Autore Redazione
venerdì
12 Novembre 2021
05:00
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Cronaca - Alessandria

Pandemia complica l’accesso ai servizi ma riporta gli alessandrini nei piccoli negozi

Pandemia complica l’accesso ai servizi ma riporta gli alessandrini nei piccoli negozi

 

ALESSANDRIA – Il coronavirus ha cambiato le nostre vite. Per mesi siamo rimasti casa e siamo usciti solo per “motivi di necessità”. La tecnologia è venuta in aiuto, soprattutto nei mesi più difficili. Internet ha permesso di rimanere vicini anche se eravamo lontani, ha reso alcuni lavori “smart” e i nostri acquisti a portata di “click”. I contatti da remoto, però, non hanno sempre semplificato la vita dei cittadini in tempo di pandemia. Lo raccontano alcuni dei risultati dello studio promosso da Federconsumatori, Adiconsum, Adoc e Associazione Consumatori Piemonte.

Le associazioni hanno voluto capire come sono cambiate le abitudini dei cittadini, dal tempo libero agli acquisti, dal lavoro all’accesso ai servizi e qual è stato il ruolo di internet durante la pandemia perché la “visione di quello che è stato negli ultimi mesi può servire per guardare avanti“.

Poco meno del 60% delle persone che hanno risposto al questionario delle associazioni dei consumatori vive ad Alessandria ma l’indagine ha coinvolto anche cittadini di Tortona (5,7%), Novi Ligure (4,5%), Casale Monferrato (3,7%), Acqui Terme e Ovada (2,4%), Valenza (2%), e un 20,8% di residenti in 47 piccoli comuni dell’Alessandrino, con una età compresa, nel 78% dei casi, tra i 30 e i 69 anni.

I consumatori fotografati nell’indagine, nell’81% dei casi vivono in abitazioni di proprietà, anche se un 23% sta ancora pagando il mutuo e più dell’80% ha una casa di almeno tre stanze con un balcone o un giardino.  Tra gli intervistati il 26,4% è in pensione mentre oltre la metà (il 53,4%) svolge un lavoro dipendente. Tra i lavoratori intervistati, l’85% ha mantenuto la stessa professione “ante lockdown” ma un 23% oggi alterna il lavoro in ufficio con quello da casa.

Come emerso dall’indagine presentata a Palazzo Monferrato, la pandemia per il 78,4% degli intervistati ha complicato l’accesso ai servizi, pubblici e privati. Le strutture sanitarie, per il 31.1%, ma anche le Pubbliche Amministrazioni (29.9%) hanno faticato a rispondere alle richieste degli alessandrini. Anche andare in banca, per il 19.1% dei cittadini della provincia, è però diventato complicato durante la pandemia.

A rendere più difficile il rapporto “cittadino-servizi” sono state soprattutto le nuove modalità di accesso che hanno allungato i tempi di attesa (per il 38.1%) e c’è anche un 16,3% degli intervistati che ha riscontrato difficoltà ad utilizzare mail o sms per prendere appuntamenti e richiedere una determinata prestazione.

Anche le modalità di fare acquisti sono cambiate durante la pandemia. Con la chiusura, per diverse settimane, di molte attività commerciali sempre più cittadini della provincia hanno utilizzato internet per fare acquisti (il 50,4% degli intervistati) ma lo studio delle associazioni dei consumatori ha evidenziato anche un ritorno dei clienti nei negozi di vicinato (segnalato dal 27% degli intervistati).

È cambiato, poi, l’approccio al tempo libero. Il 63,4% degli intervistati ha modificato le sue abitudini. Un 34% passa più tempo su internet e sui social rispetto a prima e un altro 28% degli intervistati durante la pandemia ha riscoperto il piacere di passeggiare all’aria aperta. I limiti agli spostamenti imposti negli ultimi mesi dal coronavirus hanno poi portato un 20,8% degli intervistati ad andare alla scoperta  delle bellezze del nostro territorio.

Positivo, infine, il giudizio della maggior parte degli intervistati sul Green Pass, che per il 45.9% ha “favorito la ripresa di uno stile di vita normale”. C’è però anche un 14.3% che boccia il certificato verde proprio per l’impatto che ha avuto sulla “qualità della vita” e ancora un 30.9% che vorrebbe che il vaccino diventasse obbligatorio.

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