26 Agosto 2022
13:47
Comitato Stop Solvay: “Dal sindaco Abonante i primi piccoli passi ma ci aspettiamo qualcosa in più”
ALESSANDRIA – “I primi, piccoli passi“. Il Comitato Stop Solvay ha commentato così la presa di posizione del sindaco di Alessandria Giorgio Abonante. Rispetto alla vicenda del Polo Chimico il primo cittadino ha sollecitato la Regione Piemonte a confermare il finanziamento per la terza fase dell’indagine epidemiologica e chiesto la convocazione di un tavolo urgente.
“Sono i primi, piccoli passi mossi dalle amministrazioni su questo tema, derivanti anche dalle nostre iniziative e denunce di questi anni e dai dati inconfutabili sulla tragedia provocata dal polo chimico a Spinetta. Accogliamo questi passi con piacere, ma sappiamo non essere sufficienti” ha commentato la portavoce del Comitato Stop Solvay Viola Cereda. Il Comitato, infatti, chiede ormai da anni un intervento attivo da parte delle istituzioni, ottenendo solo “assordanti silenzi o lo schieramento a favore del colosso chimico”.
“Dopo anni di mutismo da parte di chi ci governa e di chi dovrebbe tutelarci questa iniziativa del Sindaco rappresenta sicuramente una novità, ma dall’attuale amministrazione ci aspettiamo qualcosa in più: il neo eletto sindaco ha fatto della tutela ambientale e della salute pubblica due delle principali componenti della sua campagna elettorale. Vogliamo ricordargli che la sua posizione gli impone di tutelare la salute pubblica, gli consente l’azione diretta sul Polo Chimico e una presa di posizione decisamente più netta: chiedere aiuto alla Regione non può e non deve essere l’unica strada percorribile” prosegue Cereda.
“Il sindaco propone la costruzione di un tavolo tecnico che individui le “azioni da intraprendere”, che per noi sono da sempre molto chiare: la chiusura della fabbrica e la bonifica di quei territori sono l’unica soluzione; gli abitanti di Spinetta non sono più disposti a morire in nome del profitto, e non sono più disposti a morire in silenzio per consentire a Solvay di produrre indisturbata; a questo si devono aggiungere il completamento della già citata terza fase dell’indagine epidemiologica e un biomonitoraggio della popolazione. I prossimi mesi saranno decisivi. Vogliamo che il lavoro dell’Università di Liegi non vada perduto né dimenticato, per cui continueremo a collaborare con gli studiosi e le studiose che ci hanno permesso di portare questo livello di consapevolezza. Vogliamo che chi abita territori inquinati come il nostro sia nella condizione di prendere attivamente parte alla lotta per la salute, questo non è il momento di fermarsi ma di portare avanti le nostre istanze come siamo sempre stati in grado di fare“ conclude la portavoce del Comitato Stop Solvay.