20 Marzo 2023
05:07
In Italia (e in provincia) 3 case su 10 sono vuote
PROVINCIA- Una delle principali attività quotidiane dell’essere umano è, senza dubbio, abitare. Abitiamo spazi fisici e virtuali e, con la nostra presenza, li modifichiamo, lasciando spesso segni indelebili del nostro passaggio.
Tra i segni più evidenti e tangibili dell’insediamento umano in un determinato luogo, ci sono le case. Grandi o piccole, sfarzose o anonime, impilate l’una sopra l’altra in alti palazzi o circondate da cortili e giardini, la quantità di case abitate e la composizione di chi le abita influenza, inevitabilmente, ogni comunità, pesando sulla sua vivacità culturale e prosperità economica.
Da almeno un decennio, Alessandria e gli altri centri zona della provincia fanno i conti con l’emergenza abitativa che riguarda migliaia di persone in difficoltà economica, nonostante le tante case, di proprietà pubblica e privata, disponibili nelle città. Le norme stringenti per l’assegnazione delle case di edilizia popolare, gli affitti alle stelle, i tassi dei mutui, le crisi economiche e il calo demografico sono alcuni dei fattori che pesano sulla quantità di abitazioni non occupate stabilmente sul nostro territorio così come nel resto d’Italia.
Secondo i dati Istat, elaborati da OpenPolis, le case inabitate in Italia sarebbero circa 10 milioni, il 30% del patrimonio immobiliare esistente. La distribuzione degli immobili sfitti varia a seconda delle zone, con una maggior concentrazione che si registra nelle aeree montane e nelle zone ultra periferiche in termini di accesso ai servizi essenziali. Non a caso, la regione con la percentuale maggiore di case non occupate in maniera stabile è la Valle d’Aosta (56,73%), seguita dal Molise (46,66%) e dalla Calabria (44,54%), mentre la provincia italiana con la maggior incidenza di case inabitate è Sondrio (57,04%).
In provincia di Alessandria la concentrazione di immobili disabitati segue un andamento simile. Più ci si allontana dai centri urbani, più cresce il numero delle case abbandonate e il loro impatto sulle dinamiche sociali e ambientali.
Per quanto riguarda i centri zona, nel 2019 ad Alessandria le case non occupate stabilmente erano il 20,88% del totale, a Tortona il 23,2% e a Casale Monferrato il 24%. Seguono Acqui Terme e Valenza con, rispettivamente, il 27,8% e il 28,72%, Serravalle Scrivia con il 31,4% e Ovada con il 33,2%.
Il comune alessandrino con la maggior concentrazione di case disabitate (94,95%) è Carrega Ligure che, nel 2019, contava solo 60 abitazioni occupate stabilmente sulle 1.188 totali.
La diminuzione della popolazione residente nelle aeree rurali non è un fatto nuovo e, secondo le previsioni di OpenPolis sul prossimo decennio, il dato andrà via via peggiorando. Va detto, però, che i dati si riferiscono al 2019 e fotografano l’Italia pre pandemia. Dopo l’emergenza sanitaria, durante la quale abbiamo abitato le nostre case nel senso più stretto possibile, anche le aree della nostra provincia più distanti dai centri urbani e immerse nella natura, hanno riacquistato fascino e attrattività.
Il ripopolamento delle aeree montane e interne è un obiettivo che la Regione Piemonte si è impegnata a raggiungere anche predisponendo misure economiche specifiche per l’acquisto o la ristrutturazione degli immobili esistenti. Un obiettivo, ma anche una sfida che gli amministratori locali dovrebbero raccogliere per non lasciare indietro nessun territorio e, soprattutto, nessuno dei suoi abitanti.