Autore Redazione
giovedì
16 Giugno 2016
22:00
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Cronaca - Valenza

Se non ci sono multe per il lavaggio strade il parcheggio è selvaggio: Metafora del “perché siamo perdenti”

Se non ci sono multe per il lavaggio strade il parcheggio è selvaggio: Metafora del “perché siamo perdenti”

VALENZA – Le strisce ondivaghe delle macchine pulitrici, costrette a una gimcana tra le auto nel giorno di spazzamento, sono la metafora di come anche i giudizi possano essere traballanti quando riguardano noi stessi. Le contestazioni a politica e dirigenti “non all’altezza” svaniscono quando “non facciamo nulla per cambiare la classe dirigente e ci comportiamo esattamente come loro“. La considerazione è contenuta in una lettera inviata in redazione da un cittadino, amareggiato dall’atteggiamento di molti valenzani che parcheggiano l’auto nonostante il previsto passaggio dei mezzi deputati alla pulizia, confidando nell’ormai certa impunità per lo stop del servizio dei vigili urbani dalle 20 alle 24. Secondo il cittadino un atteggiamento che configura una società di “perdenti”.

Ecco perché secondo Stefano Falaguerra, autore della lettera, siamo tutti dei “perdenti“:

Siamo dei perdenti, siamo un popolo di perdenti. Da due anni nel mio paese il Comune non può pagare gli straordinari ai vigili urbani. Nelle sere del lavaggio strade che prendono la fascia oraria dalle 20 alle 24 nessuno fa le multe per divieto di sosta. Il risultato è che la maggior parte delle persone lascia la propria macchina parcheggiata in strada e la pulizia avviene come pro forma perché è impossibile lavare. Da questo fatto mi sono chiesto com’è possibile che per la comodità di posteggiare vicino a casa, parlo di un paese in cui ci sono svariati parcheggi ad una distanza ragionevole, si rinunci al diritto di avere la propria via pulita. Mi sono chiesto dov’è il senso civico di una piccola comunità, se non ci interessa un servizio per cui paghiamo. Mi sono chiesto se la solidarietà sociale ci sia stata solo fino al primo dopoguerra e adesso prevalga l’egoismo di piccoli individui. Mi sono chiesto se ha ancora senso la definizione “cittadino”. La risposta che mi sono dato è che siamo un popolo di perdenti.

Siamo dei perdenti perché ci lamentiamo se siamo gestiti da una classe dirigente non all’altezza ma non facciamo nulla per cambiarla e nel nostro piccolo ci comportiamo esattamente come loro. Siamo dei perdenti perché abbiamo abbandonato ogni speranza di rivalsa, abbiamo assimilato le sconfitte colpevolizzando gli altri e mai noi stessi. Siamo dei perdenti perché siamo passivi davanti alla perdita dei diritti che le generazioni passate hanno conquistato. Siamo dei perdenti perché siamo degli incivili che per un nostro minimo vantaggio siamo pronti a delegittimare le regole che tutelano la comunità. Siamo dei perdenti perché non abbiamo il coraggio di lottare contro il degrado e i soprusi. Siamo dei perdenti perché siamo dei superficiali che preferiscono non pensare e giriamo la testa per non guardare. Siamo dei perdenti perché abbiamo perso la fiducia negli altri e guardiamo con sospetto chi ci sta affianco. Siamo dei perdenti perché non prendiamo una posizione per paura di essere classificati e per timore delle conseguenze. Siamo dei perdenti perché continuiamo a giustificarci, a trovare delle scuse e mentiamo a noi stessi. Siamo dei perdenti perché siamo pigri, cerchiamo sempre una scorciatoia e il percorso meno faticoso senza raggiungere il traguardo. Siamo dei perdenti perché non affrontiamo i problemi ma ci giriamo attorno. Siamo dei perdenti perché non riusciamo a cambiare questa mentalità autodistruttiva.”

Che ne pensate?

Di seguito la foto della scorsa sera dopo il passaggio dei mezzi di pulizia:

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