Autore Redazione
mercoledì
15 Febbraio 2023
05:00
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Cronaca - Casale Monferrato

Gli studenti di Casale al fianco dell’Afeva durante l’ultima udienza del Processo Eternit Bis

Gli studenti di Casale al fianco dell’Afeva durante l’ultima udienza del Processo Eternit Bis

CASALE MONFERRATO – Anche alcuni studenti delle scuole di Casale Monferrato hanno partecipato all’ultima udienza del Processo Eternit Bis. Ad ascoltare la requisitoria dei due Pubblici Ministeri, Gianfranco Colace e Maria Giovanna Compare, nell’Aula Magna dell’Università di Novara, c’erano circa 50 tra studenti e docenti degli Istituti Superiori casalesi della Rete ScuoleInsieme, provenienti dall’Istituto Balbo (IIA e IB Classico, IIA Scientifico con le prof Canepa e Raselli), Istituto Leardi (IIIAFM con le prof Passioni e D’Angelo), Istituto Sobrero (IIILIA, con la prof Algozino). Al fianco dell’Afeva e ai parenti delle 392 vittime che hanno intentato causa per omicidio contro l’imprenditore svizzero Stephan Schmidheiny, i ragazzi hanno seguito, attenti e commossi, le varie fasi della requisitoria dimostrando grande serietà e un desiderio enormi di conoscere e di comprendere gli snodi di una vicenda giudiziaria complessa che li tocca da vicino.

Alcuni di loro sono i tutor della Aula Amianto, i ragazzi che incontrano i loro coetanei e non solo in questo luogo interattivo e multimediale di formazione e conoscenza, ora completamente rinnovata nei contenuti e nelle forme. Altri sono intenzionati a proseguire i loro studi in ambito giuridico, altri ancora sono appassionati alle problematiche ambientali, strettamente connesse all’inquinamento da amianto. Ma tutti questi giovani, in qualche modo, sono stati toccati personalmente dalla ‘strage silenziosa’ dell’amianto, avendo un parente, un amico, o un conoscente morto di mesotelioma pleurico, la mortale malattia provocata dalla fibra killer: “Per questo i ragazzi sono venuti al processo sono sensibili al problema -hanno spiegato dall’Istituto Balbo –  sentono la responsabilità di conoscere e di aiutare chi vive questo dramma e desiderano fare la loro parte, essere cittadini attivi”. Molti i commenti e le domande sul pullman di ritorno: “Partecipare in aula significa chiedere giustizia per tutte le vittime e per chi continua ad ammalarsi”, dice Giada. “Sensazioni, domande e osservazioni verranno scritte, per custodire un’esperienza significativa, che i ragazzi vorrebbero ripetere. Intanto abbiamo messo un altro seme di speranza. Perché la speranza che la memoria permanga e produca frutti di cambiamento è tutta riposta nei nostri ragazzi. Tocca a noi, scuole ed istituzioni, coltivarli ed e-ducarli”.

 

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