Autore Redazione
venerdì
28 Giugno 2019
05:46
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Politica - Alessandria

Nel Pd provinciale scatta la resa dei conti. “Congresso entro ottobre”

Lo chiedono i rappresentanti della corrente "zingarettiana" dopo essersi dimessi dalla segreteria provinciale, imitati da Vittoria Oneto, che già aveva sfidato l'attuale segretario Scarsi
Nel Pd provinciale scatta la resa dei conti. “Congresso entro ottobre”

ALESSANDRIA – Un mese dopo la pesante sconfitta elettorale anche nel Partito Democratico della provincia si è arrivati al redde rationem. A fare la prima mossa sono stati quattro componenti della corrente “zingarettiana” della segreteria provinciale: Otello Marilli (al centro nella foto), Costanza Zavanone (a destra nella foto), Luigi Perri e Corrado Tagliabue si sono dimessi.

“Sia chiara subito una cosa: non vogliamo certo fare il Pd “Z”, inteso per Zingaretti” ha precisato Otello Marilli, ex vicesegretario provinciale “non ne facciamo una questione di correnti, né vogliamo andare alla conta. Ma serve reinsediare il Pd nella società e nei territori. Serve una fase nuova, per un centro sinistra credibile. Non vogliamo cercare un capro espiatorio. Questo è un problema di natura politica, non personale”.

Invocato, quindi, un cambio di passo rispetto alla segreteria provinciale attuale, presieduta da Fabio Scarsi.

“Chiediamo un congresso straordinario entro ottobre, preceduto da una campagna di ascolto dei circoli e della società alessandrina da avviare subito dopo la pausa estiva. Tra gli obiettivi rilanciare il radicamento e la funzione politica del Partito Democratico nella nostra provincia, formare un nuovo gruppo dirigente, quanto più possibile unitario e coerente con gli indirizzi politici stabiliti dal nuovo segretario Zingaretti, rimettere al centro dell’azione politica il rapporto con le comunità e le amministrazioni locali, con il mondo del lavoro e dell’impresa”. 

“Un passo indietro indispensabile per poi ricominciare da capo” ha aggiunto Costanza Zavanone.

Per questo ora i quattro esponenti dimissionari si aspettano che anche gli altri facciano altrettanto. Al momento rimangono, oltre al segretario Fabio Scarsi, anche Daniele Coloris, Laura Tardito, Michele Romano, Marcella Graziano e Franco Gazzaniga. 

“Dal 2017 in avanti abbiamo perso Alessandria, la provincia, non abbiamo più un rappresentante in parlamento e ora anche nel parlamento europeo, e abbiamo solo un consigliere regionale grazie ai resti” ha sottolineato Daniele Borioli (a sinistra nella foto) “il patto politico che ha portato all’elezione di Scarsi, e cioè l’accordo tra i cosiddetti renziani e orlandiani, ora non ha più le gambe. Oggi quelle condizioni politiche non ci sono più”.

Dalla segreteria provinciale si è dimessa anche Vittoria Oneto, che alle ultime primarie ha appoggiato Maurizio Martina. “Già un anno e mezzo fa avevo presentato una mozione, che io stessa rappresentavo, in opposizione all’attuale segretario, mettendo in discussione allora le stesse cose al centro delle motivazioni di chi si è dimesso in questi giorni” ha precisato a Radio Gold il consigliere comunale alessandrino “Oggi la maggioranza stessa mette in discussione il segretario. Mi sono dimessa perché non mi sembrava opportuno rimanere in una segreteria senza una consistente parte di maggioranza. Io il segretario Scarsi lo avevo già messo in discussione un anno e mezzo fa: non abbiamo svolto la conferenza programmatica e organizzativa. Avevamo già perso Alessandria e la provincia. Oggi siamo in una situazione ancora più estrema, va fatto un ragionamento costruttivo, con un rinnovamento della dirigenza del partito. Occorre un coordinamento delle opposizioni, dobbiamo capire i temi sui quali lavorare. La strategia di rilancio è comune a tutte le parti del Pd, nessuno nasconde la testa sotto la sabbia, occorre però capire che direzione prendere e avere la forza di mettere al vertice dei giovani, persone che prima non c’erano, perché le precedenti hanno fallito. Non è solo cambiando il segretario che si risolve questa situazione. Ora apprezzo questa presa di coscienza, è giusto fare un percorso di analisi ma con l’impegno di un rinnovamento ormai fondamentale”. 

Emblematico, infine, il fatto che lo stesso segretario Fabio Scarsi non sapesse della convocazione della conferenza stampa dell’ala “zingarettiana” del Partito, dove sono state comunicare le dimissioni di Marilli, Zavanone, Perri e Tagliabue.

“Un congresso straordinario è fattibile” ha sottolineato Scarsi ai nostri microfoni “ma non solo in provincia di Alessandria, visto che riguarda l’esito delle europee, delle regionali e delle amministrative. Il Pd ha perso in tutta la fascia est del piemonte. Trovo irrituale fare una conferenza stampa, ci sono gli organismi statutari preposti dove queste argomentazioni. E comunque io non ho problemi a confrontarmi per una discussione approfondita, anche con un congresso, ma a livello regionale”.

Poi Scarsi è passato al contrattacco: nel suo mirino, in particolare, il consigliere regionale Domenico Ravetti, anche lui “zingarettiano”. “Una delle cause principali della sconfitta è la questione della Sanità che ha avuto un peso enorme in tutte le province piemontesi: nel tortonese, ad esempio, abbiamo avuto risultati disastrosi. Per questo occorrerebbe fare una riflessione anche da parte di chi, proprio nella Sanità, ha avuto ruoli importante (Ravetti è stato presidente della Commissione Sanità durante l’ultima legislatura a Palazzo Lascaris, ndr). Nell’ultima direzione io ho proposto una conferenza programmatica per entrare nel merito e non imbarcarsi in una conta come lo stesso Zingaretti che ha fatto appello all’unità del partito. Un mio passo indietro? Non mi dimetto perché sarebbe un modo per spostare l’attenzione dalla sostanza dei problemi, c’è un problema politico nazionale, regionale, di questo si dovrebbe discutere. Vogliono farmi credere che la segreteria provinciale ha avuto peso sulle scelte legate alla Sanità? Sarebbe un modo per non affrontare i problemi veri. E poi potevano chiedere le mie dimissioni in direzione, e non l’hanno fatto. Se vogliono presentare istanza di dimissioni procedano pure nell’ambito degli organismi statutari. Insomma, si tratta dei soliti rituali di divisione e scontro per il potere. Io invece, ho proposto di imprimere la svolta ma nell’unità, senza spaccature e divisioni”.

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