Autore Redazione
venerdì
6 Novembre 2015
09:56
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Politica - Alessandria

Incarico avvocato Abrile: Locci replica alla giunta. “Non ho ricevuto rassicurazioni”

Incarico avvocato Abrile: Locci replica alla giunta. “Non ho ricevuto rassicurazioni”

ALESSANDRIA – In merito al comunicato stampa diffuso dall’amministrazione sul tema dell’incarico legale affidato all’abogado Abrile (si legga QUI) il consigliere di Fratelli d’Italia ha voluto fare alcune precisazioni.

“Durante il Consiglio Comunale non è stata data risposta a nessuno dei quesiti posti dalla mia interpellanza e, in particolare, con quali criteri si è scelto il legale (era la miglior scelta possibile per una causa di un valore di 500 mila euro?) e quali spiegazioni davano sull’eticità della scelta di un legale marito di una dirigente PD e che ha l’ufficio nello stesso studio dell’assessore Falleti membro della Giunta che lo ha incaricato. Si è preferito dare risalto al fatto irrilevante che – per cortesia istituzionale – ho preferito richiedere l’archiviazione di un esposto tendente a verificare aspetti politici dietro rassicurazione di ricevere risposte in aula, che purtroppo non sono arrivate, e che comunque per gli aspetti economici sarà all’esame della Corte dei Conti, autorità più competente al caso, oltre che immagino dell’Ordine degli Avvocati.
In merito al conflitto di interessi rimangono tutti i dubbi precedenti in quanto, come si evince da una sentenza del Consiglio Nazionale Forense, “l’obbligo di astensione di cui all’art. 37 cdf (ora, 24 ncdf) con riferimento agli avvocati che, pur non essendo partecipi di una stessa società o associazione professionale, esercitino tuttavia negli stessi locali, obbedisce all’esigenza di proteggere il bene giuridico non solo dell’indipendenza effettiva dell’avvocato, ma anche dell’apparenza di essa, sicché a nulla rileva l’assenza di concretezza e attualità del conflitto di interessi, in quanto l’assunzione di un tale patrocinio, quand’anche non abbia prodotto effetti pregiudizievoli agli interessi degli assistiti, determina comunque una situazione di pericolo per il rapporto fiduciario con il cliente, suscitando stato di disagio e comprensibile diffidenza, che si ripercuote negativamente sull’immagine stessa della professione.” 

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