Autore Redazione
giovedì
28 Maggio 2020
04:57
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Cronaca - Alessandria

#nonvabeneperniente: commercio alessandrino scende in piazza per chiedere aiuto

#nonvabeneperniente: commercio alessandrino scende in piazza per chiedere aiuto

ALESSANDRIA – Alle 10 di questo giovedì mattina scatterà in piazza della Libertà la manifestazione dei commercianti alessandrini denominata #Nonvabeneperniente. Si tratta di uno dei momenti culminanti del movimento nato da un gruppo di imprenditori titolari di pubblici esercizi (bar, ristoranti, pizzerie, pub, etc.) e che ha coinvolto un più ampio gruppo di imprenditori, con il sostegno della Confcommercio di Alessandria, per richiamare l’attenzione delle istituzioni sul grave stato di difficoltà nel quale versano dopo più di 2 mesi di lockdown senza ricevere gli aiuti promessi dal Governo e dagli enti territoriali ma con i conti da pagare.

La Confcommercio di Alessandria ha dato supporto ad un movimento coeso e compatto di commercianti del territorio, come forse mai si era verificato negli ultimi anni: imprenditori desiderosi di tornare a svolgere la propria attività in condizioni accettabili. Condizioni che attualmente non ci sono, per i moltissimi ristoratori, baristi, pasticceri, agenti di viaggio, commercianti che hanno iniziato a riunirsi nei giorni scorsi attraverso piattaforme online per dare vita ad un movimento unito e compatto, con richieste trasversali per tutte le categorie. Perché, dicono dalla Confcommercio alessandrina: “Le aperture sono una condizione necessaria ma non sufficiente per garantire la sopravvivenza di queste imprese. Come associazione di categoria abbiamo fatto ciò che ci compete: dare voce alle tante istanze degli imprenditori locali ed aiutarli a raggiungere l’attenzione dell’opinione pubblica, come meritano. Perché è la nostra ristorazione, è il nostro commercio di vicinato, sono le imprese del turismo a costituire la spina dorsale dell’economica del territorio, oltre che a valorizzarne l’identità e l’attrattività”.

“Siamo molto orgogliosi di quello che siamo riusciti a creare – dicono i commercianti che per primi hanno dato il via a questa iniziativa, Andrea Cortesi, Mike Patitucci, Piero Pippo, Elisa Sardi e Andrea Nari perché forse per la prima volta nella storia del commercio della nostra città, abbiamo una coesione ed una unione di intenti davvero molto forte. Chiediamo a tutte le istituzioni di prestare attenzione alle nostre istanze, alle nostre richieste ed alle nostre difficoltà. E se lo facciamo tutti insieme, con l’associazione che ci sostiene e ci aiuta anche a livello pratico ad organizzarci, possiamo avere molta più forza e sperare davvero di essere ascoltati. Non vogliamo essere strumentalizzati: noi ci rivolgiamo a tutti quelli che ci vogliono ascoltare, a tutti quelli che sono disposti o sono in grado di fare qualcosa per sostenere ed aiutare le nostre categorie, perché non abbiamo tempo da perdere. Il tempo per far arrivare concretamente gli aiuti è ora! Altrimenti per le nostre imprese sarà troppo tardi. Per questo ci rivolgiamo a tutta l’opinione pubblica e a tutte le Istituzioni, chiedendo che ognuno faccia la propria parte. Per questo la settimana scorsa siamo andati dal Sindaco chiedendo che ci ascoltasse e ci sostenesse. E per questo siamo contenti di avere al nostro fianco l’Amministrazione Comunale: per noi è stato un segnale importante. Perché lo ripetiamo: abbiamo bisogno dell’aiuto di tutte le Istituzioni, ognuno per la propria competenza ed il proprio raggio d’azione. Al Comune chiediamo aiuto per l’abolizione dei tributi locali e per l’ampliamento dei dehors, temi sui quali abbiamo riscontrato operatività e attenzione, al Governo chiediamo interventi strutturati per la liquidità, tema centrale per la sopravvivenza delle nostre imprese, per il rifinanziamento della Cassa Integrazione in Deroga, per una rimodulazione del regime fiscale e perché quanto è stato annunciato e promesso arrivi effettivamente alle aziende che – a conti fatti – nella maggioranza dei casi, dall11 marzo ad oggi hanno ricevuto solo 600 euro. Ecco perché domani ci recheremo dal Prefetto, per presentare a lui – in qualità di rappresentante del Governo sul territorio – le nostre richieste, il nostro grido d’allarme, così come abbiamo fatto con il Sindaco la scorsa settimana”.

Una delegazione di commercianti, accompagnata dal Sindaco e dalla Confcommercio si recherà dal Prefetto per consegnare il documento ufficiale con le richieste della categoria, aiuti e misure di sostegno senza le quali le attività della città non potranno sopravvivere.

Tra queste richieste la rimodulazione dei contributi a fondo perduto per le aziende, considerando le perdite dell’intero 2020, non cumulabilità dei contributi a fondo perduto con altre forme di aiuto o sostegno, indennizzo per le bollette delle utenze di tutto il 2020, estensione del credito di imposta sulle locazioni per tutto il 2020, sospensione degli ISA (Indicatori Sintetici di Affidabilità), estensione della Cassa Integrazione in Deroga per tutto il 2020, rimodulazione completa del sistema fiscale, sospensione di tutti i tributi fino al 31 gennaio 2021 e poi rateazione in 24 mesi, rimborso del debito pregresso e di quello contratto per la “nuova liquidità” in periodi non inferiori ai 10 anni, abbattimento drastico delle connessioni per gli incassi tramite POS, fruizione a tempo alternato e gratuito di spazi pubblici, senza ulteriori oneri per le imprese, per il posizionamento di dehors e/o similari (anche per commercio al dettaglio no-food).

“Come detto in precedenza – dichiarano gli imprenditori del movimento #Nonvabeneperniente – attualmente non ci sono le condizioni perché le nostre imprese possano pensare di sopravvivere, con le nuove regole previste dai protocolli di sicurezza, riaprire significa investire, in dispositivi per la sicurezza individuale ed altri costi per l’adattamento dei propri locali, senza contare le innumerevoli responsabilità lasciate in capo agli imprenditori senza che essi possano avere tutele se operano correttamente. Inoltre gli incassi non sono gli stessi di prima dell’emergenza e le motivazioni sono le più varie: meno posti a sedere da poter collocare per i ristoranti, impossibilità di viaggiare per il comparto del turismo, mancanza di cerimonie ed occasioni per acquistare accessori di moda…e si potrebbe andare avanti quasi all’infinito, senza considerare il calo drastico dei consumi, generato dall’emergenza e l’aspetto psicologico che funge da fattore frenante per una fetta considerevole di consumatori. Oggi dunque tenere aperto significa avere più costi e meno fatturato. Per questo gli aiuti annunciati dalle Istituzioni devono essere tempestivi ed immediati, cosa che finora non è avvenuto. Chiediamo di non essere abbandonati perché il fattore “tempo” significa tutto in questa emergenza”.

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