Autore Redazione
venerdì
27 Gennaio 2017
01:16
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Cronaca - Alessandria

Economia alessandrina con qualche segnale positivo: fallimenti in calo e nuove imprese in aumento. In fuga invece le banche

La provincia di Alessandria, dopo Torino, è quella con il più marcato calo di sportelli bancari in Piemonte
Economia alessandrina con qualche segnale positivo: fallimenti in calo e nuove imprese in aumento. In fuga invece le banche

PROVINCIA ALESSANDRIA – Per la prima volta le procedure di fallimento sono diminuite rispetto all’anno precedente e il numero di nuove aziende ha superato quelle cessate. Il bilancio provvisorio sull’andamento dell’economia in provincia regala qualche timido segnale di ripresa. Nel terzo trimestre del 2016 il saldo tra imprese nate e cessate è stato positivo con 34 imprese in più: ne sono nate 444 contro la chiusura di 410 per un totale di 44.160 aziende registrate con un tasso di crescita dello 0.08% rispetto allo scorso trimestre, anche se sotto la media piemontese dello 0.12%.

Bene anche i fallimenti. Da gennaio a novembre sono calati del 16%. Le aperture di fallimento sono state 108 da gennaio a novembre 2016, mentre, nel 2015, nello stesso periodo, erano state 129 e 123 nel 2014.

I segni negativi arrivano dalla produzione industriale e dal commercio con l’estero. L’indice della produzione industriale nel terzo trimestre 2016 ha registrato un -0.6% rispetto a un anno fa (sempre nei tre mesi). La media piemontese è invece positiva: +2.7%. Va comunque rimarcato che il dato alessandrino viene fuori da due trimestri buoni con un +4.5% e un +4.3%.

In calo anche l’export, punta di diamante del territorio. Nei primi nove mesi del 2016 l’ammontare delle esportazioni è stata di 4.1 miliardi di euro contro i 4.2 miliardi del 2015. Il calo di 98 milioni di euro ha consegnato un calo del 2.3%. Il dato comunque va inserito in uno sguardo complessivo che in tre anni ha registrato un trend in crescita evidente: nei primi 9 mesi del 2014 l’export era di 3.8 miliardi, 4.2 nel 2015 e 4.1 appunto nel 2016.

Segnali incoraggianti arrivano dall’occupazione ma qui si va più indietro nel tempo. Il confronto tra 2015 e 2014 certifica 6 mila occupati in più con un incremento del 3.6% e un tasso di disoccupazione sceso all’11.5% contro il 13.4% del 2014.

Interessante notare come la provincia di Alessandria sia quella con il più marcato calo di sportelli bancari. Nel 2010 erano 305, divenuti 266 nel 2015. Ne sono stati persi 39 in cinque anni. Peggio ha fatto solo Torino con una diminuzione di 131 unità. La nuova riorganizzazione degli sportelli ha fatto scivolare l’alessandrino al terz’ultimo posto in provincia. Nel 2010 era al terzo posto.

Diciamo subito che il quadro provinciale presenta qualche elemento di positività – ha dichiarato il presidente della Camera di Commercio di Alessandria, Gian Paolo Coscia. Il sistema statistico non ha ancora prodotto i dati di consuntivo sul 2016 (per molti aspetti siamo ancora fermi al terzo trimestre), ma qualche prima considerazione è già possibile e autorizza anche qualche modesta forma di ottimismo. In un contesto globale che ancora risente di vari fattori di incertezza, continua la crescita moderata dell’economia italiana, anche se – ai livelli attuali di crescita – il PIL del 2019 sarà ancora di quattro punti al di sotto di quello del 2007. La provincia di Alessandria presenta una buona ripresa della produzione industriale, il commercio estero in trend triennale di crescita con un saldo della bilancia commerciale positivo per 1,5 miliardi di euro, il contenimento delle procedure di fallimento con il totale che per la prima volta decresce rispetto all’anno precedente, un aumento degli occupati e una diminuzione del tasso di disoccupazione (anche se questi dati riguardano il 2015 in confronto al 2014, non essendo ancora a disposizione i numeri del 2016), il tasso di disoccupazione giovanile che scende di tre punti e mezzo (dal 42,7 al 39,3), la cassa integrazione che scende a sua volta di due milioni di ore (con una variazione 2016 su 2015 del 28%). Non sono dati che autorizzano commenti trionfalistici, ma ci aiutano a pensare che il cammino della ripresa economica sia stato imboccato dal nostro sistema locale”.

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