Autore Redazione
lunedì
2 Ottobre 2017
01:28
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Cronaca - Valenza

Un archivio web del distretto orafo per tutelare un patrimonio senza tempo

A breve un racconto in rete dei gioielli, delle imprese e di tutti coloro che hanno contribuito a rendere grande il distretto orafo valenzano anche per continuare a costruire il futuro.
Un archivio web del distretto orafo per tutelare un patrimonio senza tempo

VALENZA – Un’ape sulla testa della regina che diventa uno sciame di gioielli prodotto a Valenza o un banale tovagliolo di carta di un hotel trasformato nel bozzetto di un nuovo gioiello. L’arte orafa del distretto ha passato epoche e periodi storici ma soprattutto ha tante storie da raccontare e tutte ora confluiscono in unico luogo: gli Archivi orafi di Valenza. Presentato venerdì al Centro Comunale di Cultura a breve potrà essere consultato online e rappresenterà uno scrigno in cui trovare il passato e il presente dell’arte orafa, solide colonne per continuare a disegnare il futuro. “L’archivio non è un concetto polveroso“, ha spiegato il Presidente della Fondazione Cassa di Risparmio di Alessandria, Pieraneglo Taverna, fermamente convinto della bontà del lavoro, ma un modo per preservare il passato e lavorare su quello che verrà. Il passato in effetti è la solida base su cui poggia ancora oggi il distretto ed è un modo per “permettere una continuità delle competenze valenzane, un valore economico spendibile sul mercato – ha aggiunto Francesco Barberis, presidente Gruppo aziende orafe di Valenza di Confindustria. Legare la cultura e la tradizione valenzana al Made in Italy oggi è un plus. E solo noi possiamo farlo“.

Il patrimonio del distretto sta tutto in un’arte affinata anno dopo anno e ora divenuta un marchio consolidato, la somma della creatività e della passione di artigiani e imprenditori che nel tempo hanno reso celebre il nome di Valenza. Così, sebbene il mondo orafo spesso non sia mai riuscito a unirsi, soprattutto per affrontare la crisi, ciascuna realtà, sommata, ha contribuito più o meno inconsapevolmente alla costruzione di un valore complessivo. È nato così un bene immateriale che però ha aggiunto e aggiunge importanza ai prodotti concreti che escono dai laboratori. Questo valore non può perdersi per nessun motivo, ha spiegato Riccardo Massola, direttore della biblioteca e tra i curatori degli archivi. “Abbiamo dato vita a questo progetto perché come spesso diciamo in biblioteca due traslochi fanno un incendio. L’incedere del tempo o il trasloco da una sede all’altra delle varie aziende spesso hanno portato gli artigiani a distruggere letteralmente lastre, disegni, bozzetti, anni di lavoro. Eppure tutto il passato è un patrimonio da preservare e custodire. Racconta delle storie e soprattutto è la certificazione di tutti i passaggi che hanno portato fino a qui”.

Sul nuovo portale diversi marchi storici come Barberis o Ceva raccontano attraverso foto o disegni l’evoluzione del gioiello e contemporaneamente descrivono come siano cambiate le epoche. Gli articoli di giornale fanno capire come i problemi di oggi fossero simili a quelli odierni. I racconti di chi oggi ha lasciato il bancone riassumono l’evoluzione dell’orafo, prima apprendista, poi operaio, poi creatore di gioielli e poi imprenditore di se stesso. E tutto questo, ha ricordato il sindaco, Gian Luca Barbero, è un modo per far capire come Valenza non possa perdere una tradizione che ancora la rende celebre nel mondo: “L’amministrazione sta cercando di lavorare per accompagnare diversi processi come lo sviluppo o la formazione. Fino a poco tempo fa l’età media degli addetti era di 40 anni e oggi facilmente saremo arrivati a 45. Dobbiamo lavorare per preservare un talento indiscusso e per vedere i prossimi 200 anni del distretto“.

Archivi di Valenza però è un libro aperto in cui scoprire come in fondo sia cambiato tutto ma nonostante tutto non sia cambiato troppo.

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