Autore Redazione
giovedì
24 Ottobre 2024
05:37
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Cronaca - Alessandria

Pfas nell’aria, Arpa: “Rilevati anche quando l’impianto di Syensqo era fermo, non ce lo aspettavamo”

Pfas nell’aria, Arpa: “Rilevati anche quando l’impianto di Syensqo era fermo, non ce lo aspettavamo”

ALESSANDRIA – Ai microfoni di Radio Gold il direttore generale di Arpa Piemonte, Secondo Barbero, ha fatto il punto riguardo gli ultimi monitoraggi dell’Agenzia sui pfas nella zona della Fraschetta nel periodo tra gennaio e luglio di quest’anno, diramati giovedì scorso.

“Abbiamo aggiornato la campagna di misurazione delle deposizioni e della qualità dell’aria intorno allo stabilimento ex Solvay” ha sottolineato Barbero è stata confermata la presenza di pfas, in particolare a Spinetta nei due punti di rilevamento di strada Bolla e alla stazione di via Genova è stata evidenziata una quantità superiore di c6o4 e di adv. Abbiamo rilevato valori, seppur inferiori, anche nei mesi di fermo dell’impianto. C’è trend in diminuzione ma questo valore non è stato annullato. Non ci aspettavamo di rilevarlo: evidentemente c’è un tema di presenza ubiquitaria. Anche se queste sostanze non vengono utilizzate nelle lavorazioni sono comunque presenti e rilasciate nell’ambiente, anche se in quantità inferiori. Rispetto al 2023 abbiamo rilevato una diminuzione delle tracce di queste sostanze che si sono propagate anche a oltre 5 km dal Polo Chimico, sia a Montecastello sia ad Alessandria, in particolare nella postazione vicino all’Istituto Volta: in questi due casi stiamo parlando di valori sotto ai limiti di quantificazione, corrispondenti a un centesimo rispetto a quelli rilevati in prossimità dello stabilimento. Man mano che ci si allontana abbiamo riscontrato un importante effetto di diluizione. Anche nei prossimi mesi, però, continueremo a fare analisi: anche se non ci sono limiti normativi di riferimento è importante raccogliere queste informazioni perché consentono di avere il quadro della situazione ambientale attorno al Polo Chimico. Facendo ancora un paragone con il 2023, poi, quest’anno abbiamo rilevato una riduzione abbastanza generalizzata anche vicino al sito Syensqo”. 

Un’altra novità emersa dai monitoraggi Arpa del 2024 rispetto al recente passato è la presenza di Pfoa: “Abbiamo cominciato a fare questo tipo di campionamenti dal 2022 sulle deposizioni. Finora non era stato mai rilevato il pfoa. Invece a giugno e luglio è emersa questa sostanza anche se in quantità molto piccole. Sappiamo, però, che non è più utilizzata in azienda. Evidentemente questo tipo di composti è presente all’interno dello stabilimento, nei suoli e nelle deposizione, ed è possibile che venga rilasciato all’esterno e in piccole quantità. Il Pfoa è stato rilevato nella stazione di via Genova a Spinetta, quella più vicina al Polo Chimico”. 

“Stiamo raccogliendo dati unici nel loro genere” ha continuato Barbero “la norma non prevede di fare questi monitoraggi. Non avevamo un protocollo con cui fare queste misurazioni e ad oggi mancano i riferimenti a cui associare i numeri. Un elemento importante di questa ricerca, inoltre, è il tentativo di capire se anche a distanze maggiori questi pfas vengono riscontrati. Abbiamo monitorato l’aria ad Asti e a Dernice (un paese tra la Val Curone e la Val Borbera, ndr): in entrambi i casi non sono state rilevate tracce. Questo elemento evidenzia che la sorgente è lo stabilimento ex Solvay, dal quale queste sostanze vengono rilasciate in aria. Le nostre strumentazioni sono in grado di rilevare tracce anche molto piccole. Abbiamo investito sull’implementazione delle tecniche di laboratori per intercettare anche nanogrammi al metro cubo, fino ad arrivare a centesimi di nanogrammi. Ad oggi, però, non siamo in grado di associare questi numeri a un eventuale impatto sanitario: questo è un elemento che non siamo in grado di associare”. 

Il direttore Barbero ha poi spiegato quali saranno i prossimi passi: “Resta l’attenzione massima sulle emissioni degli impianti che trattano queste sostanze. La Provincia ha chiesto di adottare tutte le tecniche possibili per l’abbattimento. Quello che noi rileviamo rappresenta l’esito complessivo dell’applicazione di queste tecniche: c’è la necessità di continuare a concentrarsi sugli abbattimenti e, possibilmente, migliorarli”.

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