28 Gennaio 2021
19:01
Il Piemonte chiede maggiore equità per il piano di vaccinazione Covid-19
TORINO – Disponibilità dei vaccini, modalità di distribuzione, categorie da includere e aggiornamenti sulle assegnazioni di medici e infermieri. Sono questi i quattro punti che Luigi Icardi, coordinatore nazionale della Commissione Salute e assessore regionale alla Sanità del Piemonte, ha evidenziato in una lettera indirizzata al ministro Speranza e al commissario Arcuri sul tema della campagna vaccinale contro il Covid-19.
Il documento pone in primo piano la necessità di conoscere la disponibilità di almeno un “minimo garantito” di vaccini, da incrementare se le disponibilità dovessero essere maggiori, “in modo da dare certezze rispetto alla attività a favore dei soggetti più fragili e minimizzare il rischio di rimandare le attività o non poter attivare le disponibilità con il dovuto anticipo”.
Sui criteri per la ripartizione dei vaccini tra le Regioni, viene contestata la nuova modalità individuata per la cosiddetta fase due che prevede l’assegnazione in proporzione alla quota di popolazione di ciascuna Regione: “Poiché esistono fra le Regioni differenze sensibili relativamente alla percentuale di popolazione di età uguale o superiore agli 80 anni sulla popolazione generale, sarebbe più corretto considerare una distribuzione proporzionale alla numerosità della classe dei soggetti di età uguale o superiore agli ottanta anni di ciascuna Regione“, ha scritto Icardi nella lettera. Tale criterio, sostiene il titolare della sanità piemontese, “andrebbe applicato anche ai soggetti di età uguale o superiore ai 60 anni e inferiore agli 80, che verranno vaccinati nel primo step della fase due”.
La lettera fa notare come “la definizione non univoca fra le Regioni della popolazione target del primo step della prima fase (dedicata ad operatori sanitari e socio-sanitari e ospiti delle residenze per anziani, sulla base delle quantificazioni della popolazione target proposte dalle Regioni), ha fatto sì che si siano creati alcuni problemi sia in termini di distribuzione che di utilizzo dei vaccini”.
Sulle categorie da includere nella vaccinazione Icardi ha chiesto “se l’assenza di previsioni per i professionisti sanitari che operano al di fuori delle strutture pubbliche o private accreditate indichi che questi debbano rientrare, se non presentano altre condizioni di età o condizione di fragilità, nella quarta fase del piano vaccinale, quella rivolta alla popolazione generale”. Anche per questo viene sottolineato che “per alcune specifiche attività sanitarie al comparto privato non accreditato fanno riferimento quote significative di popolazione”.
Infine, la lettera indica che “sarebbe necessario poter disporre nei tempi minori possibili delle informazioni relative alle figure professionali, specificando se medici o infermieri o assistenti sanitari, che saranno assegnati alle singole regioni fra coloro che hanno aderito al bando nazionale”, risultando inoltre essenziale “poter comprendere se e come e con quali costi verranno attivate le strutture Primula, in relazione alle quantità di vaccini effettivamente disponibili ed alla relativa dotazione di personale”.