Autore Redazione
martedì
9 Dicembre 2025
15:57
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Cronaca - Alessandria

Agenas: 15 ospedali ‘livello alto o molto alto’ in 6 aree. Policlinico di Monza ad Alessandria spicca per l’osteomuscolare

Agenas: 15 ospedali ‘livello alto o molto alto’ in 6 aree. Policlinico di Monza ad Alessandria spicca per l’osteomuscolare

ITALIA – Come ogni anno è arrivata l’analisi delle performance degli ospedali italiani. L’Agenas ha presentato oggi al ministero della Salute i risultati finali del Programma nazionale esiti (Pne) 2025 che fotografa “un sistema sanitario in grado di migliorare quando siano fissati riferimenti normativi precisi e i dispositivi di valutazione permettano di monitorare i progressi fatti, indirizzando il cambiamento verso obiettivi condivisi e misurabili“, sottolinea l’Agenas. La qualità dell’assistenza “migliora, ma il sistema rimane segnato da forti diseguaglianze territoriali, e da un divario Nord-Sud (ad esempio, sui volumi per la chirurgia oncologica complessa di pancreas e retto, sulla tempestività di accesso a procedure salvavita e sull’appropriatezza clinica in area materno-infantile)“, evidenziano i tecnici dell’Agenas. Nell’edizione Pne 2025 sono state complessivamente valutate 1.117 strutture di ricovero per acuti (pubbliche e private), utilizzando i dati delle schede di dimissione ospedaliera (Sdo), linkati con l’Anagrafe tributaria (per la verifica dello stato in vita dei pazienti) e con il flusso dell’emergenza-urgenza (Emur) per la parte relativa al pronto soccorso.

Il Programma non è una classifica, è il leitmotiv dell’Agenzia, ma propone comunque l’elenco di aziende ospedaliere che hanno fatto meglio di altre. Alla base c’è uno strumento per le attività di audit, il ‘treemap’, che permette di restituire una rappresentazione grafica sintetica della qualità delle cure, attraverso gli indicatori relativi a 8 diverse aree cliniche.

Complessivamente, tra le 871 strutture valutate con il ‘treemap’ nella presente edizione (pari al 78% delle strutture per acuti), 189 – il 21% – hanno raggiunto “valutazioni alte/molto alte su tutte le aree sulle quali sono state valutate. Sono 15 le strutture valutate su almeno 6 aree, che hanno raggiunto nel 2024 un “livello alto o molto alto”. Per il Piemonte a rientrare nell’Olimpo delle migliori c’è l’ospedale di Savigliano mentre per la Lombardia sono l’ospedale Maggiore di Lodi, la Fondazione Poliambulanza di Brescia, l’ospedale Bolognini e l’ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo e l’Istituto Clinico Humanitas a Rozzano. Sempre in questa fascia rientrano anche l’ospedale di Montebelluna (Veneto), l’ospedale Bentivoglio (Emilia-Romagna), l’ospedale di Città di Castello (Umbria), l’ospedale di Cittadella (Veneto), l’ospedale Fidenza (Emilia-Romagna), il Pof Lotti Stabilimento di Pontedera (Toscana), lo Stabilimento Umberto I – G. M. Lancisi (Marche), l’Aou  Federico II di Napoli (Campania) e l’Ospedale di Mestre (Veneto). Per la provincia di Alessandria l’unica struttura a rientrare nei parametri “molto alti” è il “Polliclinico di Monza” ad Alessandria, in ambito osteomuscolare.

Per il Piemonte, spiega la Regione, risultati comunque di rilievo in numerosi ambiti nell’Area cardiocircolatoria con il livello molto alto per il presidio Cardinal Massaia di Asti (ASL AT), con 4 indicatori valutati. Bene anche la Chirurgia oncologica con riconoscimenti per AO Santa Croce e Carle di Cuneo (7 indicatori), Ospedale Martini di Torino (ASL Città di Torino – 5 indicatori), Cardinal Massaia di Asti (5 indicatori), Ospedale Michele e Pietro Ferrero di Verduno (ASL CN2 – 5 indicatori). Numerose anche le strutture valide per Gravidanza e parto grazie alle Performance molto alte per Ospedale Maria Vittoria (ASL Città di Torino, 4 indicatori), Ospedale Martini (ASL Città di Torino, 4 indicatori), Cardinal Massaia di Asti (ASL AT, 4 indicatori), AO Santa Croce e Carle di Cuneo (4 indicatori), Ospedale Sant’Anna (AOU Città della Salute e della Scienza di Torino, 4 indicatori). Infine nell’Area osteomuscolare, oltre all’eccellenza per il Policlinico di Monza ad Alessandria, sono 11 le strutture piemontesi con 6 indicatori valutati e 4 strutture con 5 indicatori. Nel complesso, 3 strutture piemontesi infine migliorano le proprie performance rispetto all’anno precedente, confermando un trend di crescita graduale ma strutturale. «Il Piemonte continuerà a investire sulla qualità, sul rispetto degli standard e sulla concentrazione delle attività complesse, perché i dati dimostrano che questa è la strada giusta per garantire cure migliori e più sicure a tutti i cittadini», hanno concluso il presidente Cirio e l’assessore Riboldi, entrambi soddisfatti per «il risultato dell’ospedale di Savigliano motivo di grande orgoglio: una promozione piena su tutte le aree cliniche, che testimonia qualità delle cure, sicurezza dei pazienti e capacità organizzativa. È la dimostrazione che quando si lavora con standard chiari e valutazioni oggettive, il sistema sanitario piemontese sa esprimere eccellenze riconosciute a livello nazionale», hanno commentato il presidente Alberto Cirio e l’assessore alla Sanità Federico Riboldi, che hanno proseguito sottolineando come «Il Piano Nazionale Esiti non è una classifica fine a se stessa, ma uno strumento fondamentale per migliorare la sanità: orienta le scelte, riduce le disuguaglianze, rafforza la programmazione regionale e valorizza i professionisti che lavorano bene».

Tornando ai dati complessivi sul territorio nazionale secondo Agenas, “la concentrazione dei casi complessi in centri ad alto volume è migliorata in molti ambiti, ma persistono criticità“. Il report analizza le principali aree, partendo da quella cardiovascolare. “Infarto miocardico acuto: ricoveri in calo (-21%), ma elevata concentrazione della casistica (circa il 90% in strutture ad alto volume). Valori analoghi registrati anche per l’angioplastica coronarica (Ptca). Bypass aortocoronarico: forte frammentazione della casistica, con pochi centri al di sopra della soglia dei 200 interventi/anno, scesi da 23 nel 2015 a 15 nel 2024. Il valore corrispondente di casistica in tali strutture si è ridotto dal 41% al 29%“.

Chirurgia oncologica del “tumore della mammella in forte miglioramento: la casistica trattata in strutture ad alto volume è passata dal 72% nel 2015 al 90% nel 2024, si legge nella sintesi del report. Miglioramenti significativi nella concentrazione degli interventi in strutture ad alto volume anche per tumore (Tm) del colon (dal 69% al 73%), prostata (dal 63% all’82%) e polmone (dal 69% all’83%). Quadro in miglioramento per le resezioni pancreatiche (dal 38% al 54%), ma con livelli critici nelle regioni del Sud e nelle Isole, in cui si concentra in strutture ad alto volume solo il 28% della casistica trattata. Risultati ancora più critici per gli interventi isolati sul retto, con quadro in peggioramento rispetto al 2025 (dal 30% al 22%) e una situazione geografica uniformemente livellata verso standard peggiori di assistenza“.

Tempestività dei trattamenti. “Ptca (Angioplastica Coronarica Transluminale Percutanea) per Stemi (infarto miocardico acuto associato a sopraslivellamento del tratto st) entro 90 minuti: valore mediano nazionale sale al 63% (era 57% nel 2020), ma con spiccata variabilità territoriale e valori tendenzialmente peggiori al Sud”. Interventi per frattura del collo del femore in pazienti ultra 65enni entro 48 ore: “miglioramento dal 52% nel 2020 al 60% nel 2024, ma ancora molte regioni con valori mediani sotto lo standard soprattutto al Sud“.

Appropriatezza clinica. “Tagli cesarei primari in lieve calo (dal 25% nel 2015 al 22% nel 2024), ma con forti differenze Nord-Sud: Nord più vicino agli standard OMS (15%), Sud con valori mediani spesso al di sopra del 25%. Minore ricorso al Tc nelle strutture pubbliche e in quelle ad alto volume“. Episiotomie dimezzate: da 24% al 9%. “Parti vaginali dopo taglio cesareo (Vbac) in aumento dall’8% al 12%, ma con livelli ancora molto bassi al Sud“.

Appropriatezza organizzativa. Colecistectomia laparoscopica: “Proporzione di ricoveri in day-surgery in forte crescita: dal 22% al 39%. degenza post-operatoria inferiore a 3 giorni: miglioramento costante, con mediana nazionale all’87% (era al 74% nel 2015) e variabilità molto contenuta tra le strutture“. Esiti. “Bypass aortocoronarico isolato: valore mediano della mortalità a 30 giorni scende all’1,5%, ben al di sotto della soglia del 4% – riporta l’Agenas – Interventi su valvole cardiache: valore mediano della mortalità a 30 giorni scende al 2%, ma con criticità in Calabria, Campania e Puglia“.

Foto di Marcelo Leal su Unsplash

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