Autore Redazione
domenica
17 Settembre 2023
05:54
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Libri - Alessandria

Le novità in libreria

Le novità in libreria

RADIOGOLD – Ecco le novità in libreria di questa settimana.

Vita privata di una spia‘ (Mondadori) di John le Carré

E’ appena arrivato sugli scaffali con Mondadori ‘Vita privata di una spia‘ di John le Carré, libro che racconta non solo la vita dello scrittore, ma anche i tempi turbolenti di cui è stato testimone. Scrittore di riferimento per il suo tempo, il romanziere britannico John le Carré si è lasciato alle spalle un tesoro di lettere quando è morto, all’età di 89 anni, alla fine del 2020. Ci sono missive ai membri della famiglia, a politici, come Margaret Thatcher, attori come Hugh Laurie e Gary Oldman, colleghi romanzieri, come Philip Roth, John Cheever, Ian McEwan, Tom Stoppard, William Burroughs e Graham Greene, alle spie di oggi e a quelle di ieri, a sconosciuti in cerca di consigli, agli amici di una vita e a Jane, sua moglie per 48 anni.Tim Cornwell, il terzo dei quattro figli di le Carré, si è assunto il compito immane di organizzare questo materiale. Il risultato mostra l’autore al suo meglio: erudito, supponente, combattivo, arguto e riflessivo.Vita privata di una spia abbraccia sette decenni: (dal 1945 al 2020) e racconta non solo la vita dello scrittore, ma anche i tempi turbolenti di cui è stato testimone. Partendo dalla sua infanzia negli anni ’40, l’epistolario include i resoconti del periodo trascorso a Oxford e dei giorni in cui insegnava a Eton.

Descrive il suo ingresso nell’MI5 e la cortina di ferro, nonché il fiorire della sua carriera di romanziere. Attraverso le sue lettere incontriamo le Carré che scrive a Sir Alec Guinness per convincerlo ad accettare il ruolo di George Smiley nella trasposizione cinematografica del romanzo, e più tardi che discute dell’immoralità della Guerra al Terrorismo con il capo del servizio di sicurezza interno tedesco. Alcune lettere provengono da un archivio che le Carré conservava nella sua casa in Cornovaglia. Altre sono state raccolte da biblioteche, agenti, editori, amici e parenti. Ne emerge un ritratto indimenticabile non solo dello scrittore e dell’intellettuale globale, ma anche dell’uomo nella sua vita privata, eccezionale, come quella dei protagonisti dei suoi romanzi.

‘L’ultima auto sul Sagamore Bridge’ (Gallucci) di Peter Orner

L’editore romano Gallucci manda sugli scaffali ‘L’ultima auto sul Sagamore Bridge’ di Peter Orner. Un ragazzo salta una settimana di scuola dopo che la sorellina annega nello stagno, passando sotto il recinto come lui le aveva insegnato; una goffa vicenda sul tesoro di Al Capone al Lexington Hotel; un assassino in libertà vigilata che dedica gran parte del tempo a rispondere a lettere d’odio o di sostegno; un padre e una figlia che tentano di sfuggire a un uragano.

Vite e destini descritti con saggezza, leggerezza, dolore, bellezza, sorpresa. Orner racconta l’animo umano come pochi, rendendo veri i suoi personaggi con una scrittura veloce e incisiva.

La rivoluzione del merito‘ (Rizzoli) di Luca Ricolfi

Con Rizzoli è appena uscito il nuovo saggio del sociologo Luca Ricolfi ‘La rivoluzione del merito’. Un tempo premiare il merito – misterioso amalgama di talento e impegno – pareva la via maestra per combattere la disuguaglianza, antidoto perfetto contro il nepotismo e i privilegi di classe. Oggi, al contrario, tanti intellettuali, studiosi e politici pensano che sia fonte di discriminazione, selezione, umiliazione dei deboli, e ingaggiano una stupefacente battaglia contro il merito. Nella vita di tutti i giorni non abbiamo alcun problema a scegliere il cuoco più bravo, il chirurgo più esperto, la scuola migliore per i nostri figli, o ad ammirare l’artista più originale, il calciatore che segna più goal, la scienziata che fa una grande scoperta. Perché, non appena si parla di studenti e studentesse, tutto cambia? Perché la parola “merito” nel mondo della scuola e dell’università scatena ogni sorta di paure, accuse, luoghi comuni, pregiudizi?

E se invece proprio il talento fosse il più egualitario dei doni, visto che può posarsi su una reggia come su un tugurio? In questo suo nuovo libro, Ricolfi ripercorre la storia delle idee sul merito, dagli ideali che hanno ispirato la Costituzione, passando attraverso le teorie filosofiche e i romanzi distopici del Novecento, fino alla recente e deleteria confusione tra merito e meritocrazia. E mostra quanto retrograda, infondata e lontana dal comune sentire sia la battaglia contro il merito. Sostenere i capaci e meritevoli – a partire dalle ragazze e dai ragazzi dei ceti popolari – è il gesto rivoluzionario che può rimettere in moto l’ascensore sociale. Un gesto che era in cima ai pensieri dei Padri costituenti, ma che finora nessuna forza politica ha avuto il coraggio di far proprio.

11 maggio 1860‘ (Laterza) di Luigi Mascilli Migliorini

Con l’editore Laterza è in libreria ’11 maggio 1860′ di Luigi Mascilli Migliorini, membro dell’Accademia dei Lincei, insegna Storia moderna e Modern Global History nell’Università L’Orientale di Napoli.C’è un giorno da cui inizia tutta la storia dell’Italia unita. 24 ore in cui le speranze accumulate e cresciute nel corso di decenni si sono condensate fino a dare origine alla scintilla che ha prodotto un fuoco inarrestabile. Quella giornata è l’11 maggio 1860, il luogo è Marsala, il protagonista è Garibaldi.

Il sole splendeva sincero l’11 maggio 1860 sulle poche barche di pescatori nel porto di Marsala e sulle due navi di Sua Maestà britannica che servivano d’appoggio alle industrie che fabbricavano il famoso liquore della città. Nessuno, svegliandosi quella mattina a Marsala, avrebbe immaginato di essere alla vigilia di una ‘giornata particolare’, nemmeno quelli – per la verità assai pochi – che avevano sentito sussurrare di uno sbarco di banditi, cioè di gente che parlava di libertà e di unità dell’Italia. Ma ora qualcuno giurava che alla testa di quelli che sarebbero venuti dal mare c’era addirittura Garibaldi, un dettaglio che entusiasmava o atterriva, ma che aiutava a rendere ancor meno credibile la notizia.

Tutto cambiò in poche ore con lo sbarco dei Mille. Dietro le mura della loro cittadina, gli abitanti di Marsala furono i primi spettatori di quella ‘avventurosa impresa’ che in meno di sei mesi avrebbe rivoluzionato la mappa della penisola e gli equilibri del continente. Era l’intero Risorgimento italiano che aveva preparato quella giornata. Era l’Europa moderna che attendeva l’indipendenza italiana. Era la Sicilia e i siciliani che avevano voluto fortemente l’impresa di Garibaldi. In definitiva quella di Marsala era anche una storia siciliana vecchia di sei secoli, nata nei giorni eroici e mai dimenticati dei Vespri, che trovava allora il suo epilogo o forse, meglio, la sua vendetta.

Fuori programma‘ (Manni) di Bruno Gambarotta

Dal 1962 al 2011 Bruno Gambarotta ha lavorato in Rai districandosi, con il suo ironico aplomb, tra capricciose stelle dello spettacolo, grigi funzionari ancorati alle loro scrivanie e ruvide maestranze. La sua carriera, iniziata come cameraman, proseguita come programmista e terminata sotto i riflettori delle prime serate, ha accompagnato tutta la parabola del servizio pubblico, dalla Rai pedagogica a quella più commerciale.

Nel libro ‘Fuori programma’, pubblicato dall’editore salentino Manni, Gambarotta racconta le vicende eccezionali vissute in cinquant’anni di carriera: le gaffes di Celentano che lo portano in diretta in prima serata a Fantastico ’87 per porvi rimedio; l’irruzione per recuperare un microfono in una stanza dove Paolo VI sta pranzando con un risotto; gli intellettuali con cui lavora e che incontra, da Gore Vidal a La Capria, da Pasolini a Camilleri; le candid camera girate sui treni con Nanni Loy; i giorni trascorsi in casa di Simenon per intervistarlo; le follie registiche di Carmelo Bene; la nascita nella saletta di un bar di Bontà loro con Costanzo; la Cooperativa scrittori al fianco di Zavattini; il ruolo di tinca, ossia di attore che compare solo una volta, in film con i maggiori attori e registi italiani…

In questo libro Gambarotta ricompone, con grazia e divertimento, il memoir di un uomo che ha attraversato la seconda metà del Novecento da un osservatorio più unico che raro, e ci restituisce dall’interno una visione originale della più grande e popolare industria culturale italiana.

I miei eroi‘ (La nave di Teseo) di Pierluigi Battista

Sugli scaffali con La Nave di Teseo è arrivato l’ultimo saggio di Pierluigi Battista “Ho voluto – racconta il giornalista – sapere tutto di loro. Leggere, per quanto mi fosse possibile e in lingue che mi fossero accessibili, tutto quello che avevano scritto, saggi, romanzi, epistolari, interviste, e i libri che sono stati loro dedicati, compresi quelli dei nemici e dei detrattori che nel corso del tempo hanno voluto ossessivamente demolirne le opere e persino, troppo spesso, la persona. Ho voluto conoscere le loro vite, i dettagli conturbanti ma vitali, i colpi della fortuna e, molto più spesso, della sventura che ne hanno scandito le esistenze. Approfondire ciò che pensavano del mondo, anche quando mi sembrava, anzi ne ero certo, che avessero commesso degli errori“.

Non mi è parso inopportuno addirittura – prosegue – intrufolarmi negli amori problematici e politicamente scandalosi della Arendt, nelle nevrosi da seduttore compulsivo – tubercolotico fascinoso con la sua Gauloise sempre tra le labbra – di Camus, nelle malinconie solitarie degli ultimi anni di Orwell – tubercolotico ma poco seduttivo – alla ricerca di una compagna che gli fosse vicina durante l’agonia. Non mi era mai successo prima, e non mi sarebbe più successo dopo. Dubito che possa accadere ancora. Arrivati a una certa età si è meno disposti a trovare nuovi eroi“.

La morra cinese‘ (Sellerio) di Marco Malvaldi

Sarà in libreria dal 19 settembre con Sellerio ‘La morra cinese’ di Marco Malvaldi. Un fatto epocale a Pineta, il paese-mondo dei vecchietti del BarLume: dopo decenni, ha vinto la destra alle elezioni comunali e, per di più, nella persona di un neosindaco «noto per attività sociali a braccio teso». Ampelio non può crederci: «dovevo arriva’ a novant’anni solo per vedemmi di novo circondato da’ fascisti». Però, davanti al biliardo in perenne occupazione di pensionati, non tutti son d’accordo: la pensa come lui Pilade, sono invece contrari Aldo e il Rimediotti.

Un bar spaccato, esattamente come in tutte le altre questioni, come per esempio la vendita, da parte della nuova giunta, del Bosco Torto, un enorme terreno che una holding vorrebbe comprare. Battibecchi a lingua sciolta e, sempre, politicamente scorretti, interrotti solo dai teneri gorgoglii dei due nuovi venuti: Matilde, la figlietta del barrista Massimo e del vicequestore Alice, e Michele, il bimbo della bella socia Tiziana con il disoccupato Marchino. Questo il contesto in cui piomba il delitto: Stefano Mastromartino, uno studente venuto in riviera da Pisa per motivi di studio, è trovato cadavere sotto le finestre della casa comunale. Visibilmente precipitato, ma non per mano propria. L’ultima telefonata a un nobile arci decaduto della zona, il conte Serra Catellani. Al vicequestore che lo interroga, Catellani spiega che il giovane stava conducendo una ricerca storica negli archivi del casato, a caccia di un vecchio carteggio.

Il professor Viterbo della Normale, relatore della sua tesi, non sembra, agli occhi della investigatrice, del tutto limpido. E mentre lei guida la sua inchiesta in modo filologicamente irreprensibile alla ricerca delle fonti, nel quartier generale della maldicenza, il BarLume, si svolge un’indagine parallela, sulla base di ricordi, pettegoli e di parte, ma acuti perché a pensar male si indovina. E le due sponde della investigazione convergono verso una verità remota. Lo spirito allegro e mordace delle commedie gialle della serie dei vecchietti del BarLume ha due caratteristiche. Da un lato l’orchestra di personaggi, surrealisticamente reali, affondati in una precisa tradizione di civiltà, dall’altro l’aderenza, ironica e vigile, alle pieghe più fini dell’attualità. Una miscela che in quest’ultimo mistero del BarLume si unisce a un intreccio classico e particolarmente complicato di magioni cadenti, antichi segreti dimenticati e bugie del presente. Un giallo comico, satirico e antiquario.

Quei giorni felici‘ (Piemme) di Heike Koschyk

Piemme manda in libreria ‘Quei giorni felici’ della scrittrice Heike Koschyk. Amburgo, 1902. Il giovane Otto Lagerfeld emigra in Sudamerica per provare a realizzare il suo sogno, diventare un imprenditore di successo. Quando, tornato ad Amburgo per visitare la famiglia, incontra la sorella del suo migliore amico, Theresia, ne rimane incantato, ma decide comunque di ripartire, spinto da un irresistibile istinto per l’avventura e per gli affari. Viaggerà fino a Vladivostok per dedicarsi a un nuovo commercio: la vendita di latte in scatola importato dagli Stati Uniti.

Ma lì viene sospettato di spionaggio e chiuso in carcere. Finché un giorno, ritrovatosi in tasca il quadrifoglio che gli aveva regalato Theresia, capisce che l’unico modo per avverare i suoi sogni è tornare dalla sua famiglia scappando da quella prigione. Quei giorni felici è la storia di un bambino che vede nel padre imprenditore un modello di vita. Una storia che ci porta in giro per il mondo e attraversa le pagine più drammatiche del Novecento. Con uno stile di scrittura divertente e fresco, emozionante e vivace, l’autrice ci fa immergere nelle radici del nostro passato. Una saga familiare, un romanzo d’avventura, una storia d’amore. Il ritratto di un’epoca.

‘La strada per Chevreuse’ (Einaudi) di Patrick Modiano

Sarà in libreria dal 12 settembre con Einaudi ‘La strada per Chevreuse’ del premio Nobel per la letteratura Patrick Modiano. Chevreuse: a Jean torna in mente questa parola a distanza di piú di cinquant’anni. Poi, come di colpo liberati dalle catene dell’oblio, riaffiorano i versi di una canzone che passava spesso alla radio, le immagini di una serata parigina, e ancora visi, poesie, altri nomi legati a un certo periodo della sua giovinezza, negli anni Sessanta. Cosí, annotando su un quaderno azzurro ogni particolare all’apparenza insignificante, Jean spera di trovare un filo conduttore che unisca quelle immagini sfocate per poter finalmente, forse, far luce sui fatti del passato.

Riemerge allora Camille, che si faceva chiamare «Teschio»: era stata lei a parlare a Jean della ‘rete’, un numero di telefono disattivato al quale rispondevano voci oscure. E sempre lei lo aveva portato per la prima volta nell’appartamento di Auteuil, ritrovo di enigmatici frequentatori. Proprio da Auteuil, un tardo pomeriggio d’estate, per una serie di casualità, Jean era partito con Camille e un’amica di lei, Martine Hayward, per la valle di Chevreuse. Durante il tragitto, e una volta a destinazione, a Jean era sembrato di aver già percorso quelle strade, e di distinguere luoghi familiari che lo riportavano a ricordi d’infanzia a lungo dimenticati.

Una casa, in particolare, lo aveva colpito, quasi appartenesse alla geografia della sua anima… Ora, nel labirinto della memoria, dove tempi e spazi si confondono, Jean si propone di decifrare gli indizi lasciati da eventi e coincidenze, interrogare i fantasmi di una vita e svelare il mistero di quella casa. Era davvero un caso oppure le due donne lo avevano condotto lí con uno scopo preciso? E cosa cercavano le figure dalle molteplici identità che lo inseguivano, incalzandolo tra le strade di Parigi, scortandolo nella valle di Chevreuse, braccandolo nel Sud della Francia – forse una verità nascosta tra le mura, per l’eternità?

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