Autore Redazione
lunedì
29 Giugno 2015
22:00
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Politica - Alessandria

Cellulari e pc per controllare i lavoratori. “Il Jobs Act ormai è il Grande Fratello”

Cellulari e pc per controllare i lavoratori. “Il Jobs Act ormai è il Grande Fratello”

ALESSANDRIA – La tecnologia è diventata nuovo terreno di scontro tra il Governo e i sindacati. Il decreto attuativo del Jobs Act che ha aperto la strada al controllo a distanza dei lavoratori ha fatto infuriare la Cgil. I datori di lavoro potranno infatti verificare la produttività di un dipendente “spiando” nella cronologia di pc, tablet e smartphone aziendali. “Più che la riforma del lavoro, il Jobs Act somiglia sempre di più al Grande Fratello” ha sottolineato con disappunto Daniela Emiliani della Camera del Lavoro di Alessandria. Dopo la liberalizzazione dei licenziamenti e l’intervento sulle norme che impedivano i demansionamenti, secondo la sindacalista, il Governo avrebbe ora cancellato con un colpo di spugna anche i paletti fissati con l’articolo 4 dello Statuto dei Lavoratori. Una norma “equilibrata”, ha ricordato Daniela Emiliani, studiata per limitare lo sguardo dei primi “occhi elettronici”  entrati in azienda a sole finalità organizzative o produttive e, soprattutto, previo accordo con le organizzazioni sindacali. “Un articolo che non ha mai dato un potere di veto alle parti sociali perchè il datore di lavoro, in caso di mancata intesa, poteva comunque ottenere l’autorizzazione dalla Direzione territoriale del lavoro“. Oggi, invece, tutto sembra essere cambiato.  “Nel decreto attuativo rimane la parte relativa alle telecamere, che comunque segna un arretramento rispetto al passato, ma si introduce questo sistema subdolo di controllo tramite gli strumenti utilizzati per rendere la prestazione lavorativa. Il datore di lavoro potrà fare qualunque verifica senza alcun accordo con le organizzazioni sindacali e le informazioni raccolte potranno essere utilizzate “per tutti i fini connessi al rapporto di lavoro”. Tradotto, ha spiegato ancora la sindacalista della Cgil di Alessandria, l’azienda potrà usare tutti quei dati anche per produrre contestazioni disciplinari “fino, ovviamente, al licenziamento”. Già partita la mobilitazione “itinerante” con i primi flash mob a Bari e Roma, la Cgil nelle prossime settimane porterà avanti la battaglia “No accordo no controllo” che non mancherà di toccare anche la provincia di Alessandria. “E’ legittimo che un’azienda valuti la prestazione lavorativa – ha concluso Daniela Emiliani –  Il problema sono però gli strumenti utilizzati. Del resto, le preoccupazioni dei sindacati  sono le stesse arrivate dall’Europa che ha  invitato alla cautela, così come il Garante nazionale della privacy, che ha individuato nel testo del decreto quasi un rischio di “dossieraggio” dei dipendenti da parte dell’azienda”.

Tatiana Gagliano

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