Autore Redazione
venerdì
24 Maggio 2019
01:03
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Cronaca - Alessandria

“Le tasse sulle tasse” che alleggeriscono le tasche di alessandrini e piemontesi

Le imposte occulte colpiscono soprattutto i piemontesi. La provincia di Alessandria è tra le top 50
“Le tasse sulle tasse” che alleggeriscono le tasche di alessandrini e piemontesi

ALESSANDRIA – Ogni giorno ci lamentiamo delle spese e delle tasse. Un carico sempre più pesante aggravato dal fatto che esistono anche delle “tasse occulte“. Lo spiega la Uil che ha analizzato la situazione scoprendo come ogni anno i cittadini diano a Regioni e Province 4,9 miliardi in tutto per colpa delle “tasse sulle tasse“. Gli ulteriori balzelli che spillano soldi ai contribuenti si chiamano Arisgam, Irba, Tefa, Ipt, Imposta RC Auto.

L’Asigram è una Addizionale Regionale sul consumo del gas metano sia per usi domestici che per usi industriali istituita nel 1990. L’Irba è l’acronimo che identifica l’Imposta Regionale sulla Benzina per Autotrazione anche questa in vigore dal 1990 e attiva in sette regioni, tra cui il Piemonte. C’è poi l’Imposta Provinciale di trascrizione iscrizione e annotazione di veicoli. Si tratta dell’Ipt tariffa che fino a 53 Kilowatt è fissa, pari a 150,81 euro. Al di sopra si pagano 3,51 euro per ogni kilowatt aggiuntivo. Ogni Provincia può deliberare l’aumento della tariffe dell’imposta fino a un massimo del 30% e la Provincia di Alessandria figura tra quelle con la maggiorazione del 30%. C’è poi l’imposta sulle assicurazioni contro la responsabilità civile dei veicoli.

Le due tasse regionali, Arisgam e Irba, fanno entrare nelle casse piemontesi rispettivamente 86.500.000 e 22.260.555 per un totale che piazza il Piemonte in vetta rispetto a tutte le altre regioni.

Va un po’ meglio per le imposte provinciali anche se l’Alessandrino è comunque tra i primi 50 territori per esborso complessivo, pari a 32.800.000 euro.

Imposte occulte
Imposte occulte
Imposte occulte

Imposte occulte regionali

Ecco il glossario delle “tasse sulle tasse”:

ARISGAM
E’ l’Addizionale Regionale sul consumo del gas metano sia per usi domestici che per usi industriali. E’ stata istituita nel 1990 (Presidente del Consiglio Andreotti e Ministro delle Finanze Formica). Il Decreto legislativo del federalismo fiscale prevede che è facoltà delle Regioni abolire tale imposta o sostituirla con altri tributi. E’ un’imposta addizionale che grava sul consumo di gas e metano per usi domestici ed industriali. L’entità del tributo viene stabilita dalle Regioni, che possono legiferare aumenti che vanno dal minimo di 5,50 euro ad un massimo a 30,98 euro ogni mille metri cubi di gas consumato. Da una analisi della UIL Servizio Politiche Territoriali, per le Regioni si tratta di un introito di 470 milioni di euro l’anno.

Imposta Regionale Benzina Autotrazione (IRBA)
A concorrere al prezzo (alto) dei carburanti, oltre alle accise nazionali vi è una tassa sconosciuta ai più: si tratta dell’IRBA, sigla stante per “Imposta Regionale sulla Benzina per Autotrazione”.
L’IRBA, riguarda le Regioni a statuto ordinario ed è stata introdotta nel 1990, si applica sulla benzina per autotrazione erogata dagli impianti di distribuzione ubicati nel territorio regionale, ivi
compresi quelli destinati ad uso privato. La misura dell’IRBA è determinata in euro 0,0258 per litro di benzina (2,58 centesimi ogni 100 litri di carburante).
Attualmente è in vigore solo in sette Regioni (Calabria, Campania, Lazio, Molise, Piemonte, Liguria, Marche).

IMPOSTA PROVINCIALE DI TRASCRIZIONE
L’Imposta Provinciale di trascrizione è stata istituita con il Dlgs 446/1997 e successive modificazioni (istituita da Visco nel primo Governo Prodi e confermata dal duo Tremonti –
Calderoli con il federalismo fiscale). Si applica su tutte le formalità di trascrizione, iscrizione ed annotazione relative ai veicoli, richieste al Pubblico registro automobilistico (PRA) e su quelle che si basano sui titoli destinati alla pubblicità nel PRA (per esempio: l’iscrizione originaria o prima iscrizione di un veicolo nel PRA; l’iscrizione dell’ipoteca legale a favore del venditore o del sovventore del prezzo; l’iscrizione dell’ipoteca convenzionale a favore di altri creditori; i trasferimenti di proprietà del veicolo; la rinnovazione dell’ipoteca; la cancellazione parziale di una iscrizione dell’ipoteca). L’IPT si applica sulla base di una apposita tariffa che fino a 53 Kilowatt è un importo fisso che ammonta a 150,81 euro, al di sopra si pagano 3,51 euro per ogni kilowatt aggiuntivo.
Ogni Provincia può deliberare l’aumento della tariffe dell’imposta fino ad un massimo del 30%. Ben 89 province applicano la maggiorazione del 30%. Ad oggi, ad eccezione di Aosta, Bolzano, e Trento, che applicano la tariffa base, tutte le province hanno deliberato aumenti che vanno dal 10% (Matera), il 20% (Arezzo, Avellino, Bari, Benevento, Carbonia-Iglesias, Grosseto, Latina, Lecce, Pescara, Pordenone, Reggio Emilia, Siracusa, Vicenza), il 25% (Crotone, Ferrara e Sondrio), mentre la maggiorazione del 30% è applicata da tutte le altre Province tra cui Roma, Milano, Bologna, Genova, Torino, Cagliari, Venezia. Per le Province si tratta di un introito, di 1,7 miliardi di euro.

IMPOSTA SULLE ASSICURAZIONI CONTRO LA RESPONSABILITÀ CIVILE VEICOLI (RCA)
Dal 1999 (Governo D’Alema con Visco Ministro delle Finanze) è devoluto alle Province il gettito dell’imposta sulle assicurazioni RCA derivanti dalla circolazione. L’imposta si applica sulle polizze assicurative, nella misura del 12,50% del premio, dei veicoli a motore (esclusi i ciclomotori) dove hanno sede i PRA nei quali i veicoli sono iscritti e di macchine agricole nel cui territorio risiede l’intestatario della carta di circolazione. Il decreto sul federalismo fiscale (Governo Berlusconi), ha stabilito che, dal 2011 le Province possano modificare in alto ed in basso l’aliquota di base del 3,5% (aliquota massima 16%). Attualmente se si escludono 2 province (L’Aquila con il 14,5% e Aosta con il 9%), tutte le altre province applicano l’aliquota massima del 16%. Secondo i calcoli della UIL Servizio Politiche Territoriali, le Province incassano ogni anno circa 2,2 miliardi di euro.

TRIBUTO PER L’ESERCIZIO DELLE FUNZIONI DI TUTELA, PROTEZIONE ED IGIENE DELL’AMBIENTE (TEFA)
Il tributo e’ applicato alle tariffe e/o alla tassa per lo smaltimento dei rifiuti solidi urbani. E’ stato istituito nel 1992 (Governo Ciampi e Ministro delle Finanze Visco, abrogato nel 2006 e
riconfermato con il federalismo fiscale (Tremonti-Calderoli). Il tributo è commisurato alla superficie degli immobili assoggettati dai Comuni alla tassa per lo smaltimento dei rifiuti (TARI) e soggetti passivi sono gli stessi sui quali grava la predetta tassa/tariffa comunale. L’aliquota è stabilita annualmente dalla Provincia. L’aliquota viene stabilita annualmente dalla Provincia con aliquota minima dell’1% fino ad un massimo del 5%.
Attualmente, secondo una analisi della UIL Servizio Politiche Territoriali, la stragrande maggioranza delle Province, applica l’aliquota del Tributo Provinciale Ambientale più alta (5%), tra
cui Roma, Milano, Napoli, Bari, Torino, Genova, Firenze, Venezia, Palermo, Cagliari. Da questo tributo le Province ogni anno incassano 414 milioni di euro.

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