Autore Redazione
lunedì
24 Ottobre 2016
01:19
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Politica - Alessandria

Elezioni Alessandria, Molinari (Lega): “Noi ci siamo, ma il prossimo sindaco non potrà promettere miracoli”

Elezioni Alessandria, Molinari (Lega): “Noi ci siamo, ma il prossimo sindaco non potrà promettere miracoli”

ALESSANDRIA – La Lega Nord sarà una protagonista nelle elezioni comunali del 2017. Che corra da sola o in coalizione, l’intenzione è chiara: costruire un programma e trovare candidature competitive che possano mandare in soffitta i cinque anni del centro-sinistra a guida Rita Rossa.

Una cosa è certa”, ha detto a Radio Gold Riccardo Molinari, segretario nazionale della Lega Nord Piemont (la Lega utilizza il termine “nazionale” per riferirsi alla segretaria regionale, ndr), tenuto in grande considerazione nel centro-destra alessandrino, “non si possono promettere miracoli ai cittadini. Chiunque farà il sindaco non potrà prendere in giro gli Alessandrini. Dovrà fare i conti con una difficile situazione, dove il bilancio rimane vincolato dai debiti pregressi”.

Già da parecchi mesi il Carroccio è al lavoro per aprire “dialoghi con i cittadini nelle periferie” e presentare un programma per i prossimi 5 anni. Per ora tutte le forze sono concentrate in un’unica direzione: creare una coalizione che metta insieme le varie anime del centro-destra. Un obbiettivo risultato fin da subito difficile, visto che ancora manca un candidato ufficiale.

Il nome di Molinari, una delle figure forti del centro-destra, è circolato negli ultimi mesi come possibile candidatura, ma lui ha commentato: “mi è stato chiesto, se n’è parlato da tempo, ma io sono segretario regionale dal febbraio scorso e questo ruolo mi porta via tantissimo tempo. Sarebbe un onore fare il sindaco della mia città, ma non penso proprio che sarò io, per rispetto degli elettori della Lega e dei cittadini Alessandrini. Di sicuro lavorerò molto per queste elezioni, anche perché Alessandria sarà uno dei comuni più importanti al voto”.

Molinari ha però ribadito il ruolo centrale che la Lega vuole svolgere nella prossima tornata elettorale: “I sondaggi dicono che siamo il primo partito del centro-destra e noi stiamo lavorando per unirlo e avvicinare anche forze collocate altrove. Ma non escludiamo nemmeno a priori di correre da soli. Le esperienze passate ci insegnano che se non sei visto come un’alternativa credibile, non vinci. A Torino abbiamo perso, a Novara invece ci siamo imposti. Ad Alessandria puntiamo ad aggregare, vedremo meglio in futuro”.

Alle ultime elezioni la Lega si presentò da sola con candidato sindaco Roberto Sarti e ottenne il 6%. Ma in quel periodo perversavano nel centro-destra le tensioni legate alla situazione finanziaria del comune, sfociata poi nel dissesto dichiarato nel giugno 2012.

In uno degli ultimi consigli comunali dell’amministrazione Fabbio, infatti, la Lega, parte della maggioranza di centro-destra, si defilò e non votò il bilancio. Proprio da quel fatto Molinari ha evidenziato che il suo partito non si sente corresponsabile per il dissesto che sarebbe stato dichiarato pochi mesi dopo. “Noi non votammo l’ultimo bilancio perché eravamo su posizioni diverse. Non voglio entrare nel merito tecnico, forse potevamo parlare con la Corte dei Conti anche perché siamo stati l’unica città del nord-Italia a dichiarare dissesto nonostante la nostra situazione debitoria fosse minore di altre realtà. Certo è che Rita Rossa non ha nemmeno provato a evitarlo, lo ha usato in campagna elettorale come arma di delegittimazione politica, in questo modo si è legata le mani per non assumersi le responsabilità e scaricare tutte le colpe sul centro-destra. Lo stessa delegittimazione che, con le firme di una lista a favore di Cota, (“viziata da una nullità insanabile” secondo il Tar, ndr), e la cosiddetta Rimborsopoli, hanno di fatto spianato la strada a Chiamparino in Regione”.

Per Molinari il caso della lista, assieme al processo dei rimborsi spese, hanno anche innescato un bombardamento mediatico contro il centro-destra, con la conseguente caduta prematura della giunta Cota nel 2014. Ma è proprio notizia di poche settimane fa che Molinari, all’epoca consigliere regionale e tra gli indagati nel processo Rimborsopoli, ne è uscito con una piena assoluzione. “Chi mi conosce non ha mai avuto dubbi sulla mia condotta”, ha detto “è stato un periodo difficile e voglio ringraziare gli Alessandrini perché mi hanno sempre dimostrato la loro vicinanza. Non voglio fare dietrologie di nessun tipo, il dato oggettivo, però, è che si è creato un clima di antipatia e odio verso le Regioni, in particolare verso la nostra parte politica, nonostante fossero coinvolti anche consiglieri del centro-sinistra. Questo ha dato il via libera alla facile vittoria di Chiamparino, perché ormai Cota era completamente delegittimato. E resta il fatto che siamo stati assolti tutti”.

Tornando ad Alessandria, Molinari ha quindi criticato l’amministrazione comunale: “Una delle politiche più pericolose di Rita Rossa era quella di far confluire la nuova multiutility di Amag dentro Iren. Questo avrebbe significato dare una grande municipalizzata in mano a dirigenti di Torino e Bologna e nessun amministratore alessandrino avrebbe più potuto controllare un servizio pubblico importante. Ma adesso con la caduta di Fassino a Torino, pare che, per fortuna, questa operazione si sia bloccata”.

Tutti vedono in che stato versa Alessandria” ha continuato “la sicurezza è inesistente, continuiamo a denunciare i problemi nel parcheggio dell’ospedale, il pizzo che bisogna pagare ai parcheggiatori abusivi, una situazione che nessuno ha mai risolto”. E se i dati della Prefettura evidenziano un calo dei reati nel comune, Molinari ha detto che “quelli sono i dati della prefettura, la stessa che dice che non c’è un problema sicurezza. Ma poi sono comunque dati basati sulle denunce, e vorrei ricordare che molte persone nemmeno sporgono più denuncia. Poi vediamo che, in generale, c’è degrado, poca manutenzione delle strade e degli spazi pubblici, e problemi d’investimento legati al dissesto. La Rossa ha detto che stanno arrivando nuovi milioni, per ora gli ultimi veri soldi giunti sono i 12 milioni per il Pisu che ha sbloccato Cota in Regione. I 25 milioni per la Cittadella sono solo un’operazione mediatica del sindaco, quei soldi non ci saranno”.

Ma allora, che cosa si può fare? La situazione è molto delicata e Molinari, lucido nella sua analisi, questo lo sa: “Il prossimo sindaco dovrà avere il coraggio di rimboccarsi le maniche e lavorare sodo, spiegando i problemi ai cittadini. Viviamo una situazione critica che va gestita bene”.

Metteremo al centro l’ordinaria amministrazione” ha sottolineato, “con la manutenzione delle strade, il decoro urbano e la sicurezza. Il grande problema della nostra provincia è il lavoro, ma sappiamo che non può essere un sindaco a creare un piano per il lavoro. Occorre lavorare su 2 o 3 progetti sul lungo periodo, magari riprendendo l’idea, abbandonata, di rilanciare l’area di San Michele, e poi avviare delle relazioni con i privati per attrarre investimenti e favorire una ripresa economica”.

Infine, Molinari, molto legato al leader del Carroccio Matteo Salvini ed esponente di spicco della nuova generazione della Lega, ha concluso spiegando la nuova pelle del suo partito, rigeneratosi nel 2012 dopo gli scandali che avevano spazzato via la vecchia dirigenza: “La Lega mantiene sempre i suoi principi storici, siamo per il federalismo e l’autonomia dei territori. Proprio la nostra vocazione federalista e autonomista ci spinge a votare No al referendum di dicembre. A ciò si aggiunge la nostra “battaglia esterna” quella contro l’Europa e l’euro, che ormai condiziona la vita dei cittadini e non consente agli Stati di essere padroni della propria politica monetaria. Quindi combattiamo su due livelli. Ma non ci consideriamo vicini ai 5 stelle, di cui rispetto gli elettori, ma che hanno contribuito al clima di antipolitica, soprattutto verso le Regioni, e non hanno saputo produrre nulla nonostante abbiano catalizzato molti voti”.

In attesa di avere maggiori chiarezze su come si presenterà il centro-destra alle elezioni, la Lega sta consolidando le linee programmatiche e il quadro sarà più nitido nei prossimi mesi. Intanto, il clima è destinato a divenire più caldo, man mano che le elezioni si avvicinano e i vari schieramenti, come in un complesso scacchiere, cominciano a posizionarsi, pronti a darsi battaglia.

Giovanni Prati

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