Autore Redazione
giovedì
18 Giugno 2015
22:02
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Politica - Alessandria

“I profughi sono tutti sani”. Infrangibile, ad Alessandria, la rete per l’accoglienza

“I profughi sono tutti sani”. Infrangibile, ad Alessandria, la rete per l’accoglienza

ALESSANDRIA – Tutti i migranti presenti sul territorio alessandrino sono sani e il sistema di accoglienza funziona. Una rassicurazione arrivata direttamente da chi, su stimolo della Prefettura, si fa quotidianamente carico della cura dei profughi: Comune, Provincia, Croce Rossa, Soggiorno Borsalino, Ostello Santa Maria di Castello, Comunità San Benedetto, Coompany, Associazione Cambalace. Tutti questi soggetti hanno firmato un protocollo di intesa per coordinare le operazioni. In più di un anno i casi di scabbia e pidocchi sono stati appena l’1%, 5 persone sulle circa 800 giunte in provincia. “Più che malati sono soprattutto terrorizzati visto il loro recente passato, le problematiche dei paesi da dove vengono” ha aggiunto Marco Bologna, della Croce Rossa “i bambini disegnano i carri armati. Molti sono feriti da arma da fuoco, o da machete. La nostra città si distingue in positivo nell’accoglienza.”  Proprio la Croce Rossa è il primo riferimento per i migranti, all’arrivo in città visitati all’ambulatorio del Quartiere Cristo. I medici territoriali e la guardia medica cominciano a monitorare immediatamente l’apparato respiratorio e cutaneo. Stretta la collaborazione con gli Ospedali Civile, Infantile e l’Istituto Patria.

“Preciso che l’amministrazione comunale non ha un ruolo diretto nella gestione di questo fenomeno” ha sottolineato l’assessore alle Politiche Sociali, Mauro Cattaneo “Palazzo Rosso è informato dalla Prefettura. La nostra è una accoglienza di qualità. Lo facciamo da più di un anno, in particolare su questa ultima ondata di arrivi. Sono molti, inoltre, i volontari che supportano le associazioni di riferimento. Il sistema della rete per l’accoglienza, inoltre, ha creato diversi posti di lavoro, a scanso dei pregiudizi che magari potrebbero indicare il contrario a proposito degli immigrati.”

Da marzo 2014 gli arrivi hanno riguardato soprattutto cittadini siriani, ora invece eritrei e somali. E’ di circa 12 mesi il periodo di permanenza di queste persone sul territorio, in attesa di vedersi riconosciuto lo status di rifugiato politico, un arco di tempo sfruttato dalle associazioni per l’avvio di percorsi di inserimento nel tessuto sociale, attraverso corsi di italiano e di accompagnamento al lavoro. 

Nel dettaglio, ad esempio, all’Ostello di piazza Santa Maria di Castello, ora sono presenti 25 ragazzi, 561 dallo scorso anno, tutti identificati e fotosegnalati. Tra le attività dai migranti in attesa di veder riconosciuto il loro status di profughi la cura e la semina di un terreno della parrocchia, i cui frutti sono donati alle famiglie bisognose del quartiere. “Rispetto allo scorso anno poi il numero di turisti che hanno dormito all’ostello è triplicato, a dispetto dei pregiudizi, e in tanti hanno avuto modo di interagire e confrontarsi con queste persone, creando uno stretto contatto” ha aggiunto Marco Cavaglioli, uno dei gestori dell’ostello. 

A procurare un tetto sulla testa per i migranti anche il Soggiorno Borsalino, ente che gestisce diciotto alloggi ad Alessandria, tre a Oviglio, due a Tortona e tre a Novi Ligure. Un appartamento contiene al massimo sette ragazzi, seguiti in totale da 29 operatori tra psicologi, mediatori culturali, antropologi, infermieri, docenti di italiano e operatori socio-educativi. Soggiorno Borsalino si occupa anche delle vaccinazioni e delle visite per l’indoneità al lavoro. “Come dice Papa Francesco stiamo costruendo tanti ponti” ha commentato Anna Pagella “Alessandria rappresenta un esempio di straordinaria solidarietà.

Al momento, poi, 34 migranti sono accolti da Cambalache, un’associazione che gestisce cinque strutture abitative ad Alessandria e che garantisce anche una presenza costante di supporto anche legale, oltre che di livello psicologico. Anche in questo caso l’organizzazione di corsi di italiano rappresenta il primo passo verso l’integrazione. Tra i progetti intrapresi il “Bee my job”, dedicato all’apicoltura sociale. “Sono stati avviati quattro tirocini formativi con aziende del territorio che, spontaneamente, si sono fatte carico del vitto e dell’alloggio” ha raccontato Mara Alacqua, referente dell’Associazione Cambalache “Palazzo Rosso ha appena approvato la creazione di un apiario urbano al Forte di Acqui, per favorire anche momenti di incontro con la cittadinanza. Altri ragazzi nel corso degli ultimi mesi hanno curato e rimesso in sesto il Giardino delle Sensazioni. E a proposito di integrazione un altro nostro progetto di successo è l’appuntamento di ogni ultimo sabato del mese, “Indovina chi viene a cena”, con i ragazzi che ospitano nel loro alloggio i cittadini alessandrini offrendo loro un momento conviviale. Molti si sorprendono che ci siano tanti italiani interessati a loro e alle loro storie.”

Corsi di italiano, inoltre, sono organizzati alla Casa di Quartiere grazie al supporto della Comunità San Benedetto, mentre in tanti collaborano alla fornitura pasti della Ristorazione Sociale. La Cooperativa Coompany, infine, gestisce i servizi di mediazione linguistica culturale e, anche in questo caso, corsi di alfabetizzazione, oltre che l’inserimento nei corsi di formazione professionali.

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