Autore Redazione
mercoledì
16 Febbraio 2022
13:37
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Cronaca - Alessandria

Piemonte a secco: gennaio 2022 il quarto più asciutto degli ultimi 65 anni

Piemonte a secco: gennaio 2022 il quarto più asciutto degli ultimi 65 anni

PIEMONTE – Questo gennaio 2022 è stato il quarto gennaio più secco degli ultimi sessantacinque anni e il secondo più caldo, con un’anomalia di temperatura compresa fra +1 e +3 C° rispetto al clima del periodo 1991-2020. Questa situazione è destinata a peggiorare ancora però perché non si registrano precipitazioni nei prossimi giorni e il Piemonte già è assillato da una siccità diffusa su tutto il territorio regionale. Il quadro è emerso durante la seduta Commissione Ambiente della Regione che ha ascoltato il direttore dell’Arpa, Angelo Robotto.

Le precipitazioni nel mese di gennaio 2022 ammontano a 4,8 millimetri medi su tutto il bacino piemontese con un deficit tra il 90% e il 95%, mentre sono sessantotto i giorni trascorsi dall’ultima volta che la nostra regione ha visto cadere qualche millimetro in più di pioggia, ovvero l’8 dicembre 2021.

Nonostante la penuria di piogge la situazione del periodo non è comunque la peggiore in termini di anomalia di precipitazione: si colloca infatti al dodicesimo posto come periodo secco (pioggia sul Piemonte < 5 mm) più lungo negli ultimi sessantacinque anni, mentre l’inverno 2021-2022 al momento è al terzo posto nello stesso periodo considerato. La portata media mensile d’acqua di alcuni bacini registra alcuni scarti significativi rispetto al valore medio mensile storico: per esempio la portata media mensile di gennaio 2022 alla sezione di chiusura del Po piemontese (stazione di Isola S. Antonio), pari a circa 169 mc/s, risulta al terzo posto tra le più basse dopo il gennaio 2002 e 2016 dove era stata di circa 130 mc/s. Quanto al volume invasato nel Lago Maggiore, è inferiore ai 100 milioni di metri/cubi, circa un terzo del valore medio per il periodo, mentre quello relativo agli invasi regionali nel mese di gennaio è stimabile in circa 133 milioni di metri/cubi, pari al 34% circa della capacità massima teorica complessiva e rappresenta uno scarto negativo di – 35% rispetto alla media.

Un altro dato importante riguarda le riserve di neve, ovvero la stima del quantitativo di acqua immagazzinato nel manto nevoso. A fronte di un quantitativo medio del periodo di circa 1700 milioni di metri/cubi oggi si stimano, sul bacino del Po chiuso alla confluenza col Ticino, poco più di 614 milioni di metri/cubi di acqua, con un deficit quindi di circa il 64%.

Sebbene la situazione sia decisamente anomala, ha spiegato Robotto, “non siamo ancora in stato di emergenza“. Il direttore Arpa ha precisato infatti che l’Osservatorio permanente sugli utilizzi idrici nel distretto idrografico del Po ha delineato per il distretto del Po uno scenario di severità idrica bassa (gialla) e di severità media (arancione) per l’intero territorio piemontese. “Sull’approvvigionamento idropotabile siamo ancora lontani da particolari criticità, anche se è bene prepararsi ad affrontare un quadro complesso“. A questo scopo a breve l’Osservatorio sarà riconvocato.

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