20 Luglio 2021
16:01
Il sindaco di Acqui attacca la Regione sull’ospedale: “Incomprensibile noncuranza e immobilismo”
ACQUI TERME – Un gesto simbolico per esprimere il proprio dissenso verso la Regione Piemonte, rispetto all’Ospedale Galliano. Giovedì il sindaco di Acqui Lorenzo Lucchini ha annunciato che non parteciperà alla cerimonia di consegna della bandiera della Regione Piemonte, il Drapò, in programma ad Alessandria. La bandiera, sottolineano da Palazzo Levi, verrà ritirata “una volta risolta questa importante priorità”. Lo stesso gesto simbolico è stato realizzato anche dal sindaco di Domodossola.
Il Comune di Acqui ha quindi ancora una volta sollecitato la Regione a chiarire i piani organizzativi del nosocomio termale. “Quello di giovedì sarà un atto simbolico per dare un segnale forte ai rappresentati della Regione Piemonte sullo stato attuale della sanità locale” ha spiegato il sindaco Lorenzo Lucchini “in questo momento l’emergenza è il nostro ospedale, su cui è calato da troppo tempo un velo di immobilismo. Se per altre strutture provinciali sono chiari i piani di potenziamento, il nostro ospedale subisce una noncuranza non comprensibile, seppure sia una struttura di riferimento per una vasta area territoriale. Ritengo che la Regione Piemonte in questo momento storico debba considerare prioritaria un’azione forte sulla sanità locale. È necessario celermente procedere alla riorganizzazione degli spazi dell’Ospedale di Acqui Terme, con un potenziamento che ormai è divenuto indispensabile per garantire livelli di qualità assistenziali adeguati agli standard attuali”.
“Al momento” ha aggiunto Lucchini “il nostro nosocomio non è messo nelle condizioni di poter rispondere alle richieste della popolazione e dell’utenza adeguatamente. Sono stati già redatti dei piani di potenziamento della nostra struttura da professionisti del settore. L’Asl di Alessandria e la Regione Piemonte possono visionarli e dare una risposta rapida prendendo le misure necessarie. La nostra emergenza si chiama diritto alla salute ed è doveroso dare una risposta all’attività sanitaria ordinaria e alle persone che hanno bisogno di curarsi. Le ragioni legate al Covid-19 non sono più giustificazioni attendibili per ritardi e inefficienze. Chiediamo un cambio di passo e un’inversione di rotta per garantire il diritto a un servizio sanitario appropriato, efficiente e confacente al periodo storico che stiamo vivendo”.