21 Marzo 2025
12:07
In 12 anni Alessandria ha perso un negozio al dettaglio su 3. È tra le 5 peggiori in Italia
LA NEWS IN BREVE – In 12 anni Alessandria ha perso il 31.1% di negozi al dettaglio, in pratica uno su tre. Lo dice l’analisi dell’ufficio studi di Confcommercio che ha esaminato gli anni dal 2012 al 2024. Un trend che vale per tutto il paese ma che colloca l’Alessandrino al quinto peggior piazzamento, dietro solo ad Ancona, Gorizia, Pesaro e Varese. Leggi sotto per approfondire.
ALESSANDRIA – L’analisi di Confcommercio certifica quello che tutti i cittadini ormai vedono da tempo e di cui avevamo parlato l’anno scorso. I centri delle città si stanno impoverendo, vittime di continue e costanti chiusure. Un fenomeno che dovrebbe interrogare tutti sul ruolo che dovremmo avere per non spogliare le città e mantenerle un luogo da vivere e non solo dei dormitori. Questo scenario, purtroppo, è particolarmente evidente ad Alessandria che, nell’analisi dell’associazione, è al quinto posto per maggiore perdita di esercizi, con la chiusura, in 12 anni, dal 2012 al 2024, di un negozio su 3 (-31.1%). Nello stesso periodo in Italia sono spariti 118mila negozi dettaglio (-21,4%), passati da 551.300 a 433.600, per un calo di 117.800 attività (-21,4%).
Sempre in Italia, nel commercio ambulante, si è passati da 93.800 a 70.900 in calo di 22.900 attività (-24,4%). I dati sono contenuti nel report realizzato dall’ufficio studi di Confcommercio ‘Demografia d’impresa nelle città italiane‘, in collaborazione con il centro studi Guglielmo Tagliacarne. In controtendenza ‘alberghi, bar e ristoranti’, che nello stesso periodo sono passati da 318.100 a 336.600, in crescita di 18.500 attività (+5,8%). Passando agli occupati nel commercio e ape (alberghi e pubblici esercizi), erano 4.575.000 e sono saliti a 4.865.000, con la quota di stranieri che è passata dall’8,2% al 10,9%. In particolare gli italiani erano 4.204.000 nel 2012 e sono arrivati a 4.335.000 nel 2024 (+3,1%), mentre gli stranieri erano 375.000 nel 2012 e sono arrivati a 530.00 (+41,4%).
Dal dossier emerge che nei centri storici chiudono più negozi che nelle periferie, sia al Centro-Nord che nel Mezzogiorno. Nei comuni sono spariti, negli ultimi 12 anni, quasi 31mila esercizi al dettaglio in sede fissa, riduzione che si accompagna a quella degli sportelli bancari che tra il 2015 e il 2023 sono passati da 8.026 a 5.173 (-35,5%).
Tra i settori merceologici, nei centri storici si riducono le attività tradizionali (carburanti -42,1%, libri e giocattoli -36,5%, mobili e ferramenta -34,8%, abbigliamento -26%) e aumentano i servizi (farmacie +12,3%, computer e telefonia +10,5%) e le attività di alloggio (+67,5%) al cui interno si registra un vero e proprio boom degli affitti brevi (+170%), dovuto alla forte accelerazione nell’ultimo anno, mentre gli alberghi tradizionali calano del 9,7%.
A livello territoriale, le regioni del Nord evidenziano le maggiori perdite di negozi al dettaglio, mentre al Centro-Sud si registra una maggiore tenuta: dei 122 comuni presi in esame dall’analisi, ai primi 5 posti si collocano Ancona (-34,7%), Gorizia (-34,2%), Pesaro (-32,4%), Varese (-31,7%) e Alessandria (-31,1%); nelle ultime 5 posizioni i Comuni che registrano la migliore tenuta sono Crotone (-6,9%), Frascati (-8,3%), Olbia (-8,6%), Andria (-10,3%), Palermo (-11,2%).
La desertificazione commerciale continua, dunque, a rappresentare un elemento di depauperamento economico e sociale dei centri urbani che, tenendo conto anche della contestuale riduzione del numero di sportelli bancari, rischia di trasformarsi in un vero e proprio declino delle città. E’ un fenomeno che va contrastato con progetti di riqualificazione urbana per mantenere servizi, vivibilità, sicurezza e attrattività e in questa direzione va il progetto Cities di Confcommercio che ha elaborato le prime proposte per la rigenerazione delle città.
Nel complesso i dati dell’analisi rendono sempre più preoccupante il fenomeno della desertificazione commerciale delle città, ma il commercio fisico resta vitale e produce comunque esternalità positive di cui le politiche pubbliche dovrebbero tener conto: vivibilità delle città, presidio contro il degrado, attrattività turistica. E proprio in tema di politiche pubbliche, contrastare il fenomeno della desertificazione commerciale è uno degli obiettivi del progetto ‘Cities’ di Confcommercio per migliorare i centri urbani e rafforzare le economie di prossimità promuovendo il ruolo del terziario di mercato nell’ambito di un nuovo modello di sviluppo urbano basato su sostenibilità, comunità e identità. Queste, in sintesi, le principali proposte di Cities Confcommercio elaborate in collaborazione con le Associazioni territoriali: rigenerazione dello spazio pubblico e dei quartieri; mobilità e logistica sostenibili per la città della prossimità; patti locali per la riapertura dei negozi sfitti; gestione partecipata e collettiva delle città; politiche per il commercio locale più efficaci grazie all’uso di tecnologie digitali.