Autore Redazione
giovedì
26 Ottobre 2017
01:22
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Cronaca - Alessandria

Inquinamento: il nemico invisibile su cui c’è poco da scherzare

Non si vede ma il Pm10 è un problema serio.
Inquinamento: il nemico invisibile su cui c’è poco da scherzare

PROVINCIA DI ALESSANDRIA – L’inquinamento è una cosa seria e soprattutto non può essere un tema affrontato solo occasionalmente. Il suo vantaggio è che non si vede eppure c’è e colpisce in maniera subdola. L’immagine di copertina ritrae proprio due filtri esposti per 8 ore in una giornata invernale. Il risultato finale della foto è un apparente personaggio buffo ma in realtà quell’immagine rappresenta in maniera grottescamente preoccupante quello che spesso ci troviamo a respirare in una normale giornata invernale. Il nero al centro di quei cerchi bianchi è il concentrato di Pm10. La nefandezza di quanto respiriamo si percepisce bene nella foto seguente con il campionamento dei diversi livelli di Pm10.

L’emergenza è dunque continua e sempre più visibile come testimoniato, per esempio, dall’immagine scattata dalla Nasa (a seguire foto del 16 ottobre 2017 ndr). Si riferisce al 14 ottobre 2017 ed esprime chiaramente l’esiguità della neve sulle Alpi insieme al colore marrone largamente dominante in tutta la regione e la pianura alessandrina: la conseguenza di mesi senza piogge. Identifica empiricamente lo stato dei terreni, assetati da mesi come testimonia il prolungarsi dell’emergenza siccità (si legga l’articolo sui comuni che non possono usare l’acqua per fini alimentari perché i laghi della Lavagnina sono arrivati ai minimi storici).

Dall’immagine Nasa emerge la sete dell’arco alpino, diretta conseguenza dell’assenza di precipitazioni come ha spiegato Alberto Maffiotti, direttore provinciale dell’Agenzia regionale per la protezione dell’ambiente: “La neve sui monti è la quantità di acqua che si è trasformata in neve ed è precipitata al suolo. Adesso non c’è perché non ci sono state precipitazioni e perché le temperature sono state e sono molto alte. Lo zero termico è molto elevato in questo momento, ieri per esempio era oltre i 3mila metri e questo è assolutamente anomalo rispetto alla stagione”.

Poche precipitazioni portano a un periodo climatico secco: “La siccità ha un rapporto con la polverosità ed è un problema perché aumenta il rischio di incendi e infatti a settembre e a ottobre in buona parte della provincia ci sono stati diversi incendi (l’ultimo per esempio solo martedì). Poi l’assenza di piogge aumenta la possibilità di incremento del pulviscolo. Il lavoro nei campi innalza polveri che tendono a non cadere subito al suolo ma a rimanere in sospensione. A questo si aggiunge il fenomeno grave in questo periodo degli incendi delle stoppie. La combustione libera nell’aria materiali carboniosi che poi incidono sulla qualità dell’aria”.

La gravità della situazione si legge nei dati. Da almeno due settimane i livelli di polveri fini sono stati molto alti e in maniera continuativa, “peraltro anche in condizioni di assenza dell’incidenza del riscaldamento. Le macchine danno sicuramente un contributo molto alto ma in questo periodo si aggiunge proprio il fenomeno di combustione delle stoppie. Leggendo i dati scopriamo per esempio che a Casale, Novi Ligure e Tortona, ci sono stati giorni con livelli di Pm10 superiori a 100 microgrammo per metro cubo.”

All’orizzonte intanto le condizioni meteo continuano a essere poco promettenti. Le piogge sono previste solo a inizio di novembre ma saranno comunque scarse, come anticipato da Smi (Società Meteorologica Italiana).

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