25 Febbraio 2014
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Alessandria: una citta’ poco medievale e molto sette-ottocentesca
Ad Alessandria c’è un vuoto culturale e identitario. La pensa così il professore Fulvio Cervini, docente di Storia dell’Arte Medievale all’Università di Firenze, ieri in città in occasione dell’incontro dal titolo Inventario Medievale, organizzato dalla Fondazione Cassa di Risparmio. E’ paradossale, secondo il professore, che Alessandria non abbia conservato un’identità riconoscibile dalla sua fondazione, alla fine del 12esimo secolo. “Alessandria non è come altre città medievali, come Pavia, Piacenza, Modena o Ferrara, ha più un aspetto sette/ottocentesco”. Ma se qualche traccia medievale è ancora ben visibile, come Palatium Vetus, sede del potere civile, in due casi il patrimonio artistico del passato è stato distrutto: uno era il quartiere di Borgoglio sul quale sorse nel Settecento la Cittadella, e poi la cattedrale in piazza della Liberta, distrutta in epoca napoleonica. Almeno i resti di quella struttura, però, dovrebbero essere valorizzati e non coperti dal parcheggio: secondo il professor Cervini occorrerebbe pedonalizzare l’area e trasformarla in un parco archeologico, un grande luogo di aggregazione. “Un altro paradosso” ha continuato il professore intervistato da Radio Gold News “è che l’opera alessandrina più importante tempo sia conservata a Casale: il crocefisso in legno rivestito in lamine argento portato nella città monferrina nel 1404 dai milanesi per rappresaglia dopo aver conquistato Alessandria. Un’altra cosa da fare dovrebbe essere far tornare all’antico splendore l’ex Ospedale Militare San Francesco, un grande complesso che si era iniziato a recuperare ma i lavori si sono fermati. La politica dovrebbe cominciare a costruire un progetto culturale identitario. Cosa succederà col Ponte Meier? Ci sarà uno sviluppo in termini di infrastrutture, dei servizi. E’ un’opera che si inserisce nella grande architettura che Alessandria ha fatto propria nel Novecento, un esempio è la Città Nuova dell’architetto Krier. Il Ponte può rappresentare lo stimolo a una progettazione di qualità che negli ultimi tempi è mancata.”