Autore Redazione
giovedì
20 Maggio 2021
10:14
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Cronaca - Alessandria

L’assemblea generale Fiom Cgil a Casale per discutere di occupazione e sicurezza

L’assemblea generale Fiom Cgil a Casale per discutere di occupazione e sicurezza

CASALE MONFERRATO – La prossima assemblea generale, quella di venerdì 21 maggio 2021, della Fiom Cgil di Alessandria si terrà a Casale Monferrato, al Parco Eternot. Un luogo scelto per dare un segnale da parte della categoria nei confronti di un territorio ferito da due importanti vertenze occupazionali, quelle della Cerutti e della Freuderberg. All’ordine del giorno ci saranno i temi dell’occupazione e della sicurezza.

Alla riunione saranno presenti le rappresentanze sindacali delle fabbriche metalmeccaniche di tutta la provincia, “che non solo esprimeranno la propria vicinanza e solidarietà ai lavoratori delle due realtà in presidio, ma discuteranno anche delle ragioni che hanno portato quelle fabbriche alla situazione attuale e di tutte le iniziative che potranno risultare utili ad affrontare quelle crisi“.

In un mondo dove l’individualismo è sempre più presente e la pandemia lo ha accentuato, ritrovarsi in un luogo aperto ma simbolico per Casale e per tutta la provincia, cioè ex sito Eternit, vuole essere un esempio concreto di come si possa ancora discutere e lottare collettivamente per difendere il lavoro, la sua dignità e la sicurezza. L’Assemblea infatti si svolge anche nell’ambito delle iniziative decise da Cgil, Cisl e Uil nazionali e territoriali sulla sicurezza intitolata ‘Fermiamo la strage sui luoghi di lavoro‘”.

Durante l’assemblea i lavoratori parleranno “delle reali condizioni di sicurezza presenti nelle fabbriche alessandrine e di quello che servirebbe perché siano rispettate tutte le norme sulla prevenzione e la sicurezza: le manutenzioni, gli investimenti, gli interventi anche formativi necessari affinché la cultura della sicurezza sia presente e rispettata da tutti e per tutti“.

Spesso, infatti, spiega la Fiom Cgil, “le norme non vengono applicate perché costano ed i lavoratori e le lavoratrici, soprattutto precari, non possono rifiutarsi di lavorare anche se in pericolo, perché subiscono il ricatto occupazionale. Inoltre i controlli da parte degli enti ispettivi sono insufficienti. La pandemia ha messo al centro il problema sicurezza con i protocolli, in cui rsu e rls hanno svolto un ruolo attivo, ma ora che si registra una ripartenza produttiva in quasi tutte le aziende (tranne quelle che avevano già problemi prima del COVID) la sicurezza torna ad essere considerata un costo ed un freno alla produttività da parte delle aziende“.

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