11 Novembre 2025
05:02
Transizione energetica: il Piemonte accelera. Un’impresa manifatturiera su tre investe in rinnovabili ed efficienza
PIEMONTE – Il tessuto manifatturiero piemontese sta vivendo una stagione di rinnovata vitalità sul fronte della transizione energetica. Secondo l’ultimo focus realizzato da Unioncamere Piemonte nel luglio 2025 su un campione di circa 1.700 aziende, quasi un’impresa su tre (28,6%) ha già avviato investimenti o li pianifica per i prossimi due anni. Si tratta di un segnale di svolta rispetto al passato recente, con una progressiva riduzione delle imprese che considerano la sostenibilità energetica un tema non prioritario: dal 74,1% del 2024 al 71,5% di oggi.
“È un segnale di grande incoraggiamento – commenta Gian Paolo Coscia, presidente di Unioncamere Piemonte – Sempre più aziende riconoscono la portata strategica degli investimenti in efficienza e fonti rinnovabili. Il nostro compito ora è sostenere questa crescita e creare le condizioni perché diventi un vantaggio competitivo per l’intero sistema produttivo regionale”.
Le grandi aziende trainano la trasformazione
La propensione a investire in energia verde varia fortemente in base alla dimensione aziendale. Solo il 10,4% delle microimprese (meno di 10 addetti) ha investimenti in corso, contro il 59,7% delle aziende con oltre 250 dipendenti. Se si considerano anche i progetti in fase di pianificazione, la differenza resta marcata: il 77,8% delle imprese con più di 50 addetti è coinvolto nel processo di transizione, contro appena il 24,5% delle più piccole.
Le realtà di dimensioni medio-grandi, dunque, guidano il cambiamento, ma l’obiettivo delle istituzioni è allargare la partecipazione anche alle PMI, che rappresentano l’ossatura produttiva del territorio.
Fotovoltaico e efficienza energetica le priorità
Tra le imprese già attive nella transizione, la produzione di energia da fonti rinnovabili è la direttrice principale: il 65,7% punta su impianti di autoproduzione, soprattutto fotovoltaici, già presenti nel 23% del totale delle aziende piemontesi.
Segue il miglioramento dell’efficienza energetica degli impianti produttivi (46,6%), mentre un 10,5% si concentra su digitalizzazione e monitoraggio dei consumi e un 9,5% ha installato sistemi di accumulo.
Questi investimenti iniziano a dare frutti concreti: le imprese che autoproducono energia coprono in media il 32,3% del proprio fabbisogno, un dato che testimonia un primo passo verso l’indipendenza energetica.
Motivazioni economiche e sostenibilità ambientale
Il principale motore della transizione resta l’aspetto economico: il 45,1% delle imprese indica la riduzione dei costi operativi come il principale beneficio, in particolare il contenimento delle bollette energetiche.
Seguono la sostenibilità ambientale (19%), l’accesso a incentivi (13,9%), il miglioramento dell’immagine aziendale (13,3%) e una maggiore stabilità dei costi energetici (12,5%). Tuttavia, un dato critico resta la percezione limitata dei vantaggi: oltre il 42% delle aziende dichiara di non riscontrare benefici significativi, segno di un potenziale ancora da valorizzare.
Ostacoli: costi, burocrazia e carenza di competenze
Accanto ai segnali positivi, persistono ostacoli strutturali che frenano la diffusione degli investimenti. I principali restano i costi di investimento (58,5%), la complessità burocratica (31,5%) e l’incertezza normativa (22,4%).
Ma il problema più evidente è la mancanza di competenze specialistiche: oltre il 70% delle imprese non dispone di figure dedicate alla gestione della transizione energetica. Solo il 2,2% ha un esperto interno, mentre il 20,2% si affida a consulenti esterni. E la situazione non sembra destinata a cambiare presto: solo il 2,4% prevede nuove assunzioni specializzate nei prossimi due anni, contro un 29% che continuerà a esternalizzare.
Comunità energetiche e nuove collaborazioni
Una novità interessante arriva dal fronte delle Comunità Energetiche Rinnovabili (CER). Se il 37,2% delle imprese dichiara di non conoscerle, cresce la quota di chi ha già aderito (3,8%) o intende farlo (12,6%). Un segnale che apre prospettive di cooperazione territoriale e condivisione dell’energia pulita.
Uno sguardo al futuro
Il Piemonte manifatturiero, pur tra difficoltà e divari, mostra dunque una direzione chiara e irreversibile. Le imprese che hanno scelto di investire in rinnovabili, efficienza e innovazione stanno costruendo le basi per un’economia più resiliente, sostenibile e competitiva.
La sfida dei prossimi anni sarà rendere accessibile questa transizione anche alle piccole imprese, rafforzando la formazione, semplificando la burocrazia e garantendo strumenti di supporto efficaci. Solo così il “motore verde” piemontese potrà esprimere tutto il suo potenziale.