscita dalla sala parto. Fitte e formicolii alle gambe che avevano costretto la neo mamma nel letto del reparto di Ginecologia fino alla tragedia.

Mia figlia Simona era una ragazza sempre sorridente e molto dolce, era radiosa per l’arrivo di Arianna  – ha ricordato Maria, mamma di Simona – a distanza di quasi 16 mesi dal giorno della tragedia stiamo ancora aspettando una risposta da parte degli inquirenti, che metta in luce chiaramente per quale motivo, mia figlia che era in ottima salute ed ha avuto un parto naturale, è rimasta bloccata a letto immobile per più di 3 giorni senza alcuna cura, pur lamentando dolori e formicolii alle gambe, alla fine sia morta per un’embolia polmonare che non le ha lasciato scampo”.

Passo dopo passo famigliari e amici di Simona questo giovedì sera arriveranno quindi in corso Crimea, davanti al Palazzo di Giustizia cui chiedono “non venga tralasciato nulla” per fare “chiarezza” sulla morte di Simona. Le indagini, infatti, sono ancora in corso. Dopo una prima perizia che aveva attribuito la causa del decesso a un’embolia polmonare “non imputabile a colpa medica”, l’opposizione della famiglia di Simona alla richiesta di archiviazione aveva convinto il Gip ad un’analisi più approfondita. Da allora, settembre 2016, altri mesi sono passati e famigliari e amici ora attendono la relazione del nuovo medico legale nominato dalla Procura. Quindici persone sono state iscritte nel registro degli indagati ma chi amava e conosceva Simona non punta il dito contro nessuno. Quello che  famiglia e amici chiedono, però, è una risposta da dare alla piccola Arianna. Se davvero è stato fatto tutto il possibile per salvare Simona ed evitare una tragedia che ha “distrutto una famiglia” e lasciato una bambina di allora soli tre giorni senza la sua mamma.

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