Autore Redazione
giovedì
9 Aprile 2020
17:53
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Cronaca - Piemonte

“In Piemonte decessi sotto la media nazionale perché mancano dati reali”: la denuncia dei sindacati

“In Piemonte decessi sotto la media nazionale perché mancano dati reali”: la denuncia dei sindacati

PIEMONTE – In Piemonteil numero di decessi è sottostimato” perché “vengono classificati come decessi da Covid-19 solo i casi sottoposti a tampone“. La denuncia è di quelle forti e viene dai sindacati Anaao-Assomed e Nursind. Secondo le sigle di categoria molti piemontesi sono deceduti a causa del Covid-19 senza mai aver ricevuto un tampone e quindi senza “finire nel conteggio“. Tra questi ci sono quelli che sono deceduti “nelle case di riposo, quelli a casa, quelli che negli ospedali erano ricoverati per altre patologie e poi hanno sviluppato una polmonite interstiziale e non hanno eseguito il tampone“.

Ecco che per “avere una stima realistica del numero di decessi andrebbe valutato lo scostamento di mortalità del 2020 rispetto alla media negli stessi mesi dei tre anni precedenti“, sottolineano in una nota congiunta i segretari regionali Chiara Rivetti e Francesco Coppolella. “La capacità del sistema sanitario regionale di intercettare i malati è stata bassa. Si è scelto di testare i casi sintomatici, perdendo una fetta importante di persone positive. Vi è stata un’assoluta mancanza di ricostruzione dei contatti. Ma l’impreparazione e la mancanza di coordinamento hanno portato a non fare il tampone anche ai sintomatici. Situazione simile anche per molti pazienti sintomatici a casa“.

Il motivo per cui “il numero di decessi è sotto la media nazionale è perché non abbiamo un conteggio reale“. Insomma, tutto l’opposto di quanto aveva detto in conferenza nella giornata di ieri Luigi Icardi. In quell’occasione l’assessore regionale alla Sanità aveva rispedito al mittente ogni possibilità di un caso Piemonte – visto i dati in crescita – spiegando che “i decessi sono sotto la media nazionale“. Dichiarazione che per i sindacati sono propaganda proprio come “l’aumentato notevolmente dei posti letto delle terapie intensive quando partivamo dai numeri più bassi tra le regioni del Nord Italia“.

I sindacati promettono che presto presenteranno testimonianze e dati “in modo che venga verificata la veridicità di tutte le dichiarazioni“.

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