25 Luglio 2023
00:59
Sindacato Cse Sanità: “Il caldo sembra non interessare a nessuno”
PROVINCIA DI ALESSANDRIA – “Il caldo sembra non interessare a nessuno”. Così il sindacato Cse Sanità ha sollecitato le istituzioni ad agire per far fronte all’attuale situazione. “In queste ultime settimane, nel pieno della stagione estiva con il cambiamento climatico che sta producendo condizioni di calore eccezionali e sempre più estreme, è fondamentale che siano assunte iniziative immediate e concrete per la salvaguardia della salute dei dipendenti, all’interno di tutti i luoghi di lavoro” ha rimarcato il Coordinamento Territoriale Flp-Cse-Cse Sanità-Cse Flpl Alessandria e Asti “pensiamo al lavoro nei cantieri, nei campi, nei settori della logistica e dei trasporti dove arrivano quotidianamente notizie di malori e purtroppo anche di decessi legati alle temperature torride che sono destinate a continuare almeno fino a fine mese. Sono necessarie quindi azioni immediate che prevedano l’utilizzo degli ammortizzatori sociali, e contestualmente il pieno funzionamento del regime della sorveglianza sanitaria anche nei luoghi di lavoro chiusi, dove le temperature raggiungono picchi che spesso superano i 30 gradi”. “Alla Ministra Calderone chiediamo come CSE di attivare tutte le iniziative necessarie, anche tramite la stipula di uno specifico protocollo congiunto tra il Ministero del Lavoro, le confederazioni sindacali e le associazioni datoriali, che regolamenti in modo puntuale le azioni da porre in essere a tutela della salute delle lavoratrici e dei lavoratori. Ma la situazione purtroppo non è limitata come parrebbe solo ai settori più direttamente esposti alla calura. L’emergenza caldo sta portando, ormai da giorni, ad un vero e proprio blackout di numerosi uffici pubblici in tutta Italia, che scontano decenni di abbandono e di incuria”, spiega Stefania Gallo, segretario Territoriale della Confederazione CSE Piemonte “Le cause sono, purtroppo, ben note: condizionatori rotti, scarsa manutenzione, uffici non adeguati e privi dei più moderni sistemi di condizionamento”. La problematica, come denunciano i delegati sindacali e le RSU, riguarda in modo significativo anche le RSA dove gli impianti di condizionamento sono ormai vetusti. “L’eccezionale ondata di caldo non deve trarre in inganno: la stessa situazione si ripete anche ogni inverno, quando è il freddo a costituire il problema, aggravato da uffici inadeguati e vetusti. Non basta, quindi, limitarsi a modernizzare le strutture e a digitalizzare i processi, per riformare le PA. È imperativo anche che si intervenga in modo organico sugli edifici, con un’operazione strutturale che, da una parte, ammoderni e metta in regola quelli storici e, dall’altra, ne individui di nuovi in cui, a differenza di quelli costruiti negli anni Settanta, siano coniugate vivibilità ed efficienza energetica e che siano facilmente raggiungibili per cittadini e personale”. Dopo gli anni dei tagli lineari della spending review e la cartolarizzazione degli immobili pubblici, il patrimonio edilizio degli Uffici pubblici è in mano ai privati che da un lato periodicamente ne alzano i canoni di locazione e dall’altro non assicurano in gran parte dei casi la corretta manutenzione. “Riteniamo”, conclude Gallo, “e questo sarà oggetto di una specifica richiesta, che verrà posta dalla Nostra Confederazione a livello Nazionale, alla cabina di regia, che nell’ambito della riscrittura di alcuni degli obiettivi del PNRR, il Governo inserisca l’acquisizione e la riqualificazione degli immobili destinati agli Uffici pubblici. Un’operazione certamente in linea con il PNRR perché coniugherebbe i nuovi investimenti, al contributo in termini ambientali ed energetici connessi ad edifici a norma e ecologicamente aggiornati, già dotati di tutte quelle infrastrutture anche digitali e tecnologiche necessarie per un’amministrazione moderna ed efficiente. Richiediamo a livello locale l’apertura di un tavolo in Prefettura come già avviene in molte province del Nordovest(come ad esempio Genova)”.