Autore Redazione
sabato
19 Ottobre 2024
20:15
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Cronaca - Casale Monferrato

Addio a Giorgio Ottolenghi, Presidente Emerito della Comunità Ebraica casalese

Addio a Giorgio Ottolenghi, Presidente Emerito della Comunità Ebraica casalese

CASALE MONFERRATO –  Nella mattina di venerdì 18 ottobre è mancato, all’ospedale Santo Spirito di Casale Monferrato, Giorgio Ottolenghi, per 60 anni alla guida della Comunità Ebraica casalese e ora Presidente Emerito. Era nato a Casale il 18 gennaio del 1923. La sua è stata una lunga vita spesa in gran parte al servizio della piccola Comunità monferrina di cui è stato l’artefice della rinascita nel dopoguerra. Con Giorgio Ottolenghi se ne va anche un riconosciuto esponente e animatore della vita cittadina.

Giorgio Ottolenghi ci ha lasciato e, anche se anagraficamente era prevedibile, siamo stupiti perché una parte di noi era illusa che non sarebbe mai accaduto – ha sottolineato l’attuale Presidente della Comunità Ebraica Daria Carmi Ci eravamo abituati così. Ad averlo. Nei suoi quasi 102 anni il mondo si è completamente rivoluzionato ma lui è rimasto una costante. Giorgio se ne è andato durante Sukkot ed ha celebrato il suo ultimo Yom Kippur, una data importante, fra le più importanti per questa Comunità che lui ha presieduto per 62 anni.  Ha avuto una gioventù difficile, ha conosciuto la paura delle persecuzioni, è dovuto scappare, ha pensato che non sarebbe ritornato in Italia. E invece è ritornato. Ed ha avuto il coraggio di andare avanti. Ha seminato. Ha incontrato, scelto e sposato Adriana, sua compagna di una vita. Si sono amati e sostenuti a vicenda ogni giorno. Insieme hanno lavorato per la ricostruzione della Comunità Ebraica di Casale Monferrato, per la sua rinascita, nonostante il dolore, nonostante il vissuto, nonostante le assenze. Una rinascita che riguardava anche la ridefinizione dell’identità ebraica, del senso di appartenenza, dell’orgoglio di essere ebrei. Un momento quello, in cui ci si è scelti, ci si è fatti famiglia anche senza avere parentela. La nostra comunità ebraica è una famiglia. Una famiglia che oggi si stringe attorno ad Adriana e a Joey, che con Simona ha dato ai nonni due splendidi nipoti, Sara e Michele, che hanno avuto la fortuna di scambiare tanto con Giorgio.  Tutti noi oggi perdiamo una guida fondamentale a cui dobbiamo moltissimo”.

Giorgio Ottolenghi proveniva da una famiglia casalese di antiche origini. Figlio dell’avvocato Giuseppe Ottolenghi e di Valeria Artom, dal 1926 visse nel palazzo settecentesco nel quartiere di San Domenico che sarà per tutta la sua vita la sua residenza. Nel 1938 le leggi razziste del fascismo imposero all’allora al quindicenne Giorgio Ottolenghi di proseguire gli studi privatamente. Nel 1940 visse anche l’esperienza del lavoro obbligatorio alla Cartiera Burgo, dove si adoperò per trovare lavoro a un giovane medico ebreo polacco, rifugiato a Casale: Wolf Walter, che venne assunto a lavorare in incognito all’ospedale casalese.

Nel dicembre del 1943 la famiglia Ottolenghi, comprendendo quanto rimanere in Italia fosse troppo pericoloso, provò a raggiungere clandestinamente la Svizzera. “ll passaggio del confine è stata l’ora più lunga della mia vita” ricordava Giorgio narrando le peripezie che avevano portato più volte lui e i suoi cari sul punto di essere scoperti.

Dopo l’internamento in un campo elvetico, tornò a Casale nell’estate del 1945 e   studi nel 1948, con la laurea in chimica all’Università di Genova.  Cominciò così a lavorare per un’industria del settore associata all’Olivetti, poi, nel 1955, un incarico amministrativo lo portò a Roma per due anni.  Ma la voglia di tornare a Casale era più forte. Ereditò il Cinema Moderno in via Roma e cominciò così a occuparsi della sala insieme al gestore Giovanni Daghino.

È in questo periodo che, mentre è a Torino a ritirare delle pellicole, ha l’occasione di conoscere Adriana Torre che ha appena conseguito la laurea in giornalismo a New York ed è per puro caso nel capoluogo in visita alla famiglia. Da lì a poco Giorgio le chiederà di sposarlo e due anni dopo nascerà il loro figlio Joseph.

Sempre nel 1958 Giorgio Ottolenghi subentrava al padre alla guida della Comunità Ebraica incarico che manterrà per i 62 anni seguenti (un primato per le comunità ebraiche d’Italia). Subito si impegnò  per il restauro di un bene che era in condizioni disastrose: in accordo con Luciano Mazzarino, direttore della Sovraintendenza Delle Belle Arti di Torino, e l’architetto Giulio Bourbon colse un’opportunità storica per restaurare la Sinagoga.  Grazie a un impegno quotidiano e ai finanziamenti del Ministero – i primi che lo Stato italiano destina al recupero di un bene che appartiene a una confessione non cattolica – la sala da preghiera riaprì le porte nel 1969, meritandosi da molti l’appellativo di Sinagoga più bella d’Europa. A questa seguiranno l’apertura al pubblico del Museo degli Argenti e del resto del complesso di vicolo Salomone Olper, oggi il sito più visitato della provincia di Alessandria e una continua fucina di attività culturali.

Per Giorgio Ottolenghi gli anni 70 segnarono l’inizio anche di un’altra avventura. A quasi cinquant’anni conseguì la laurea in medicina e la specializzazione in medicina nucleare. Lo studio aperto vicino alla sua abitazione divenne così un punto di riferimento per la salute di molti casalesi.

Nel giugno del 2020 passò la guida della Comunità al presidente a Elio Carmi. Un passaggio di testimone che sancì l’impegno collettivo di queste due famiglie a favore della Comunità e dei suoi beni, oggi tutelati dalla Fondazione Casale Ebraica ETS. Per il grande impegno profuso a favore della Comunità è stato insignito del titolo di Presidente Emerito.  I suoi 100 anni nel gennaio del 2023 sono stati festeggiati dall’intera città e dall’ebraismo italiano riconoscenti per il suo contributo.

Fino all’ultimo, pur limitando le sue apparizioni pubbliche allo stretto indispensabile, Giorgio Ottolenghi è stato partecipe della vita comunitaria, condividendo con chi aveva il piacere di incontrarlo, ricordi e consigli.  “Come Giorgio non c’è nessuno – ricordava l’allora presidente Elio Carmi – proprio nel giorno in cui Ottolenghi raggiungeva il secolo di vita – in 60 anni di presidenza ha cavalcato la modernità della Comunità di Casale. È stato la nostra fortuna, siamo una squadra fatta di poche persone, ma con una forza enorme, per questo continueremo a esserci, materialmente e ebraicamente. Giorgio continua a essere presente nella continuità di quello che facciamo. Io sono orgoglioso e fraternamente commosso di essere vicino a lui”.

Giorgio Ottolenghi lascia, oltre alla moglie Adriana e al figlio Joseph, anche una sorella minore, Fulvia, che oggi vive in Israele e i nipoti Sara e Michele oltre a numerosi pronipoti.

I funerali si svolgeranno domenica 20 ottobre a partire dalle ore 15.30 al Cimitero Ebraico Nuovo di Casale Monferrato, in via Cardinal Massaia 112.

(nella foto in copertina Giorgio Ottolenghi ed Elio Carmi)

 

 

 

 

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