Autore Redazione
lunedì
30 Dicembre 2013
00:00
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Politica - Alessandria

L’abolizione delle Province fa risparmiare davvero?

L’abolizione delle Province fa risparmiare davvero?

Sono finite nel mirino e pagano per tutti. Le Province sono destinate a sparire perché considerate, dal Governo centrale, una struttura troppo costosa e non strategica. Eppure molti studi dimostrerebbero il contrario. Uno degli ultimi è apparso sulla rivista Altraeconomia. Nel suo articolo Zenone Sovilla ha provato a spiegare qual è il reale peso delle Province italiane, svelando l’esiguità dei costi per le tasche dei cittadini: costano 13 miliardi di euro, l’1,3% della spesa pubblica. Il personale politico (3.200 consiglieri e 800 assessori), invece, costa 32 milioni di euro all’anno, e su questi inciderebbe direttamente l’abolizione delle Province, che, tuttavia, è indicata come la panacea in grado di risolvere il problema dell’eccesso di spesa pubblica nel Paese. “Secondo il ministro Delrio – ha spiegato Zenone Sovillai risparmi sarebbero 160 milioni abbondanti grazie all’abbattimento dei costi del personale politico che non sarebbe più presente perché gli eletti nei Comuni dovrebbero occuparsi delle Province in maniera gratuita. Secondo altre stime come quelle della Cgia di Mestre i risparmi totali non sarebbero superiori a qualche centinaio di milioni, peraltro superati e compensati dai maggiori costi derivanti dalla gestione dei servizi provinciali come le strade e gli edifici scolastici. Tutte funzioni da reinventare attraverso la collaborazione tra i Comuni con una dissipazione di energie e quindi con il forte rischio di un incremento dei costi. A questo si aggiungerebbe anche una erogazione dei servizi più farraginosa e di qualità potenzialmente inferiore. A monte c’è però c’è il principio che muove questa riforma: il fatto che più che nascere dalle esigenze dei territori il disegno parte da un progetto centrale poi calato sul territorio.”
I timori sono collegati in particolare ai servizi fondamentali come quelli collegati alla gestione delle strade, passando per il ciclo dei rifiuti e la difesa del suolo. L’abolizione delle Province comporterebbe un aggravio di spesa per oltre 2 miliardi di euro, a causa della perdita d’efficienza. Più o meno il costo dei cda delle 7.800 società, enti e agenzia strumentali delle Regioni, la cui esistenza nessuno pare intenzionato a mettere in discussione. Su questo Zenone Sovilla avanza altre preoccupazioni ancora: “le Province sono spesso diventate un momento di sintesi per tentare di contrapporre la volontà di territori uniti ai desideri di un singolo Comune o di una Regione. Eliminare questi enti può aprire degli spazi a speculatori o a interessi privati di chi tenta di mettere le mani su servizi oggi gestiti dalle Province. Penso al ciclo dei rifiuti e ora vedremo che fine farà la questione del servizio idrico sul quale, malgrado i referendum, rimangono molti appetiti e molte attenzioni da parte di privati”.
Nei gioni scorsi alcuni sondaggi hanno anche evidenziato la scarsa preoccupazione dei cittadini rispetto alla questione delle Province. “Per gli elettori italiani – ha continuato Zenone Sovillaoccorre preoccuparsi degli altri centri dove veramente si spende. Le Province rappresentano poco più dell’1% della spesa nazionale. Perciò non vedo altro che un tentativo di mietere consensi a buon mercato.”

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