Autore Redazione
lunedì
21 Agosto 2023
07:22
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Cronaca - Alessandria

Sbarchi: “Basta politica della pietà, lo Stato dimostri la sua capacità di governo”

Sbarchi: “Basta politica della pietà, lo Stato dimostri la sua capacità di governo”

ALESSANDRIA – Il fenomeno migratorio è un tema sempre più centrale per il futuro dei Paesi e dell’uomo più in genere. Affrontarlo come un’emergenza è un errore oltre che uno svuotamento del concetto di Politica. Ne parla Margherita Bassini, presidente del Cissaca, che invita lo Stato a lasciare da parte la “politica della pietà” per tornare a un “altruismo umanitario” che dia profondità e valore al tema dell’accoglienza, pieno di opportunità ma oggi vissuto in buona parte in modo strumentale e senza coglierne il valore. Di seguito la riflessione di Margherita Bassini:

Gli sbarchi sulle coste italiane di questo ultimo periodo si caratterizzano per una consistente presenza di minori non accompagnati, e l’accoglienza di minori e uomini e donne resta ancora un affare del ministero dell’Interno caratterizzata e definita sempre come una emergenza. Dovrebbe essere chiaro a tutti che questi sbarchi sono un problema nazionale, nazionale nel senso che l’U.E. al massimo ci darà dei soldi, che non è colpa delle ONG se gli sbarchi sono aumentati, che i governi dell’Africa del Nord non fermeranno i migranti e che immigrazione qui, emigrazione là sono le due facce indivisibili di una stessa realtà e che non possono essere spiegate l’una senza l’altra. L’attuale fenomeno migratorio è un “oggetto” frantumato tra forze della politica , una Politica che dimostra tutta la sua strutturale crisi di capacità nel dare risposte concrete e pensate ai problemi mondiali dell’oggi.

Oggi in Italia l’accoglienza dovrebbe diventare un servizio sociale fondamentale, il primo canale di inserimento dei nuovi arrivati e per questo, come ogni intervento istituzionale, deve essere programmato. Non si può continuare ad affrontare questo fenomeno come l’ennesimo stato di emergenza da contenere con centri straordinari, perché non idonei ad affrontare la questione che deve comporsi in proposte operative su un’accoglienza che favorisca la crescita, la formazione e i diritti. Avere sul territorio una comunità stabile seguita in progetti di accoglienza crea percorsi guidati di inserimento dei migranti che potrebbero diventare positivi e arricchire la comunità. Ma deve diventare fondamentale una pratica di accompagnamento professionale di singoli e nuclei familiari con tempistiche chiare e altrettanto chiari obiettivi non in una logica di vecchio e superato paternalismo, ma nel solco di un sano realismo. Sono indispensabili operatori che sappiano lavorare in equipe, che formino equipe di inserimento di cittadinanza coordinate da professionisti quali gli assistenti sociali e composte da educatori, mediatori culturali, esperti legali, psicologi e che sappiano fare tesoro della popolazione straniera già presente sul territorio.

Un tempo non molto lontano assistevamo a movimenti e a pensieri a favore di un “altruismo umanitario” oggi viviamo nel solco della” politica della pietà”, una pietà che ci permette di esprimere da distante questa nostra emozione, e anche dimenticare questa emozione (o moto dell’anima), senza farci prendere nel gorgo dell’azione umanitaria. È invece un dovere civile, sociale e umano occuparsi delle migrazioni e lo Stato attraverso le sue articolazioni pubbliche deve dimostrare la sua capacità di governo.

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