Autore Redazione
mercoledì
15 Aprile 2020
05:09
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Cronaca - Alessandria

Paolo Berta, Mărioara e Savinca: tre vite sospese dall’emergenza coronavirus

Paolo Berta, Mărioara e Savinca: tre vite sospese dall’emergenza coronavirus

ALESSANDRIA – Due posti di lavoro a rischio e una persona con disabilità che potrebbe dover rinunciare alla assistenza. Questa la difficile situazione di due donne rumene e di Paolo Berta, presidente dell’Associazione Idea di Alessandria e capogruppo del Partito Democratico in consiglio comunale.

Proprio il politico alessandrino ha rilanciato la lettera di Mărioara Costea, una delle due donne.

Vivo a Năsăud, in Romania, e lavoro in un centro per ragazzi autistici e con altre gravi patologie cognitive, attività che amo e dalla quale sono forzatamente lontana a seguito dell’attuale emergenza sanitaria. Ma la mia situazione è ulteriormente complicata da circostanze di cui ora dirò.

Io abito a cento metri dalla casa di Savinca Moldovan, alla quale sono legata da una lunga amicizia. E proprio l’amicizia con Savinca mi ha portato a vivere l’esperienza che voglio condividere. Savinca da oltre dieci anni lavora in Italia, ad Alessandria, ed ha assistito prima Lucia, mamma di Paolo, e quando lei nel 2012 è mancata, si è occupata del figlio. Paolo infatti, a causa di un tuffo avvenuto nel 1980, ha riportato lesioni permanenti agli arti inferiori e superiori con la conseguente completa dipendenza da un supporto di aiuto per le principali funzioni quotidiane della vita. La difficile condizione necessita di gesti fondamentali di cura che richiedono non solo la massima attenzione, ma anche una fondamentale empatia reciproca, indispensabile per rendere efficace un tale delicato compito, sia da parte di chi lo offre che di chi ne è destinatario.

Per vent’anni di questo speciale accudimento si è occupata mamma Lucia, poi affiancata da Nidia per 12 anni e infine da Savinca, dal 2012 ad oggi. La delicatezza del ruolo di assistente alle esigenze vitali di una persona con tetraplegia richiede non solo competenza nella gestione di manovre delicate, ma una sensibilità speciale e l’instaurarsi di una particolare sintonia. Tutto ciò si complica nella pianificazione dei legittimi periodi di riposo, quando la ricerca di una idonea sostituzione diventa un’ardua impresa!

Io, proprio in virtù dell’amicizia di lunga data con Savinca, della mia sensibilità, di una predisposizione all’accudimento e della fiducia che Paolo ha riposto in me fin da quando ci siamo conosciuti, da qualche anno, quando lei ha necessità di un periodo di riposo o deve rientrare in Romania dove vivono i suoi familiari, la sostituisco usufruendo del mio periodo di ferie, per dedicarmi a questo delicato ruolo di cura.

A febbraio, Savinca ha dovuto sottoporsi ad un intervento chirurgico dopo il quale i medici hanno prescritto un adeguato periodo di riposo che lei ha predisposto presso la sua famiglia in Romania. In questa circostanza quindi Savinca ha chiesto il mio aiuto per supportare Paolo ed io ho accettato di sostituirla per un mese.

Ora, però, sia il rientro in Italia di Savinca che il mio ritorno in Romania sono bloccati per l’emergenza sanitaria e il periodo di ulteriore permanenza qui sta mettendo in seria difficoltà il quadro complessivo della mia vita, con il rischio della perdita del posto di lavoro tra i “miei” ragazzi che mi mancano e che mi stanno aspettando.

Durante questo periodo trascorso presso Paolo, insieme a Denny – l’assistente che col suo prezioso supporto consente a Paolo di svolgere l’attività politica di Consigliere comunale dal 1990 e presiedere, a titolo di volontariato, l’Associazione IDEA (Ente del Terzo Settore) – abbiamo insegnato a Liana questo importante lavoro di cura. Liana infatti si occuperà, insieme Denny, di garantire a Paolo l’accudimento di cui necessita, anche in previsione del periodo di quarantena che Savinca dovrà rispettare al suo ritorno.

Ora, dunque, che ho svolto con impegno e massima dedizione la mia “missione” qui, ho l’assoluta necessità di rientrare. Si avvicina inoltre un periodo speciale e importante – la Pasqua ortodossa, domenica 19 aprile – e desidero poter riabbracciare la mia famiglia, poter riprendere la mia vita e il mio lavoro tra i “miei” ragazzi.

Ovviamente ricorrendo a tutte le cautele che il momento particolare impone. Il viaggio contrario sta aspettando di compierlo anche Savinca per tornare da Paolo, dove lei risiede e lavora. Inoltre da un mese ha ricevuto la lettera che certifica la sua imminente cittadinanza italiana che otterrà dopo la cerimonia di giuramento che la attende.

In questo doppio viaggio, dunque, sono racchiuse tante storie, tante vite che attendono una svolta.

Mi rivolgo quindi a chi può decidere della sorte delle persone, con la speranza che possa avere a cuore le vicissitudini di chi sta vivendo situazioni delicate e difficili, per le quali una soluzione diviene di giorno in giorno sempre più urgente e non più rinviabile.

Da oltre un mese scriviamo e parliamo con le ambasciate Italiana, romena, slovena ungherese, l’unità di crisi di Torino e Roma, i ministeri degli Esteri italiano e romeno senza riuscire a far rimpatriare le mie assistenti” ha raccontato lo stesso Paolo Berta, con la speranza che la situazione si sblocchi.

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