Autore Redazione
giovedì
26 Aprile 2018
17:00
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Cronaca - Alessandria

Debito in sospeso della ex dietro il tentato omicidio in via Marengo

Il Gip ha convalidato solo uno dei due fermi scattati a poche ore dal ferimento del cittadino marocchino trovato riverso nel parcheggio dell'albergo Keiko in via Marengo con una ferita da arma da fuoco in testa
Debito in sospeso della ex dietro il tentato omicidio in via Marengo

ALESSANDRIA – Resta in carcere Vangjel Daja, il cittadino albanese di 45 anni, accusato del tentato omicidio di un cittadino marocchino di 33 anni, sabato notte trovato riverso a terra nel parcheggio davanti all’hotel Keiko in via Marengo ad Alessandria con un foro d’arma da fuoco in testa. Il Gip ha convalidato il fermo dell’uomo, scattato a poche ore dall’accaduto grazie all’indagine condotta in sinergia da Carabinieri e Polizia. È tornata libera ma rimane comunque indagata per tentato omicidio in concorso la cittadina bielorussa di 29 anni che quella notte era con l’albanese davanti all’albergo all’ingresso della città di Alessandria.

Per gli inquirenti, però, sarebbe stata proprio lei a organizzare l’incontro con l’ex fidanzato marocchino per un presunto debito in sospeso di 1500 euro. Una somma che la vittima, a suo dire, avrebbe prestato alla donna durante la loro relazione e poi preteso indietro una volta terminata la storia. In base a quanto ricostruito da Carabinieri e Polizia, la cittadina bielorussa, sorda alla richiesta di denaro, sabato avrebbe quindi affrontato l’ex nel parcheggio in via Marengo accompagnata dall’attuale fidanzato. Proprio il cittadino albanese avrebbe poi esploso tre colpi d’arma da fuoco. L’uomo, hanno spiegato gli inquirenti, avrebbe ammesso di aver sparato, precisando però di aver rivolto l’arma in aria.

Secondo il racconto del cittadino albanese, assistito dall’avvocato Alexia Cellerino, quei colpi sarebbero stati esplosi per legittima difesa. Daja sarebbe infatti riuscito a disarmare una delle persone che sabato notte era nel parcheggio insieme alla vittima e che l’avevano poi accerchiato. Nel tentativo di spaventare e allontanare il gruppo di uomini, Daja avrebbe  sparato in aria, colpendo accidentalmente il cittadino marocchino.  Per Carabinieri e Polizia, invece, l’uomo ha puntato alla vittima, prima anche colpita al volto con il calcio della pistola, che ancora non è stata ancora ritrovata.

Nonostante le ferite, proprio il 33enne marocchino sabato notte ha indirizzato i Carabinieri del Nucleo Operativo e Radio Mobile di Alessandria e i militari del Nucleo Investigativo del Reparto Operativo verso una Audi A1 bianca con a bordo un uomo e una donna dell’Est Europa, che la vittima ha solo detto di conoscere. Fondamentale è stata quindi la collaborazione della Squadra Mobile della Questura di Alessandria. Il cittadino albanese, infatti, era recentemente finito nel mirino dei poliziotti durante un’indagine per droga e grazie all’attento monitoraggio dei suoi spostamenti Polizia e Carabinieri sono riusciti a rintracciare la coppia a Nizza Monferrato a casa di un cittadino italiano, ora indagato per favoreggiamento per aver cercato di fornire un alibi ai due. È risultata intestata all’italiano anche una scheda sim attivata proprio il giorno dell’aggressione e trovata poi nella borsa della cittadina bielorussa insieme al porta scheda di un’altra utenza telefonica da cui erano stati inviati alcuni messaggi minatori alla vittima. Convinti di aver ricostruito quanto accaduto sabato notte nel parcheggio, Carabinieri e Polizia proseguono le indagini, determinati a raccogliere ulteriori elementi richiesti dal Gip per dimostrare l’eventuale responsabilità della donna nel tentato omicidio del cittadino marocchino, ora in fase di recupero dopo il delicato intervento chirurgico che ha permesso di estrarre solo uno dei due frammenti di metallo che i medici hanno trovato conficcati nella sua testa.

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