Autore Redazione
venerdì
6 Settembre 2019
05:54
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Cronaca - Alessandria

Ad Alessandria le minime soddisfazioni narcisistiche di Cecilia Gioria

L'inaugurazione della mostra è prevista alle 19.30 a Palazzo Cuttica, in via Parma 1
Ad Alessandria le minime soddisfazioni narcisistiche di Cecilia Gioria

ALESSANDRIA – A Palazzo Cuttica questo venerdì alle 19.30 sarà inaugurata la mostra personale della giovane artista alessandrina Cecilia Gioria intitolata “Minime soddisfazioni narcisistiche”, un’opera in divenire. E’ questa la première che CulturAle, l’Azienda Speciale Multiservizi Costruire Insieme e l’Assessorato alla Cultura del Comune di Alessandria, con il sostegno di Amag, presentano nell’ambito del programma delle iniziative realizzate in occasione di Aperto per Cultura.

Alla cerimonia saranno presenti insieme alla dirigenza di CulturAle, il sindaco di Alessandria, Gianfranco Cuttica di Revigliasco e il sindaco di Casale e vice Presidente della Provincia, Federico Riboldi. Alla fine spazio a un aperitivo nel cortile di Palazzo Cuttica preparato da Marengo Gourmand, un brand enogastronomico d’eccellenza dell’alessandrino.
La mostra personale di Cecilia Gioria resterà in città fino al 15 settembre, visitabile dal martedì al venerdì
dalle 15 alle 19. In occasione di Aperto per Cultura, sabato 7 settembre, l’esposizione sarà aperta dalle 18,30 alle 23.

“Anni fa” spiega la stessa Cecilia Gioria, laureatasi a Milano in Fotografia all’Istituto Europeo di Design “ho iniziato la ricerca di un linguaggio fotografico autonomo. Nel tempo però mi sono resa conto che trovarlo non sarebbe bastato, se non fossi poi riuscita a connettere questo viaggio con l’analisi della mia coscienza. E’ nata quindi, prosegue la giovane artista, un’indagine più articolata, che non ha mai dimenticato le origini della passione per l’immagine, ma che mi ha portata a costruire le basi per raggiungere un mio difficile equilibrio. Pertanto all’interno del progetto la fotografia è concepita come uno degli strumenti ma non l’unico per raggiungere questo ambizioso obiettivo”.

“I meccanismi della psiche e la manipolazione della realtà diventano protagonisti della ricerca. “Per mezzo di uno zoom virtuale mi sono guardata e svelata, ho usato me stessa, non per egocentrismo quanto invece per raccontare e condividere un tema di solitudine e fragilità che credo appartenga al mio tempo”.

Non è quasi mai una visione idealizzata, qualche volta esplora l’anti estetico e il disarmonico ma tutto contribuisce all’indagine interiore che utilizza anche i luoghi della memoria, come se si trattasse di un romanzo di formazione.

“Ho cominciato a lavorare sul concetto di identità nel 2014” spiega la giovane Cecilia “quando presentai come progetto di tesi la mia HatBox. In seguito ho approfondito il tema del corpo oltre la fotografia e mi sono interessata alla psicologia dando vita alla serie delle Mappature del Principio Attivo. Attraverso uno zoom virtuale partendo dall’esterno ho cercato di avvicinarmi, prosegue l’artista, sempre più alla comprensione del problema e quindi alla sua possibile soluzione. Lavorando al recupero di oggetti che hanno segnato la mia infanzia e adolescenza decido di dare loro nuova vita, sfruttando una forma di autoritratto in cui la mia figura fisica lascia spazio a parole e segni. In questo percorso diversi tipi di linguaggio si sono via via affiancati alla fotografia e da questo articolato insieme di elementi nascono i primi libri d’artista: Origins e Never Complain e oggetti tra cui La ragazza con lo slittino e Le Cose Semplici”.

“L’artista” conclude Cristina Antoni, Presidente di CulturAle “intanto è una giovane alessandrina, un’emergente il cui lavoro sta riscuotendo un crescente apprezzamento da parte del pubblico e l’attenzione dei media. Per questo abbiamo voluto la sua opera espositiva qui in città”.

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