Autore Redazione
giovedì
27 Ottobre 2016
22:56
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Cronaca - Valenza

Ogni sabato il Duomo di Valenza sotto un’altra luce

Ogni sabato il Duomo di Valenza sotto un’altra luce

VALENZA – Domani, sabato 29 ottobre, il Duomo di Valenza apparirà sotto un’altra luce. La chiesa cittadina infatti svelerà “i suoi tesori nascosti illuminandoli con la nuova tecnologia ‘led’. Un percorso di luce – ha spiegato monsignor Massimo Marasiniche attraverso le navate laterali condurrà sino allo spazio spettacolare dell’altare maggiore dove bianchi stucchi dialogano con le ampie prospettive degli affreschi”.

La sottolineatura luminosa andrà in scena ogni sabato, dalle 9 alle 12. Sarà quindi possibile ammirare uno dei più importanti monumenti di Valenza e, se non impegnato a confessare, lo stesso prevosto monsignor Massimo Marasini guiderà gli interessati nella contemplazione artistico-spirituale del Duomo.

ALTARE MAGGIORE

Commissionato nel 1759 dalla Compagnia del SS. Sacramento in sostituzione di un piccolo altare proveniente dal precedente duomo romanico, venne eseguito da Giacomo Pellagatta e fratelli di Asti e terminato con le ringhiere tergali nel 1761. Marmi policromi, intarsi e fregi in bronzo dorato. Nelle solennità l’altare viene parato con i 6 busti di vescovi in lamina argentata dell’artista Paolo Cattaneo di Milano del 1809 o con altri più antichi provenienti dall’attiguo Museo dell’Opera del Duomo unitamente a 6 candelieri e crocifisso in lamina argentea dell’orefice milanese Scagno del 1644. 

BALAUSTRE

Di particolare pregio per l’eleganza delle forme e l’accostamento bicromo dei marmi intarsiati, ne venne deliberata la costruzione nel 1727, antecedentemente perciò al predetto altare. Approfondimento: l’altare “tridentino” Il magnifico altare maggiore del Duomo di Valenza esprime i tipici stilemi artistici della Riforma liturgica voluta dal Concilio di Trento dalla II metà del XVI sec. Esso è collocato al centro ottico dell’aula sacra e sostiene il tabernacolo dove veniva collocata la riserva eucaristica (Santissimo). Sopraelevato dagli scalini (“altaris” cioè più alto) vedeva il ministro sacro celebrare con le spalle rivolte all’assemblea collocata al di là del presbiterio delimitato dalle balaustre. Veniva così sottolineato il ruolo del sacerdote come mediatore tra Dio e il popolo, anello insostituibile del percorso d’ascesi e redenzione affinchè l’intercessione della preghiera fosse efficace. In tale contesto dottrinale prevale l’aspetto sacrificale dell’Eucarestia dove viene portata a compimento la nuova ed eterna alleanza attraverso il sacrificio di Cristo sulla croce, perpetuato in maniera incruenta nella vita della Chiesa attraverso la celebrazione della S. Messa.

ALTARE della MADONNA del ROSARIO o di S. GIACOMO sec. XVII

L’altare nella sua forma attuale risale agli inizi del sec XIX quando si volle ivi riporre la reliquia di S. Giacomo in apposita nicchia centrale con grata (ora il reliquiario è nel tesoro del duomo) e si commissionò nel 1814 allo stuccatore lombardo Cremona una serie di abbellimenti tra i quali le due poderose statue laterali raffiguranti le virtù cardinali della carità (sinistra) e della giustizia (destra).
Al centro la tela della Madonna del Rosario del 1620 di Guglielmo Caccia detto il Moncalvo, perimetrata dai quindici misteri del S. Rosario forse attribuibili alla figlia monaca Orsola. Il dipinto proviene dal convento domenicano una volta situato nell’attuale via 9 febbraio.

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