Autore Redazione
venerdì
20 Ottobre 2023
16:21
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- Tortona

Capra sbranata dai lupi a Tortona. Chiodi: “No agli allarmismi ma piano di cattura infattibile”

Capra sbranata dai lupi a Tortona. Chiodi: “No agli allarmismi ma piano di cattura infattibile”

TORTONA (AL) – La recente scoperta di una carcassa di capra predata nella zona nord di Tortona, due giorni fa in prossimità del fiume Scrivia, ha innescato una serie di discussioni sulla gestione della presenza dei lupi nella zona. La carcassa è stata rinvenuta su un terreno privato dal proprietario. Un branco di tre lupi avrebbe isolato la capra dal gregge di un pastore, per poi sbranarla.

Il sindaco di Tortona Federico Chiodi ha informato le autorità dopo aver ricevuto le fotografie della carcassa, avvertendo i carabinieri e il Servizio Veterinario dell’Asl. In una riunione con ATC e le autorità provinciali è stata proposta la cattura e il rilascio dei lupi nei territori adatti. Non c’è bisogno di panico“, ha dichiarato il Sindaco ai microfoni di Radio Gold, “ci sono avvistamenti piuttosto frequenti a Viguzzolo, individui perlopiù solitari avvistati negli ultimi anni. Un piano di cattura, tuttavia, non è fattibile dal punto di vista dell’ATC perché sono animali in grado di percorrere molti chilometri. Non serve allarmarsi perché i lupi sono pericolosi solo per il bestiame, per proteggerlo serve comunque cautela”.

Nel 2023 si sono registrate nell’area dell’Oltrepò Pavese, contigua alla Val Curone, avvistamenti e segnalazioni di 5 o 6 branchi di lupi, con tracce di lupo rinvenute in bassa quota anche di recente a Volpedo. Dall’altro lato della discussione, Marco Ciccolella, esperto naturalista e guida abilitata al monitoraggio del lupo in Oltrepò Pavese, ha presentato una prospettiva più dettagliata.Il lupo è noto per percorrere lunghe distanze. E la predazione avviene in modo opportunista. Probabilmente si tratta di un branco composto da un maschio, una femmina e un giovane quasi adulto”.

Catturare e spostare il lupo in aree di montagna, come proposto da alcuni cittadini ed enti locali, avrebbe un’impatto importante sulla stabilità dei branchi. Questo per via della dispersione, periodo in cui i giovani lupi lasciano il branco di nascita per cercare un territorio e formare il proprio gruppo o unirsi a un branco esistente. Questo comportamento è spesso legato alla maturità sessuale e all’esigenza di evitare conflitti con i lupi più anziani nel branco di origine. “Durante la dispersione, i giovani lupi possono percorrere lunghe distanze alla ricerca di un territorio adatto e di compagni con cui formare un nuovo branco. Questo processo contribuisce alla diversità genetica delle popolazioni di lupi e alla colonizzazione di nuove aree. La dispersione è una fase importante nel ciclo di vita dei lupi e gioca un ruolo fondamentale nella dinamica delle popolazioni di lupi selvatici. Portare dunque un intero branco nel territorio di un altro, creerebbe sicuramente tensioni territoriali. E poi, quali territori intorno al tortonese sarebbero idonei? Val Borbera? Caldirola? I branchi censiti in Oltrepò potrebbero in pochi giorni raggiungere persino la Val D’Aveto, è difficilissimo “trasferire”, diciamo, il lupo in un luogo, con la certezza che non vi sia in quell’area un altro branco insediato in maniera stabile”, prosegue Ciccolella.

La soluzione più logica sembra dunque la rilevazione dei branchi presenti in pianura tramite il fototrappolaggio. “È il sistema più praticabile per monitorare il territorio e seguire i branchi. Inoltre, il fototrappolaggio funziona 24 ore su 24, consentendo di monitorare i lupi anche durante le ore notturne quando sono più attivi”, spiega Ciccolella, “Questo fornisce una panoramica completa del loro comportamento e delle loro abitudini. Inoltre, il fototrappolaggio è meno invasivo rispetto ad altre tecniche di monitoraggio, riducendo al minimo l’impatto umano sull’ambiente e sugli animali stessi”. La gestione della presenza dei lupi richiede un approccio equilibrato e informato che tenga conto delle dinamiche naturali di questi animali.

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