Autore Redazione
lunedì
5 Febbraio 2018
18:00
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Cronaca - Alessandria

Sequestrano e minacciano di bruciare vivo uomo per i soldi della cocaina

I Carabinieri del Comando Provinciale di Alessandria lunedì hanno arrestato quattro uomini per sequestro di persona a scopo di estorsione e rapina
Sequestrano e minacciano di bruciare vivo uomo per i soldi della cocaina

ALESSANDRIA –  Non era neppure l’alba e la città ancora dormiva quando i Carabinieri del Comando Provinciale di Alessandria hanno fatto scattare il blitz per arrestare quattro cittadini marocchini ritenuti responsabili di sequestro di persona e rapina pluriaggravati a danno di un connazionale.

Dieci auto hanno lasciato la Caserma Scapaccino con i lampeggianti accesi per eseguire le ordinanze di custodia cautelare emesse dal Gip del Tribunale di Torino nei confronti di Mehdi Falahi, 33 anni, per la sua somiglianza con “El Pibe de Oro” soprannominato “Maradona”, Abdellhak Madihi, 35 anni detto “Rais”, Mourad Mouaddab 46 anni e Mostafa El Kerbab, 40 anni.

Proprio i quattro uomini per gli inquirenti avevano fatto parte del “commando” che lo scorso 17 agosto aveva sequestrato un cittadino marocchino di 31 anni da un bar tabaccheria di Acqui. La vittima, afferrata per il collo e spinta fuori dal locale, era stata incappucciata e sbattuta su una Ford scura che si era poi allontanata verso Alessandria. Rapinato dei circa 150 euro che aveva in tasca, l’uomo era stato portato in un appartamento in via Medaglie d’oro, legato a una sedia e malmenato per quattro ore. Picchiato anche con un tubo di gomma e minacciato di morte, il cittadino marocchino era stato costretto a chiamare più volte la madre e il fratello per convincerli a pagare il riscatto di 9 mila euro. Tanto, secondo i suoi aguzzini, la vittima avrebbe dovuto restituire a “Maradona” per una partita di cocaina non venduta e mai restituita.

I sequestratori quella stessa notte avevano preteso subito 1800 euro che inutilmente i famigliari avevano provato a recuperare. Con il passare delle ore la paura si era trasformata in terrore quando dall’altro capo del telefono la voce di “Maradona” aveva iniziato a minacciare di bruciare vivo il cittadino marocchino sciogliendogli addosso della plastica e poi ordinare a due dei suoi complici di trovare una tanica di benzina. Una minaccia che secondo gli inquirenti i quattro avrebbero forse concretizzato se la vittima non fosse riuscita a scappare mentre due dei sequestratori lo stavano trasferendo in un altro alloggio. L’uomo, dopo essersi divincolato dalla presa, era fuggito a piedi fino in viale Brigata Ravenna dove era riuscito a nascondersi nel garage di un condominio dietro il distributore di benzina. Con il cellulare l’uomo aveva poi chiamato il 112, già allertato dai suoi famigliari. La vittima, consapevole di essere braccata dai suoi sequestratori, e letteralmente terrorizzata, era rimasta rintanata nel suo nascondiglio anche alla vista dei lampeggianti dei Carabinieri, che da tempo lo stavano cercando. Forse spaventato dall’idea di veder sbucare i sequestratori dietro quelle auto, l’uomo alla fine si era convinto a uscire dal nascondiglio solo quando aveva riconosciuto  un Carabiniere del Nucleo Investigativo del Reparto Operativo in borghese che aveva incontrato in passato.

Soccorso dai militari, l’uomo quella notte aveva raccontato l’accaduto ma per gli uomini al comando del Tenente Colonnello Giacomo Tessore non è stato semplice dare un nome e un cognome ai quattro cittadini marocchini. La vittima conosceva i sequestratori, ma solo con i loro soprannomi. “Maradona”, considerato il capo, fino a un mese prima era stato il compagno di cella della vittima. Proprio dopo quella convivenza forzata dietro le sbarre il cittadino marocchino si sarebbe lasciato convincere a vendere una partita di cocaina, salvo poi “perderla” o tirarsi indietro, a suo dire, per la volontà di tagliare con il passato. I Carabinieri del Nucleo Investigativo, ha spiegato il Comandante Tessore, affiancato dal Colonnello Enrico Scandone, Comandante Provinciale dell’Arma e dal Tenente Colonnello Giuseppe Di Fonzo Comandante del Nucleo Operativo,  hanno poi dovuto dare un nome e rintracciare anche “Rais”, ossia Abdellhak Madihi, come il leader del gruppo Falahi Mehdi senza fissa dimora e sprovvisto di documenti di soggiorno. Raccolti tutti gli elementi necessari a identificare e inchiodare anche Mostafa El Kerbab e Mourad Mouddab, una trentina di Carabinieri, alcuni arrivati in supporto dalle 5 le Compagnie dell’Alessandrino, lunedì mattina si sono presentati nelle abitazioni dove sapevano di trovare i quattro. Supportati da un’altra ventina di militari pronti a intervenire dal Comando provinciale, i Carabinieri hanno fatto irruzione in un alloggio in via Milano dove sono stati rintracciati due degli arrestati, in un appartamento in via Mazzini e in un altro alloggio in via 1821. Perquisiti anche altri due appartamenti al quartiere Cristo di Alessandria, i Carabinieri hanno fatto scattare le manette ai polsi anche di un altro cittadino marocchino di 21 anni, Najib Fathm, sorpreso in flagranza con 9 dosi di cocaina e ristretto nelle camere di sicurezza del Comando provinciale per detenzione di stupefacenti.

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