Autore Redazione
mercoledì
30 Marzo 2022
15:10
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Cronaca - Alessandria

Secondo Fedeconsumatori la colazione al bar è sempre più cara. Fipe non è d’accordo

Secondo Fedeconsumatori la colazione al bar è sempre più cara. Fipe non è d’accordo

ITALIA – Fare chiarezza sugli aumenti dei prezzi della colazione al bar, a cominciare dal caffè che nei primi mesi del 2022 segna tra il + 17% e il + 18%, ed anche per il cappuccino e il cornetto sugli stessi livelli. Lo chiede Federconsumatori all’Antitrust e a Mr. Prezzi per scongiurare ipotesi di cartello e intollerabili fenomeni speculativi, in base a quanto rilevato in una ricerca della stessa Federconsumatori realizzata per l’Adnkronos. Aumenti su cui sicuramente hanno inciso i maggiori costi energetici sostenuti dagli esercenti, oltre che gli strascichi delle limitazioni imposte dalla pandemia, ma che in ogni caso appaiono eccessivamente elevati.

Una voce di spesa questa, non trascurabile per le famiglie italiane che, da mesi devono fare i conti con prezzi sempre più cari a causa anche degli elevati costi di alcune materie prime alimentari, aggravi che secondo l’Onf raggiungeranno quota 2.354,98 euro nel 2022. La fotografia scattata da Federconsumatori è però stata criticata da Fipe-Confcommercio. “A febbraio i prezzi dei prodotti venduti all’interno dei bar italiani sono cresciuti del 2,9% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno – spiega l’associazione. L’inflazione, al contrario è salita del 5,7%“. “Non lo dice Fipe-Confcommercio ma lo dice l’Istat – continua Roberto Calugi, Direttore generale di Fipe-Confcommercio – chiunque parli di aumenti a due cifre sta divulgando informazioni false e ne risponderà nelle sedi opportune. È nostra intenzione rivolgerci al Garante dei Prezzi, denunciando quella che è una vera e propria turbativa di mercato”.

Non solo portiamo addosso le ferite di due anni di crisi profonda, ma adesso si aggiunge la beffa di notizie strumentalmente infondate. È evidente che se i fenomeni speculativi che stanno portando alle stelle i prezzi dei beni alimentari dovessero proseguire – aggiunge Calugi – i ristoratori potranno essere costretti a rivedere i listini al rialzo. Al momento però chi lo sta facendo è una minoranza irrilevante a fini statistici e chi specula su questo dato di fatto lo sa perfettamente”.

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