Autore Redazione
domenica
12 Luglio 2020
05:30
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Cronaca - Casale Monferrato

Il gusto del Monferrato: la “sòma d’aj” (soma d’aglio)

Il gusto del Monferrato: la “sòma d’aj” (soma d’aglio)

PROVINCIA DI ALESSANDRIA – Ancora una volta il format enogastronomico di Radio Gold, “Il gusto del Monferrato”, vi sorprenderà con la narrazione degli inconfondibili sapori legati al territorio monferrino e alla sua tradizionale culinaria. Naturalmente, anche in questa nuova puntata della rubrica, i preziosi consigli di Eleonora Viale, esperta della cucina tradizionale piemontese, ci aiuteranno durante le fasi di preparazione della ricetta e, ancor prima, nella scelta degli ingredienti da utilizzare. A proposito di quest’ultimi, ne serviranno davvero pochi. Sarà però importante, come spesso ricordiamo, utilizzare i prodotti del territorio. La sòma d’aj sarà la protagonista indiscussa di questo approfondimento. Scopriamo insieme di cosa si tratta, andando indietro nel tempo con qualche veloce cenno storico.

“La sòma d’aj – spiega Eleonora Vialeè un piatto tipico del Monferrato; di origine contadina, molto povero, deve il suo nome, sòma, dal paragone con il pasto degli animali meno nobili usati, per l’appunto, come bestie da soma, che si accontentano di mangiare, come si suol dire in questi casi, quel che passava il convento. In stagione d’uva, la sòma d’aj era il pasto di chi passava la giornata a lavorare la vigna; era la merenda dei nostri nonni che, ancora bambini, aiutavano già a mandare avanti la casa e i campi”.

In riferimento alla vita contadina del tempo, Eleonora ricorda che “spesso si pranzava con il pane fatto in casa, tagliato a fette, strofinato con l’aglio intinto nel sale e gustato con uva bianca da tavola – come, ad esempio, la lugnenga, un’uva bianca che maturava a luglio (nota anche come gnenga) – o con uva Barbera o con uva rosata”.

Vi erano, però, anche alcune “famiglie che potevano permettersi di comprare un po’ di olio di oliva o ricavare olio dalla spremitura delle noci, arricchendo con questo le fette di pane agliato. La sòma d’aj veniva consumata anche nei momenti conviviali, in compagnia, sotto la topia di casa: una specie di pergola d’uva da cui pendevano gloriosi grappoli del prezioso frutto. Oggi – conclude Eleonora – la sòma d’aj è un piatto che finisce tra gli antipasti e che, addirittura, può essere una buona idea per un’apericena”.

Ecco gli ingredienti necessari per 4/6 persone per preparare questa ricetta:

– una bella monferrina di pane o pane casereccio;

– uno spicchio di aglio per ogni persona;

– sale fino;

– due grappoli di uva barbera o uva bianca da tavola;

Se avete la monferrina, vi basterà tagliarla a fette spesse un centimetro circa. Sistematele, poi, su un bel piatto da portata. Se, invece, avete il pane casereccio, le fette che otterrete dovrete tostarle in forno a 120° per ottenere un po’ di crosticina. Si tratta di un passaggio importante. Bisogna, però, non far seccare il pane.

Lavate velocemente, sotto l’acqua corrente, l’uva; mettetela, quindi, su un canovaccio, facendola asciugare un po’. Ricavatene, poi, dei piccoli grappoli per ogni commensale e poneteli su un piattino, con lo spicchio d’aglio. Ora avete tutto. Servite con il pane e strofinate le vostre fette con l’aglio intinto nel sale.

Infine, se si desidera, sulla sòma d’aj si può aggiungere un filo di olio di oliva, dal più delicato, come per esempio quello ligure, a uno più strutturato, come quello pugliese.

Un consiglio: Accompagnate questo meraviglioso aperitivo fortemente legato alla tradizione con un vino rosé; il Chiaretto monferrino, per esempio, oppure, in alternativa, un vino “fuori porta”, come una Ribolla Gialla del Friuli, sono entrambi ideali.

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