Autore Redazione
sabato
27 Gennaio 2024
05:22
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Nuovi libri in uscita: il nuovo romanzo di Cornwell alle storie giapponesi da Kamogawa

Nuovi libri in uscita: il nuovo romanzo di Cornwell alle storie giapponesi da Kamogawa

RADIO GOLD – Come ogni settimana vi suggeriamo alcuni dei nuovi titoli in uscita in libreria.

Alma‘ (Feltrinelli), di Federica Manzon

Tre giorni dura il ritorno a Trieste di Alma, che dalla città è fuggita per rifarsi una vita lontano, e ora è tornata per raccogliere l’imprevista eredità di suo padre. Un uomo senza radici che odiava il culto del passato e i suoi lasciti, un padre pieno di fascino ma sfuggente, che andava e veniva al di là del confine, senza che si potesse sapere che lavoro facesse là nell’isola, all’ombra del maresciallo Tito “occhi di vipera”.

A Trieste Alma ritrova una mappa dimenticata della sua vita. Ritrova la bella casa nel viale dei platani, dove ha trascorso l’infanzia grazie ai nonni materni, custodi della tradizione mitteleuropea, dei caffè colti e mondani, distante anni luce dal disordine chiassoso di casa sua, “dove le persone entravano e se ne andavano, e pareva che i vestiti non fossero mai stati tolti dalle valigie”. Ritrova la casa sul Carso, dove si sono trasferiti all’improvviso e dove è arrivato Vili, figlio di due intellettuali di Belgrado amici di suo padre. Vili che da un giorno all’altro è entrato nella sua vita cancellando definitivamente l’Austriaungheria.

Adesso è proprio dalle mani di Vili, che è stato “un fratello, un amico, un antagonista”, che Alma deve ricevere l’eredità del padre. Ma Vili è l’ultima persona che vorrebbe rivedere. I tre giorni culminanti con la Pasqua ortodossa diventano così lo spartiacque tra ciò che è stato e non potrà più tornare – l’infanzia, la libertà, la Jugoslavia del padre, l’aria seducente respirata all’ombra del confine – e quello che sarà.

Gli aghi d’oro‘ (Neri Pozza), di Michael McDowell

Alla fine del XIX secolo, convivono due mondi opposti. Da un lato, l’opulenza e lo splendore. Dall’altro, i peggiori vizi dell’uomo: alcol, denaro e sesso. È su questo confine, nel cuore del famigerato Triangolo Nero, che una ricca famiglia cerca di affermarsi pretendendo di liberare la città dalla corruzione.

Gli Stallworth, guidati con pugno di ferro dal loro patriarca, l’influente e implacabile giudice James Stallworth, coadiuvato dal figlio Edward, predicatore dai sermoni incendiari, e dal genero Duncan Phair, giovane avvocato dalla carriera promettente, hanno un piano impeccabile: estirpare il male annientando una famiglia di corrotti e criminali: gli Shanks.

‘Naively mine. Ingenuamente mio‘ (Magazzini Salani), di A. J. Foster

Non sempre la vita ci riserva le gioie che meriteremmo. Grace Walker ha dovuto impararlo presto. Rimasta orfana di madre, con un padre gravemente malato, la ragazza è costretta a rinunciare alla sua passione più grande: la danza. Rassegnata a sopravvivere senza vivere davvero, Grace trova lavoro come domestica nello chalet in Vermont degli Harrison, i fratelli più belli e dannati d’America. La ragazza, però, non è una semplice cameriera, ha una missione da portare a termine, se vuole assicurare a suo padre le cure migliori e garantirsi un futuro. Fare il doppio gioco, però, per un animo candido come il suo non è facile. E come se non bastasse, a scombinarle il cuore ci si mette anche l’attrazione per Aron Harrison.

Oltre il sorriso irresistibile e la calcolata gentilezza con cui ha imparato a manipolare chi lo circonda, Aron nasconde una personalità tormentata. Come Grace, ha dovuto mettere da parte i suoi sogni. Nel vano tentativo di proteggerlo, la ragazza cerca di respingerlo in ogni modo, ma se resistere a un Harrison è difficile, mentirgli è impossibile. Eppure, anche se Aron e i suoi fratelli sembrano inscalfibili, hanno tutti un punto debole: l’amore.

Cause innaturali‘ (Mondadori), di Patricia D. Cornwell

Quando viene chiamata in una zona selvaggia della Virginia settentrionale a esaminare i resti di due campeggiatori, Kay Scarpetta si trova di fronte uno scenario orribile. Le vittime, ricercate dai federali per riciclaggio di denaro e attività terroristiche, sono state sfregiate con una violenza e un accanimento tali da renderle quasi irriconoscibili. Le altre prove rinvenute sul posto sono ugualmente spaventose e un’impronta enorme, troppo grande per appartenere a un essere umano, getta tutti nello sconcerto.

Quando dal passato ritorna poi un pericoloso fantasma, Kay si sentirà inerme e in balia di questo antico nemico senza scrupoli che minaccia lei e la sua famiglia, oltre che l’intera nazione. In questo nuovo appassionante romanzo di Patricia Cornwell, l’anatomopatologa più famosa del mondo, Kay Scarpetta, si trova di fronte a una delle scene del crimine più inquietanti della sua carriera, e deve indagare per scoprire chi può aver commesso omicidi così efferati e perché.

Le statue giuste‘ (Laterza), di Tomaso Montanari

Tenere su un piedistallo nella piazza – centro della polis e dunque luogo politico per eccellenza – un personaggio, significa indicarlo come modello di virtù civili. È l’equivalente della santificazione: “guardatelo, prendetelo a esempio, fate come lui”. Naturalmente questo messaggio arriva quando c’è un nesso ancora vivo tra il personaggio e la comunità che lo celebra, nel bene e nel male. Non è dunque un discorso sul passato, ma una contesa sul presente e un confronto di progetti sul futuro.

Se masse oppresse in tutto l’Occidente si rivolgono contro statue e monumenti è perché sono tuttora umiliate e sconfitte. La loro battaglia non riguarda la storia, ma il futuro. Ed è sacrosanta. È giusto che le memorie materiali siano al centro di un conflitto: sarebbe un tragico errore cancellarle, ma lo sarebbe anche impedire che la società di oggi ne cambi il senso. L’ultima cosa che dobbiamo fare è usare l’arte e la storia contro la giustizia e l’eguaglianza.

Qualcuno che conoscevo‘ (Longanesi), di Francesca Mautino

Se la sorte ti ha riservato un parto trigemellare, meglio prenderla con umorismo. Forse è per questo che Valentina Bronti, trentenne, torinese, una carriera messa tra parentesi, ha scelto per le sue tre bambine i nomi di Emilia, Carlotta e Anna, come le celebri sorelle Brontë.Conservare alto l’umore non è così facile per Valentina, una vita incastrata tra illusori tutorial sulle pulizie domestiche e una relazione fallimentare con Marco, il padre delle bimbe che si è ritirato a dormire nello sgabuzzino. Finché un giorno viene convocata all’asilo perché le tre piccole pesti hanno tentato la fuga trascinando con sé una compagna.

Davanti alla direttrice, c’è un’altra mamma: Chiara Barberis. Altezzosa e severa, Chiara lascia in Valentina una strana impressione. Un’impressione confermata dalla scoperta che si tratta proprio di “quella” Chiara Barberis: la sorella di Elisa, la ragazza scomparsa inspiegabilmente dieci anni prima, quasi inghiottita dal buio di una Torino che da sempre ha fatto del mistero il suo secondo volto.È così che Valentina si ritrova in una storia piena di ombre e bugie. Con un entusiasmo e una sagacia sorprendenti, prima di tutto per lei, si tuffa nelle strade, nei palazzi signorili, negli atenei della città, improbabile ma tenace investigatrice. Ciò che Valentina scoprirà di Elisa, di Torino e soprattutto di sé stessa è la materia spumeggiante di questo romanzo, capace di tratteggiare un personaggio attualissimo in cui convivono senso di inadeguatezza, acume e un’ostinata vitalità.

Andare per i luoghi del Risorgimento‘ (Il Mulino), di Roberto Balzani

Per riscoprire come siamo diventati “noi”. Dalle piazze Garibaldi ai forti abbandonati, tra lapidi dimenticate e paesaggi incontaminati, si viaggia dentro una storia di solito ricordata solo per capitoletti che, se riannodati, restituiscono a un Paese profondamente diverso il senso della sua unità Dalle celebrazioni per il 150esimo dello Stato italiano, il Risorgimento ha conosciuto un revival, come i suoi luoghi, spesso coincidenti con ambienti naturali spettacolari.

Per decenni, un intento pedagogico nazionale ha ispirato, in nome di una memoria comune, un turismo celebrativo, spesso oggetto di gite scolastiche, il più delle volte frammentario e retorico. Ripristinare oggi uno sguardo maturo sui tanti teatri della vicenda risorgimentale può regalare, oltre che scoperte sorprendenti, momenti toccanti e suggestivi. Dal Capanno di Garibaldi vicino a Ravenna, a Sapri e Padula sulle orme di Pisacane, da S. Martino della Battaglia a Caprera, si snoda un itinerario tra storia e natura, che tocca località talvolta poco conosciute, meritevoli di essere sottratte all’oblio.

Fine di una storia‘ (Sellerio), di Graham Greene

Sarah Miles e Maurice Bendrix sono stati amanti durante la guerra. Il loro è un amore clandestino, rabbioso, quasi feroce. Una passione così assoluta che perfino i terribili bombardamenti tedeschi su Londra sembravano solo un sottofondo rumoroso. Il marito di lei, Henry, alto funzionario, non aveva mai dato segno di sospettare. Poi, Sarah aveva troncato di netto la relazione, improvvisamente e senza nessuna spiegazione. Dopo quasi due anni, finita la guerra, un incontro casuale tra Bendrix e Henry Miles riaccende la gelosia dell’ex amante: Bendrix non crede che Sarah sia semplicemente tornata dal marito; “l’odio, il sospetto e l’invidia”, mai realmente sopiti, lo spingono ad assoldare un investigatore privato che pedini Sarah alla ricerca di un “terzo uomo”.

Ma che cosa ha capito Bendrix, che di mestiere scrive romanzi, ricordando il passato amore e inseguendo, attraverso i resoconti del detective, il presente di Sarah? Che cosa ha capito della “fine di una storia”? Il diario di Sarah svela un’altra verità. Non è solo l’ossessione, a volte selvaggia e spietata, di Bendrix che ha distorto la sua versione dei fatti. È anche che la storia di Sarah ha intrapreso una strada incommensurabile dove si incontra l’assurdo della fede, come desiderio di non essere soli nel deserto.

Pubblicato nel 1951, ‘Fine di una storia’ – da Greene definito il suo “Great Sex Novel” – è un romanzo lancinante, il resoconto di un amore carnale, immenso, crudele, in cui, per via dell’enormità della guerra, irrompe il divino. Ma è un divino diviso, tragicamente incerto, rischioso. Alla fine di questa storia, al di là dello scandalo e delle censure, resta – ha scritto Scott Spencer nella sua introduzione – la “convinzione che anche nelle circostanze più squallide ci sia qualcosa che non si vede, qualcosa che resiste e nobilita”.

Le piccole storie della locanda Kamogawa’ (Einaudi), di Hisashi Kashiwai

A gestire il ristorante Kamogawa, ormai da anni, ci sono un padre e una figlia, conosciuti a Kyoto come gli investigatori degli enigmi culinari, poiché abilissimi nel rintracciare gli ingredienti perfetti per i piatti del cuore di ogni avventore: come Kitano Kyosuke, nuotatore olimpionico ossessionato dal bento all’alga nori preparatogli dal padre ogni giorno; o Takeda Kana, giornalista gastronomica che vorrebbe scoprire il segreto del cibo preferito di suo figlio, all’apparenza un semplice hamburger; oppure Onodera Katsuji, che sogna di mangiare ancora una volta la soba cinese che ordinava a una bancarella e rivivere così certi istanti della sua giovinezza.

Tra tofu, germogli di bambú, tè matcha, alga wakame e decine di altri sapori, sarà lo chef Nagare ad aiutarli, scovando le ricette che cercavano e gettando una luce tutta diversa sui momenti più significativi delle loro vite.

La leggenda del filo d’amore. Come nutrire i cuori per coltivare relazioni sane‘ (Sonzogno), di Maria Chiara Gritti

Narra la leggenda che ogni bambino nasce con un vuoto nel cuore. Saranno i genitori a colmarlo, tessendo il filo d’amore, attraverso cui lo nutriranno con gli alimenti giusti per farlo crescere sano e resiliente. I cibi affettivi più nutrienti stimoleranno la sua naturale capacità di amarsi e di amare, rafforzando il filo. Invece, una dieta squilibrata o addirittura tossica darà vita a legami fragili e bloccherà lo sviluppo del cuore.

È quello che capita ai protagonisti di questa storia: Eric, il figlio perfetto, si nutre solo di dolce ammirazione e non conosce i sapori autentici; Mia, la figlia tanto attesa, ha mangiato attenzioni in abbondanza e non sa staccarsi dai genitori; Sofia, la figlia trascurata, si prodiga a trasmettere il nutrimento che invece dovrebbe ricevere; Diego, il figlio adottato, il cui filo è bloccato dal dolore e continua ad aspettare il cibo che un tempo gli è stato negato. È solo quando sul loro cammino incontreranno Arianna, la “Scioglinodi”, che impareranno a riconoscere e districare i grovigli che li intrappolano, scoprendosi finalmente capaci di empatia e amore.

Al termine del racconto ci regala il Diario della sana alimentazione emotiva, uno strumento pratico da compilare per riflettere sulla qualità del nutrimento che abbiamo ricevuto, comprendere i veri appetiti del cuore e scoprire come soddisfarli.

Lontano, lontano. Lettere, racconti, interviste‘ (Il Saggiatore) di Enrico Deregibus Enrico de Angelis

Un volume che raccoglie in 440 pagine le parole scritte e pronunciate da Luigi Tenco nel corso della sua esistenza. Un insieme di materiali in buona parte inediti, dai temi delle elementari alle lettere, dai diari agli abbozzi di racconti e sceneggiature, dalle interviste fino alle ultime dichiarazioni durante il Festival di Sanremo del 1967, che dà forma a un’autobiografia impossibile. Il racconto della sua vita, dei suoi pensieri, delle sue emozioni e dei suoi incontri attraverso la sua stessa voce.

“C’è un ragazzo all’inizio di questo libro chiamato Luigi – si legge in una nota del libro – Lo osserviamo crescere, imparare a suonare il sax, la chitarra e il pianoforte, mettere in piedi una jazz band con i suoi amici, partire per il servizio militare, avere nostalgia di casa e di sua madre. Lo guardiamo iniziare a comporre canzoni e poi provare a cantarle, con la timidezza e la trepidazione dei ventenni, riuscire nell’impresa di incidere un disco e ascoltarlo trasmesso in radio – Lo vediamo infine combattuto tra la ricerca del successo e l’intransigenza, andare in televisione, rilasciare interviste su interviste, cimentarsi come attore; innamorarsi e rinnamorarsi, ogni volta perdutamente”.

“Di quasi ogni fase della sua breve vita, Luigi Tenco ci ha lasciato una traccia, un testo, una dichiarazione, concedendoci così di guardare al di là delle parvenze di riottosità e malinconia con cui è stato a lungo identificato – spiega ancora la nota – Quest’opera ci permette di conoscere da vicino e nella sua evoluzione una figura creativa e piena di desideri, anticonformista e in anticipo sui tempi, umile e allo stesso tempo consapevole del potere delle parole e delle canzoni. Il ritratto di uno dei più grandi cantautori della storia d’Italia, nella sua essenza più sincera”.

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