Autore Redazione
martedì
9 Novembre 2021
05:00
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Cronaca - Alessandria

Dalla Regione un milione di euro per portare cibi freschi e surgelati sulle tavole di chi è povero

Dalla Regione un milione di euro per portare cibi freschi e surgelati sulle tavole di chi è povero

PIEMONTE – “Un milione di euro per non buttare via il cibo avanzato“. A tanto ammonta lo stanziamento annunciato dalla Regione Piemonte per aiutare le associazioni di volontariato ad acquistare furgoni, celle frigorifere e altre attrezzature necessarie alla conservazione dei cibi freschi e al trasporto dei surgelati nel rispetto della catena del freddo.

Tra i pesanti numeri della pandemia, infatti, non ci sono solo quelli dei contagi e dei decessi. Il covid ha affossato economicamente tante famiglie italiane, molte nell’ultimo anno e mezzo costrette a rivolgersi alle strutture caritatevoli “per mettere insieme il pranzo con la cena.

Già dai primi mesi del 2020, ha spiegato a RadioGold l‘assessore regionale al Welfare, Chiara Caucino, la Regione aveva registrato un 35% di accessi in più tra le associazioni della Rete dell’Inclusione Sociale che si occupano anche di gestire le mense per i poveri in Piemonte. Proprio per far fronte a questa nuova preoccupante ondata di povertà, la Giunta regionale ha deciso di adottare “una misura straordinaria per ottimizzare gli interventi di recupero dei beni alimentari invenduti”, che ha ottenuto il parere favorevole unanime della Commissione Sanità.

La proposta di regolamento, ha aggiunto l’assessore Caucino, rappresenta uno “strumento innovativo” perché va a incidente “sulla logistica” della distribuzione del cibo. “Le varie associazioni ci hanno spiegato di avere una relativa disponibilità di derrate alimentari ma di non avere invece mezzi e attrezzature adatte a stoccare e distribuire prodotti freschi e surgelati”.

I fondi verranno quindi destinati alle organizzazioni accreditate dall’agenzia nazionale Agea (Agenzia per le erogazioni in agricoltura), denominate Organizzazioni partner capofila (Opc) e che in Piemonte raccolgono complessivamente 705 Organizzazioni partner territoriali (Opt), grazie alle quali le risorse alimentari raccolte vengono distribuite capillarmente su tutto il territorio piemontese.

Le Opc piemontesi sono complessivamente dieci e tra queste c’è il Banco Alimentare di Alessandria, che rappresenta l’81,3% dell’intera rete con le sue 573 Organizzazioni partner territoriali. Tra le Organizzazioni partner capofila del Piemonte ci sono poi il Banco Alimentare Piemonte, i Comitati Cri della provincia di Como (che lavora per la San Vincenzo di Torino), di Asti, di Casale Monferrato, della provincia di Torino, della provincia di Verbania, Caritas diocesana di Casale Monferrato, di Fossano e Banco delle Opere di Carità, che rappresentano complessivamente 132 Opt e il 18,7% della rete.

Lo stanziamento di un milione di euro prevede 900mila euro in conto capitale per l’acquisto di attrezzature per stoccaggio e distribuzione del cibo, di cui 400mila euro suddivisi in quota uguale per il numero delle Opc e i restanti 500mila in proporzione al numero di Opt raggruppate. La parte in quota corrente, pari a 100 mila euro, è invece destinata a coprire costi per il personale, software e attività di supporto e sarà divisa in parti uguali tra Opc.

I progetti sono finanziabili per un massimo del 90% del loro costo, con un cofinanziamento minimo del 10% da parte dei soggetti proponenti.

Vista l’urgenza data dal difficile momento che stiamo vivendo, le risorse saranno assegnate con un avviso non competitivo. Abbiamo deciso di agire attraverso le 10 Organizzazioni partner capofila per raggiungere in maniera capillare gli oltre 700 istituti caritatevoli del Piemonte e tramite loro tutte le famiglie in difficoltà“.

La Regione, ha concluso l’assessore Caucino, con questa misura “spera di cambiare il volto” dell’importante azione di solidarietà che in Piemonte assicura cibo a chi è più povero. Il Piemonte vuole “dare risposte positive in un momento difficile” e sta ragionando anche su un sistema “organico” di intervento per non far finire nella spazzatura il tanto cibo che resta invenduto a fine giornata nei negozi e, in particolare, in quelli della grande distribuzione.

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