Autore Redazione
sabato
12 Marzo 2022
05:00
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Cronaca - Alessandria

Caccia alle pillole di iodio per paura nucleare: “Prenderle adesso non serve e rischia di essere dannoso”

Caccia alle pillole di iodio per paura nucleare: “Prenderle adesso non serve e rischia di essere dannoso”

PIEMONTE – A qualche giorno di distanza dall’attacco all’area di una centrale nucleare in Ucraina, in Italia si è diffusa la notizia dell’aggiornamento del documento con le linee guida e le misure da adottare in caso di incidenti. La situazione, è stato subito precisato, è sotto controllo. In Europa e in Italia non è stata rilevata alcuna modifica dei livelli di radioattività nell’atmosfera. Il piano nazionale delinea comunque tre scenari e conseguenti tipologie di intervento in base alla misura di un eventuale incidente e alle distanza dal territorio italiano: entro 200 km dai confini nazionali, tra 200 e i 1.000 e in territorio extraeuropeo.

Viste le distanze con l’Ucraina, il parametro di riferimento nel nostro Paese resta Chernobyl. Un eventuale incidente potrebbe avere in Italia le stesse ricadute dell’86, quindi “non dirette sulle persone ma sul territorio”, hanno spiegato gli esperti.

È importante, quindi, non farsi prendere dal panico e soprattutto evitare la corsa all’acquisito di integratori a base di iodio, ha sottolineato a RadioGold Gianluca Aimaretti, ordinario all’università del Piemonte Orientale e presidente eletto della Società Italiana di Endocrinologia.

Nel piano nazionale per la gestione delle emergenze radiologiche e nucleari la ‘iodioprofilassi‘ è prevista  in caso di incidenti a centrali più o meno distanti dal nostro Paese per inibire o ridurre l’assorbimento di iodio radioattivo “nei gruppi sensibili della popolazione”. Quindi, solo in caso di una reale emergenza nucleare, sarà la protezione civile a dare precise indicazioni su modalità e tempi di attuazione di un eventuale intervento di profilassi iodica. In questo momento l’assunzione delle compresse di iodio come forma di prevenzione non solo non ha fondamento scientifico ma anzi, ha sottolineato il presidente della Società Italiana di Endocrinologia, rischia di comportare danni alla tiroide. 

Di seguito l’intervista a Gianluca Aimaretti, ordinario all’università del Piemonte Orientale e presidente eletto della Società Italiana di Endocrinologia.

 

 

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