Autore Redazione
venerdì
14 Agosto 2020
16:27
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Cronaca - Alessandria

Pfas nell’acqua: il sindaco di Montecastello scrive a Solvay

Pfas nell’acqua: il sindaco di Montecastello scrive a Solvay

ALESSANDRIA – La questione Pfas, Perfluoroalchilici, dopo il ritrovamento nell’acqua potabile dl pozzo di Montecastello, risalente a giugno, continua a essere monitorata da Arpa e Asl. Come comunicato dall’Agenzia per la protezione dell’ambiente nel mese di luglio, su campionamento Asl, sono stati analizzati i pozzi usati per il prelievo delle acque degli acquedotti della bassa valle Tanaro e dello Scrivia in provincia di Alessandria, corsi d’acqua nei quali era stata trovata la presenza di composti perfluoroalchilici nei mesi precedenti. Dalle analisi è emerso che in otto comuni sono state trovate tracce di queste sostanze nei pozzi di emungimento e cioè a Pietra Marazzi, Bassignana, Tortona, Castelnuovo Scrivia, Isola Sant’Antonio, Sale, Guazzora e Villarvernia. Nel pozzo di Montecastello, da giugno precauzionalmente non più allacciato alla rete di distribuzione acquedottistica del paese, i valori registrati si attestano ancora sui dati già rilevati in precedenza.
I test sono stati compiuti anche sui pozzi della città di Alessandria, come in passato, dove però non è stata riscontrata alcuna presenza di queste sostanze.

I controlli proseguiranno anche se qualche sindaco ha cominciato a muoversi per ottenere informazioni più dettagliate. È il caso di Gianluca Penna, primo cittadino di Montecastello che, alla luce della confermata presenza del C6O4 nelle acque del pozzo vicino al fiume Tanaro, ha deciso di inviare una nota alla Solvay.Ho chiesto a Solvay – ha spiegato il sindaco – cosa stavano facendo in merito a quanto successo. Lo abbiamo fatto perché a Montecastello abbiamo emanato una ordinanza che impone la riduzione dell’uso dell’acqua in questo periodo“. Il paese infatti, grazie ad Amag, si è collegato al pozzo di Pietramarazzi bypassando il problema del mancato utilizzo del consueto pozzo, ma con il rischio di “avere ripercussioni sulla disponibilità di acqua per i cittadini e le aziende del territorio“. L’azienda ha replicato, continua Penna, escludendo in modo categorico ogni responsabilità sulla presenza del C6O4 per diversi motivi e comunque puntualizzando che in assenza di limiti di riferimento per le acque a uso potabile ha derivato un limite di 7 microgrammi/litro“. Il sindaco tuttavia non intende demordere e in questi giorni ha inviato una nuova lettera. Nel secondo documento inviato a Solvay il primo cittadino ha precisato innanzitutto che “i limiti non dovrebbero essere dettati dall’azienda ma dall’Istituto superiore di Sanità“. Quest’ultimo, ha aggiunto “sebbene al momento abbia fornito solo indicazioni, spiega che i valori superiori a 0,5 microgrammi per litro dei Pfas possono essere problematici e comunque in Veneto la legge regionale prevede limiti ancora più bassi“. Il piglio combattivo del sindaco di Montecastello è sfociato nell’ulteriore e sardonica considerazione. Nella lettera ha infatti invitato il polo chimico a informarsi su chi stia usando il C6O4: “Visto quanto mi hanno scritto, e cioè che la presenza del Pfas in paese non può assolutamente essere imputata a loro, dovrebbero preoccuparsi del fatto che ci sia qualcuno che sta usando o producendo una sostanza di cui loro hanno il brevetto“.

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